L'Elzeviro/Dalla Resistenza a Matteo Renzi. Ma cosa hanno sbagliato gli italiettini?

Di chi ci siamo liberati il 25 aprile del 1945, da cosa non ci siamo liberati?

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E come potevamo noi cantare /con il piede straniero sopra il cuore, /fra i morti abbandonati nelle piazze /sull’erba dura di ghiaccio, al lamento /d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero /della madre che andava incontro al figlio /crocifisso sul palo del telegrafo ? /Alle fronde dei salici, per voto, /anche le nostre cetre erano appese, / oscillavano lievi al triste vento.” Salvatore Quasimodo, “Alle fronde dei salici”

Prescindiamo dall’aggettivo “straniero”, giustapposto a “piede”, che è la parte estrema degli arti inferiori dell’uomo; le “zampe, invece, sono la parte estrema degli  animali.
Non c’è, intanto,  il piede “indigeno” e il piede “straniero”, c’è il ”piede dell’uomo”, come gli “occhi” dell’uomo”, la “bocca” dell’uomo, il “capo” dell’uomo, il “cuore “ dell’uomo, ecc., ecc., ecc.

L’uomo che da “man a r nannasc”, si Dice nella Lingua di bitonto, da tempo immemorabile perpetra orrori nei confronti dell’altro uomo, inerme o, anch’esso, armato; l’uomo che è stato, che è “artifex” della violenza, della crudeltà delle guerre; l’uomo che è stato, che è sulla Terra, la piccola zolla confusa tra le interminate zolle, di interminata grandezza, diffuse nell’universo, forse, infinito (chi lo può dire!), a volte carnefice, a volte vittima, a seconda dei ruoli, che ha interpretato, interpreta nei contesti socio - economici, politici, culturali in cui in un dato momento storico è stato, è scaraventato, gettato.

L’uomo che crocifigge ed è crocifisso!
Spartaco, se avesse vinto la sua impari lotta contro roma, avrebbe popolato la distanza tra l’”urbs” e capua di maggiorenti, e non, romani, umiliati sulle croci.
Per carità, non diciamo, purtroppo: egli le ascese, ché non fu in grado di tenere a bada l’onda impetuosa e impietosa del tempo, del luogo, in cui si trovò ad agire, che lo fece approdare, deterministicamente, ad un destino, a cui non fu in grado di opporsi, ma sin dall’inizio del suo ribellismo nei riguardi di roma, fatalmente, segnato.

“Sed”, indubitabilmente, spartaco era un uomo, come lo erano i suoi aguzzini!
Per tuffarci nell’idiota contemporaneità, susanna agnelli soleva dire che se il fratello gianni non fosse stato il nipote del fondatore della “fiat”, sarebbe stato, politicamente, comunista. 
Non sragionava l’autrice del libercolo autobiografico “Vestivamo alla marinara”, salvo ad omettere che se il fratello, non in qualità di nipote di giovanni agnelli, ma di uno spiantato operaio di una grande industria, avesse preso il “potere”,  sbandierando agli ignari il programma “standard” di un partito comunista, poi, non “invitus”, non suo malgrado, non controvoglia (“l’essere comunista” è l’“essere” che non esiste, appartiene all’”utopia”. Sono tali e tanti gli ostacoli, le millenarie  incrostazioni di ordine culturale, sottoculturale, sociale, politico che non ne permettono, non ne permisero, non ne permetteranno l’apparizione nelle relazioni interpersonali tra gli uomini e meno che mai l’esistenza) si sarebbe fatto prendere, come uomo in nulla diverso, alternativo dagli altri, agli altri uomini, dagli ingranaggi del “potere”, da Sartre Denunciati, sì da fare, pari pari, ciò che avevano fatto coloro che da lui sarebbero stati sostituiti nel ”palazzo”, non solo nell’accezione metaforica pasoliniana, “sed” nella sua immobile materialità.

Dove si sono stabiliti i gerarchi comunisti, dopo aver massacrato lo zar nicola II e la sua famiglia?
Al “cremlino”!

Da dove hanno diffuso le loro parole d’ordine ai proletari del pianeta e i loro “diktat” autoritari agli abitanti di quell’immenso impero, costituito dalle repubbliche socialiste sovietiche.

Dire “cremlino” era, è dire “potere” che non poteva, non può. non potrà essere esercitato, se non in, da quel “palazzo”. Dove vive e governa putin, erroneamente, falsamente, considerato “post comunista”, in quanto, giammai, fu comunista, pur gustando il pane del partito comunista con il lauto incarico di capo del “kgb”, come, giammai, furono comunisti i nostri napolitano, d’alema, veltroni e moltissimi altri innominabili ? Nel “cremlino! Qual è stata la residenza, per venire alla nostra picciola storiella, dei re d’italia, dopo la presa di roma? Il “quirinale”, la residenza estiva dei papi! Quale quella dei presidenti della repubblichetta italiettina, cacciati i savoia? Non poteva non essere il “quirinale”!

C’è da Chiedersi, però, se l’ ”ingranaggio”, in cui l’uomo è stato, è, sarà, probabilmente, avviluppato, una volta impossessatosi del “potere”, dovendo, in seguito, scontrarsi con altri uomini per non farselo da essi sottrarre con tutto ciò che ad esso è contestuale,  sia un’entità metafisica, cosmica, una fatalità o una iattura fatale per lui, una “spada di damocle” che incombe su di lui dall’alto, o un suo modo anomalo, esecrabile di essere “zoon politikon”, animale sociale, che ha avuto inizio all’alba della vita umana sul pianeta e dal quale egli non sia  più riuscito a districarsi?

Nulla succede, è successo, succederà sul pianeta di cui l’uomo non è stato, non è, non sarà responsabile!
E’ l’uomo che fa, ha fatto, farà la Storia, la sua Storia! L’inizio è ipotizzabile a far data dalla cosiddetta “rivoluzione agricola”. Non sincronicamente, su tutto il pianeta gli uomini decisero in un tempo imprecisato di essere “stanziali”, avendo Scoperto che se fossero Intervenuti sulle porzioni di Terra, ove si trovavano, con la loro Fatica, con il loro Lavoro avrebbero Ottenuto da esse il cibo, il sostentamento per la loro sopravvivenza.

L’agricoltura non fu una conseguenza della punizione biblica di un dio al loro avo Adamo, per aver a lui Disubbidito nell’Assaporare il Frutto dell’ ”Albero della Conoscenza”, ma una Scoperta degli uomini, Sbocciata da uno dei Bisogni, diremmo oggi, non negoziabili, la fame, e dall’Innato in essi, Curioso “Provare e Riprovare”, da cui la Scienza è Sortita.
La Maggioranza degli uomini incominciò a produrre immensa ricchezza, sulla quale una minoranza di essi, che era stata delegata da Essa a rimanere in arme, per difenderLa dagli assalti delle belve feroci, pose, brutalmente, gli occhi, sì che le arme da essere preziosi oggetti di difesa, furono trasformate in esiziali strumenti di offesa da parte di pochi uomini nei riguardi di migliaia, di milioni di uomini per l’accaparramento di ciò che la Natura aveva predisposto per le necessità di tutti. Per difendere, per giustificare il suo latrocinio, la minoranza elaborò sovrastrutture culturali, il diritto, ad esempio, (“ius” significò e, in fondo, significa ”privilegio”, di chi detiene il “potere” o dei suoi giannizzeri di uccidere, di rubare, di operare grassazioni).

Inoltre, la minoranza inventò istituti, quali “nozze, tribunali ed are” ché irretissero la maggioranza degli uomini in una serie di vincoli  e minacciassero “sfracelli” terreni o divini nel caso singoli o masse di essi si azzardassero a minacciare di appropriarsi dei privilegi che essa “motu proprio” s’era attribuita.

Da allora, la Storia dell’uomo è stata un continuo, sanguinario punzecchiarsi (è un minimalismo verbale per non porre mente a ciò che di, indicibilmente, umano è stato, è concepito dalle une contro le altre) di minoranze, conservatrici del potere e di immense ricchezze, contro maggioranze, guidate da avanguardie, spesso, solo apparentemente, con esse sodali, solidali per interessi, ideali, finalità, in cerca di stabilire sul pianeta Ordinamenti Sociali più Giusti.

Le avanguardie delle maggioranze rivoluzionarie, poi, si sono incaricate di dare reale significato alla parola “rivoluzione”che, sempre, disegna, sia in natura, sia nelle umane “congreghe”,  un tragitto, un percorso che parte da un punto per arrivare, comunque, al medesimo punto. Cioè, si parte per distruggere l’ingiustizia e si arriva a riproporla, da parte di nuovi detentori del “potere” nelle medesime forme, messe in opra da coloro che dai rivoluzionari sono stati sbaragliati,  esclusive del parere, delle volontà, degli interessi dei più con la prepotenza, con la sopraffazione, con le angherie; a volte, anche, con l’irrisione che uccide la Dignità degli Onesti, dei Probi più di un pugnale.

Così, l’uomo, sia quello in alto sullo scranno del “potere”, sia quello in basso ai piedi di esso, ma cupido di essere “lassù dove si puote ciò che si vuole”, è diventato, è “homo homini lupus”. In quantità e qualità negativa variabile; inconscia o, irreparabilmente, manifesta, ma, ognora, “lupus”, sì che non è dato ad alcuno di ieri e di oggi di “scagliare la prima pietra”.

Dice Sartre: “Va da sé: basta che l’ingranaggio ci afferri, ci prenderà tutti interi; la poca libertà che ci è lasciata si riassume nell’istante in cui decidiamo di metterci mano mano o no. In una parola gli inizi ci appartengono, dopo bisogna volere i nostri destini”.
Se non esiste un “piede straniero”, nel significato di “allogeno”, di appartenente a un gruppo extraterreste di viventi, pare che Quasimodo, a nostro Avviso, Voglia Ribadire che l’uomo di o al “potere” ha un “piede strano”, insolito, assurdo che desta perplessità, stupore, pesantemente, posato sul corpo dell’altro uomo.
E’ pronto ad armarsi per salvaguardare, difendere la “roba”, frutto delle sue ruberie all’altro uomo o all’umanità intiera: le risorse minerarie del pianeta, il petrolio, in special modo.

Nel 2011 gli “states” di obama e della clinton hanno venduto armi per 132 miliardi di dollari all’arabia saudita, quatar, kuwait, bahrain, emirati arabi e yemen. Oltre al bahrain, che è la base della “quinta flotta americana”, l’intera regione, che va dallo yemen fino al kuwait, è sotto il dominio militare delle basi americane, oltre ad essere governata da dittatori molto graditi alla “casa bianca”. In tal modo, si stabilisce il rapporto imperialistico, Studiato da Lenin, tra la nazione centrale, in questo caso, gli “states” e quella o quelle periferiche,  appartenenti alla “lega araba”.

I dittatorelli vendono  agli “states” il petrolio a prezzo stracciato o politico, arbitrariamente, stabilito dallo “staff” degli inquilini della “casa bianca”, in cambio, si fanno difendere il “cadreghino” dittatoriale dagli eserciti di essa e dalle  armi, da essa acquistate ad un prezzo che va ben oltre quello di mercato.

Tutti, in tal modo, contenti e felici: gli “states”che, militarmente, s’impossessano, quasi “a gratis”, di regioni strategiche per la loro supremazia politica, militare, economica sul pianeta; i dittatorelli che, rimanendo sui troni “optime”, arraffano tutto il petrolio, di cui la terra, su cui posano il loro “culo”, è “lieta”, arricchendosi, spudoratamente, sulla pelle dei loro popoli, per la maggior parte tenuti in condizione di indicibile miseria,  povertà, sì che folle, masse di essi, per il miraggio di condizioni di vita più favorevoli, si azzardano sui barconi fatiscenti in mare, per raggiungere le sponde europee.

E il mare mediterraneo è diventato una immensa urna di freschezza, per ParafrasareUngaretti!

Mentre qualche settimana fa s’è celebrato il matrimonio del figlio del sultano del brunei nel palazzo reale di 1784 stanze: abiti d’oro, scarpe di diamanti e un “buquet non di fiori ma di pietre preziose. Inoltre, gli sponsali sono durati 10 giorni con la presenza di 6 mila invitati, tra cui reali malesi, ministri, diplomatici stranieri. Nessuno al mondo s’è stupito di tanto scandalo: di esso abbiamo perso la capacità, se mai, vivendo, ne abbiamo avuta “n’ anticchia”, si direbbe in siciliano.

Ma a volte CI Chiediamo, se NOI o uno di quei migranti, di cui testé abbiamo Lamentato lo struggente destino, riuscissimo, per magia, a diventare sultani del brunei, del bahrein, re sauditi, distribuiremmo il petrolio tra tutti i popoli della terra, o ci venderemmo agli “states” per sgraffignare, da essi difesi, ad uso e consumo nostro, il petrolio che appartiene a tutti gli uomini?

Molti capi rivoluzionari tanto avevano promesso, promettono ai loro popoli in rivolta, poi, una volta al “potere”, presi nell’ ”ingranaggio”…! Quante Madri l’uomo ha costretto ai piedi di una Croce, sulla quale era stato Crocifisso il loro Figlio. Sentiamo la contestazione dei molti: quale uomo, a quale classe appartenente; al “potere”, o servo della gleba. Ciascun uomo, in determinate condizioni di superiorità politica, economica, fisica, facendosi forte di appartenere ad un branco, ad una massa cieca, sarebbe capace di tanto. Sì, pilato, il sinedrio, ma chi urlò la condanna del Nazareno, assolvendo un criminale, tal barabba ?

Da chi fu ucciso Guido Pasolini, diciannovenne Partigiano col nome di battaglia “Ermes”, se non da commilitoni partigiani, per motivazioni, che non sono state, mai, chiarite?

E Pierpaolo Pasolini da chi sarebbe stato ucciso, se non da un sottoproletario diciasettenne, inondato, onorato dal suo Desiderio che, come Dice la Poetessa Libanese Joumena Haddad, Muove le montagne e l’Amore e con il Piacere è Strumento di Liberazione?

Così, il Poeta Si sente Compromesso in una Storia, in una cronaca, in un quotidiano, culle di milioni di morti; Egli Si Sente “lieve” e Considera, anche, le sue Parole “lievi”, fragili, inconsistenti, impotenti a fronteggiare l’ondata di sanguinosa barbarie con cui nel tempo, che è suo, deve fare i conti.

E Abbraccia la Cetra all’albero che con le sue fronde dà voce allo sdegno, al compianto della Natura.
Il triste vento, poi, è l’Eco del suo Silenzio ché colpisca l’incoscienza dei suoi simili. I tromboni mediatici in questi giorni ci stanno martellando la data del 25 aprile 2015: la liberazione dell’italietta compirà 70 anni. Di chi ci siamo liberati il 25 aprile del 1945, da cosa non ci siamo liberati?

Ci siamo, come in altri nostri Scritti, abbiamo Asseverato, alfierianamente, liberati di mussolini, dei suoi stretti collaboratori, del regime, da lui fondato, ma non dal fascismo, che è uno stato d’animo, una sottocultura, un ‘ideologia strisciante, dovunque; la “medusa” in grado di pietrificare la mente e il cuore di chiunque.

Sarebbe inutile comporre (pertanto, ne Operiamo l’Ellissi) l’affresco delle decine di anni, dopo la caduta del regime mussoliniano, vissuti dagli italiani nella totale inconsapevolezza di essere stati, di essere in balia di tenutari di mafie, di boiardi politici e dell’alta burocrazia di stato, responsabili di aver venduto parti strategiche dello stivale a quegli “states” che per qualche nave di grano e qualche dollaro vanificarono  gli Ideali dei Pochi Italiani, Teleologizzati a Instaurare, finalmente, nel nostro paese una Democrazia Sostanziale e non formale, alla mercè, soprattutto, delle mene, dell’arroganza del vaticano (purtroppo, formalizzate dall’Articolo 7 della Costituzione, in contraddizione con l’Art 3, che sancisce la Laicità dello stato, ponendo su di un piano di parità tutte le confessioni religiose).

La nostra Ellissi, come il Silenzio della Cetra di Quasimodo, è un Monito nostro, Rivolto agli italiettini, Animato da forte Tensione Etica, a depietrificare le menti e i cuori, ché un putto di manifesta arroganza autocratica con il suo tribunizio, mendace sproloquiare non impedisca ad essi la Domanda che oggi Si Fa, sempre più, pressante: “Si deus est, unde renzi”?