L'Elzeviro/L'uomo diviso tra corpo e anima. E la Chiesa troppo concentrata sulle terrene ricchezze

Solo la morte è una fatalità incoercibile, non esorcizzabile, per il resto, di tutto il resto, è l’uomo colpevole

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Trascrivo un breve Brano di Elon Musk, Fondatore della “Space Exploration Technologies”, primo Costruttore di vetture sportive elettriche: “Quando ero bambino, avevo molta paura dell’oscurità. Poi imparai che il buio è semplicemente assenza di fotoni nella lunghezza d’onda visibile – da 400 a 700 nanometri. Allora pensai: beh è davvero stupido avere paura di un’assenza di fotoni. Da quel giorno non ebbi mai paura del buio”. 

Molto oltre duemila anni fa, il Poeta Latino Lucrezio nel suo Grandioso Poema “De rerum natura” aveva Indicato il medesimo Metodo di Musk per il Superamento da parte dell’uomo di tutte le paure: Conoscere, Sapere grazie  all’Osservazione attenta, puntuale, Razionale della Natura. Nel Proemio del Libro II del “De rerum natura” (VV.1- 61) Lucrezio pare Ammonirci che la nostra Vita non potrà, giammai, essere Vestita, Ammantata di Dolcezza, Serenità, se non sarà Temprata dalla Dottrina dei Sapienti. 


Da quella Sovrumana Altezza (nell’Accezione Letterale dell’Aggettivo composto dall’Avverbio “Sovra” e dall’aggettivo “umano”, cioè l’umanità: degli ignoranti, contenti di essere tali, ché inconsapevoli dei mali dall’ignoranza prodotti, arrecati alle relazioni tra gli uomini; dei vili, degli ominicchi, ecc., ecc., ecc.) i Pochi Uomini, che sono ad Essa Ascesi, Ascendono, Ascenderanno, nell’Osservare coloro che, tapinamente, errano, nella vita smarriti, nell’instancabile ricerca di potere e ricchezza, Si Renderanno, felicemente, Conto dei mali, di cui Si sono Liberati, LiberandoSi delle insane passioni, di cui soffrono molti “animalia”, pur dalla Natura, inutilmente, guarniti di “cerebrum”. 

Costoro sono  meschini poveracci nel  preferire le tenebre alla Luce, in quanto non s’accorgono che la Natura ha Provvisto l’uomo di un Corpo, che Si Sforza solo di Lontanare il dolore e di un’Anima, che Gode nel SentirSi priva di affanni e di timori. Alla Qualità, alla Sostanza, all’Essenza del Corpo poche Cose Servono che siano in grado, come prima s’è Detto, di renderLo Immune dal dolore e che, ad onta della loro umile venalità, siano in grado di offrire al Sapiente innumeri Piaceri.

 Non in magioni sfavillanti di oro e argento, Continua Lucrezio, ma su prati lieti di soffice erba, lambiti da un rio e, tra amici, all’ombra di un alto albero, Ristoriamo il Corpo, specie, nella stagione primaverile allietata dal sorriso del tempo e dallo sboccio dei fiori. Non servono a mitigare le “febbri da cavallo” nel Corpo tanto le preziose, quanto le misere coperte. Quindi, come la potenza, il potere, la ricchezza non sono di vantaggio al Corpo, così essi non giovano all’Anima. Che possano essere giustificati i fanciulli nelle tenebre dell’inesperienza esistenziale, che non Incentiva il Sapere, la “Canoscenza” Ulissiade, per Dirla con Dante, per essere da tutti i timori affannati,  non sono, affatto, assolvibili gli adulti, i vecchi che, per aver avvistato tante albe emergere dal buio delle notti, non dovrebbero paventare ciò che i fanciulli paventano e che immaginano possa accadere. ”Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest /non radii solis neque lucida tela diei /discutiant, sed naturae species ratioque". Pertanto, questo terrore dell’animo e le sue tenebre è necessario che li rimuovano non i raggi del sole, né i luminosi dardi dell’aurora, ma l’osservazione razionale della natura”. “Sed” quali le paure, quali i terrori, di cui, secondo Lucrezio, prima di Musk, per la più parte, gli uomini nei millenni e, ancora, oggi, hanno sofferto e soffrono e soffriranno?

 La paura della morte e delle inenarrabili punizioni infernali da parte degli dei, fatti, rifatti, costruiti da coloro che detengono e hanno detenuto e deterranno nel futuro il potere a immagine e somiglianza di essi. Non è un caso che i più zelanti, pii sagrestani del sacro siano coloro che indossano (nell’italietta, al centro e in periferia, la fascia tricolore) le insegne del potere, falsamente compunti, non rare volte, seguendo processioni di icone, statue di uomini vissuti o che si presuma siano vissuti, santificati da uomini di potere religioso, spesso, nel corso della Storia, anche, di potere politico o organico al potere politico. Come, allora, Fruire della Contemplazione della Verità ? Mirando, senza mediazioni di sorta, direttamente, il Mondo della Natura nei suoi elementi, nelle interrelazioni e dinamiche tra essi, di essi; spazzando via: le paure che ci infonde ciò che, ancora, non conosciamo che, “tamen”, abbiamo il Dovere di Conoscere; i timori che ci procurano entità inesistenti, come gli dei, e la morte, evento certo in quanto alla Vita contestuale (Quando ci siamo noi, la morte non c’è; Quando c’è la morte non ci siamo noi, Diceva Epicuro); Affidandoci ai Sensi (dopo Epicuro e Lucrezio, Si Affidarono ai Sensi la Filosofia Scolastica, Locke, Leibnitz: “nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu”) che alla Ragione Trasmettono i dati, di cui Si sono Riappropriati, ché  Essa Elabori “Doxai” pronte, incessantemente, a Prosciugare lo spazio dell’ignoto in cui sguazza la mendace metafisica.

Non MI sono, giammai, occupato di anijeze gonxhe bojaxiu, così si chiamava, prima di prendere i voti, ”madre teresa di calcutta”, che una reboante campagna mediatica, organizzata dalla chiesa cattolica, ha, planetariamente, pubblicizzata come l’ ”apostola degli ultimi”: dei poveri, degli affamati, dei malati di lebbra e di aids, dei moribondi, degli umiliati. Ammesso e non concesso che costei tale sia stata sino a galoppare alla beatificazione (di quattro anni anticipata) e, poi, alla santificazione (con la presunta intercessione della defunta di un solo miracolo, celermente, attestato), senza uno straccio di processo, in/da cui, se ci fosse stato l’”advocatus diaboli”, sarebbero venute, necessariamente, allo scoperto tutte le obiezioni possibili, atte a negarle la santità, ché costei santa non fu mai, di fatto: per ciò che più avanti Rivelerò e di diritto, direbbero i giureconsulti: ché nessuna regola per codesta donna è stata seguita, per sistemarla in paradiso, Parafrasando Brecht, non posso EsimerMI dal Ribadire: “Guai a quel popolo, a quella umanità che ha bisogno di eroi”. I poveri? Gli ultimi ? Gli affamati? Gli umiliati? I malati di lebbra e di aids?

IO vorrei chiedere, essendo in questo mio Scritto Costretto a InteressarMI di poveri, ai miei 25 Lettori: ”Ma non dovremmo nel 2016 vergognarci di geremidiarci che sul Pianeta Terra esistano qualche miliardo di uomini, donne, bambini affamati e, quindi, esposti alle più brutali, esiziali pandemie, a causa della cattiva, a volte, inesistente alimentazione; a causa delle precarissime condizioni igieniche in cui vivono, mentre tolleriamo che si vanifichino, si sperperino miliardi e miliardi di dollari, di euro, insomma, di tutte le monete in circolazione, perché coloro a cui, irresponsabilmente, abbiamo dato la facoltà di amministrarli insistono nel/a giocare ai soldatini di piombo? Se il millenario passato e il presente e, certamente, il futuro ha prodotto, produce, produrrà poveri, ultimi, umiliati, malati senza diritto di cure appropriate, ricorrenti pandemie di terribili malattie, tutto sarà dipeso, dipende, dipenderà non dalla volontà di un dio, non dall’incapacità di un dio di organizzare, coordinare, secondo giustizia, equità, la vita delle sue creature, ma da una ciurma di predoni che, sin dalla rivoluzione agricola, si sono impossessati, s’impossessano, s’impossesseranno della ricchezza prodotta da masse di uomini, derubandoli, oltre a ciò che, singolarmente, ciascuno di essi produceva, produce, produrrà, anche, delle preziosissime materie prime, custodite nel sottosuolo terreste, che sono appartenute, appartengono, apparterranno a tutti gli uomini, schiavizzandoli. Allora, è all’”economico”, cioè al modo, alle finalità di produrre, distribuire la ricchezza che dobbiamo ascrivere l’annosa colpevolezza di tutte le sofferenze mondane.

Solo la morte è una fatalità incoercibile, non esorcizzabile, per il resto, di tutto il resto, è l’uomo colpevole, in quanto è l’uomo “faber” della Storia:  un  non nutrito stuolo di ladroni, che hanno delegato, delegano, delegheranno al cielo e ai suoi servi in terra, però, da essi nominati, di ammansire le masse (non rare volte, rassegnate all’edulcorazione della loro rabbia, delle loro capacità critiche, paghe di essere in una situazione di minorità disimpegnata, addirittura, facendo comunella con i despoti, quale che sia lo spessore di ferocia di costoro, contro i Pochi Uomini che, coraggiosamente, S’Attentano a Liberarle, come, magistralmente, Denuncia Platone nel famoso”Mito della caverna”),  promettendo ad esse eterna beatitudine al di là della vita, se avessero seguito, se seguissero, se seguiranno i “comandamenti”, dai loro prezzolati pseudointellettuali elaborati, e altrettante  eterne pene nel caso di trasgressione da parte di esse. Ora, ammettiamo, “sed”, assolutamente, non concediamo, che l’interminata povertà di miliardi di uomini e la smisurata ricchezza di una minoranza di uomini sul Pianeta siano due categorie, a priori, della creazione o della evoluzione, quindi, ineliminabili, le istituzioni sovrane delle “polis” del passato, degli imperi, delle nazioni, quelle nazionali e sovranazionali di oggi, non avrebbero dovuto, non dovrebbero, eticamente, impegnarsi non solo nel rendere meno progressiva la divaricazione tra l’immedicabile povertà e l’immorale ricchezza, ma, anche, di risolvere il problema di una, sia pur sobria, frugale alimentazione dei poveri del pianeta, della salute di essi, delle condizioni igieniche nel  vissuto quotidiano di essi ? Sì, oggi, ad esempio, c’è la “FAO”, organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura con lo scopo di contribuire ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali, contribuire alla crescita economica mondiale. Con sede a roma. Tito Livio (Storie, XXI, 7,1) avrebbe Esclamato: ”Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur” da annibale. Mentre nelle eleganti sedi di queste organizzazioni, presunte umanitarie, burocrati e buriocratesse discutono sull’acqua clada o sul tempo che fa, i disgraziati di tutto il mondo vengono presi in carico da faccendieri, da truffatori, da missioni di tutte le confessioni, da mistici i quali, a seconda della loro loquacità truffaldina e della spettacolarizzazione mediatica che riescono a guadagnarsi, raggranellano somme, talvolta,  degne, si fa per dire, di imperi finanziari, da privati (anche ricchi sfondati, i quali, così, ripuliscono la loro cattiva coscienza per le loro varie ruberie) e da istituzioni statali (che con qualche obolo elargito a falsi benefattori fingono di tenere in piedi il “welfare state”). Per venire alla detta “madre teresa di Calcutta”, IO non MI sono, mai, occupato di eroi ed eroine, per essere in Consonanza con Brecht, precedentemente, Chiamato in Causa in questo mio Scritto.

Poiché tutto colpisce i miei Sensi, ho sentito parlare di codesta monaca; qualche volta MI sono Soffermato su alcune foto, che la ritraevano, e la durezza dei lineamenti del volto MI ha portato, dopo aver Letto una Nota di Christofer Hicchens, Articoli di Krithika Varagur, di Maxime Bourdier, a concordare, finalmente, con bergoglio, il quale, di lei parlando, in una intervista aggiunse: ”Avrei avuto paura se fosse stata la mia superiora”. Da quanti Volti, pur non essendo stati dalla Natura Dotati di Olimpica Bellezza, Profluvia, fascinosamente, indicibile, serena Dolcezza! Mentre la monaca albanese aveva nel suo volto la durezza della classica “manager” di una multinazionale associata al fanatismo di una matriarca beghina tridentina o controriformistica. Però, MI Consolavo, Concludendo che, come padre pio e i confratelli dopo; come un prete di bitonto, a cui erano state affidate due statue di santi anargiri (prestatori disinteressati, non venali di cure mediche), pur avendo distratto molto denaro, donato da benefattori di tutto il mondo, nella costruzione di chiese, basiliche faraoniche, avevano, comunque, provveduto a far elevare Strutture Ospedaliere di indiscutibile Eccellenza. Mentre la detta “madre teresa di culcutta”, in controtendenza con la sua fama immeritata di santa, “NO”! Cito da C. Hitchens, autore sulla monaca, fatta santa da bergoglio, di un Documentario intitolato “L’angelo dell’inferno” e di un Libro, intitolato ”La posizione della missionaria”: “Ho scoperto che aveva preso soldi da ricchi dittatori, come la cricca dei Duvalier ad haiti, era stata amica della povertà anziché dei poveri, non aveva mai dato conto delle enormi somme di denaro che le erano state donate, si era opposta al controllo delle nascite nella città più sovrappopolata del pianeta ed era stata portavoce dei dogmi più estremi del fondamentalismo religioso. In realtà è esagerato affermare che “l’ho scoperto”: era sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno si era preso la briga di chiedersi se la sua reputazione era meritata o era semplicemente il risultato di brillanti relazioni pubbliche” Negli altri articoli degli Autori, testé Menzionati da ME, si Riferisce, ad esempio, che sulla questione della sessualità la “madre” era “in ritardo rispetto ai testi Ufficiali della Chiesa”; che ”la madre” aveva teleologizzato la  sua opera a convertire le persone a cui prestava aiuto, quindi aveva una spiccata inclinazione al proselitismo; che la ”madre”, a detta di un’ex volontaria in un ospizio delle “Missionarie della Carità”, fondato dal “Nobel per la pace” nel 1979, glorificava la sofferenza, non la guariva e che i pazienti ricevevano e, forse, ricevono poca o nessuna cura, che l’igiene era e, forse, è ben lontana dall’essere normale, che vi operavano e, forse, vi operano suore senza competenze mediche; che per la “madre” c’era qualcosa di meraviglioso nel vedere i poveri accettare la propria sorte, sopportandola come se fosse la passione di cristo; che  nelle missioni della “madre” la più parte dei pazienti aspettava e, forse, aspetta, invano, di ricevere cure mediche, mentre gli altri vi si recavano e, forse, si recano per morire senza ricevere cure adeguate e che la causa di queste carenze era e, forse, è la concezione della sofferenza della religiosa, non la mancanza di risorse; che la “madre” aveva destinato le immense risorse economiche, che le erano arrivate, privilegiando il finanziamento dei conventi, più che dare la priorità alle cliniche.

Eppure, ad onta di quanto Lamentato dai Giusti, la “madre” è stata insignita dal monarca svedese del premio “Nobel per la pace” e della greca di santa dal “vicario di cristo”! Il monarca e la giuria, Penso, da lui presieduta, data la eco mediatica planetaria, che il “Nobel “ scarica nei meandri auricolari umani, avrebbero dovuto informarsi meglio dello spessore etico della monaca, da essi grecata; del vicario di cristo non MI sorprendo, avendo sia bergoglio, sia i suoi predecessori, santificato tipi, come pio IX, josemaria escrivà de belaguer, fondatore dell’ esecrabile “opus dei”, giovanni paolo II e un interminabile fior fiore di cattolici, per i quali i Vangeli furono un “optional”, preferendo alla Lettura degli Originali le croste delle glosse ai margini di Essi, dettate dai detentori di turno del potere, in qualsiasi tempo e modo dai vertici chiercati assecondati, diventate ineludibile tradizione.