Mensa scolastica. Le mamme: "Inizi a gennaio". Il vicesindaco si prende 15 giorni per decidere

Ieri protesta di un gruppo di donne a Palazzo Gentile per le tariffe della compartecipazione familiare. Calò ha promesso di portare le istanze alla giunta comunale

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Due settimane, forse anche qualcosa in meno.

È il tempo che si è dato il vicesindaco Rosa Calò per raccogliere tutte le idee, le proposte ma anche i malumori e i mugugni di quei genitori che si sono ritrovati a Palazzo Gentile, e trasferirli poi alla giunta comunale per vedere il da farsi.

Che può essere tutto e il contrario di tutto.

L'oggetto del contendere è la mensa scolastica. Nei molteplici suoi aspetti.

Ieri mattina, infatti, un gruppo di rappresentanti delle classi e scuole interessate al servizio di refezione ha voluto vederci chiaro.

A loro non vanno giù le tariffe che il Comune ha applicato (riviste due volte, e leggermente al rialzo per le fasce di reddito medio-alte rispetto all'anno scorso) e, soprattutto, che queste vadano a regime soltanto dal 1°gennaio, perché per i primi due mesi (la pappa ai bambini sarà pronta molto probabilmente a novembre) si dovrà pagare secondo le quote di compartecipazione decise a luglio. E più alte di quelle riviste a settembre.

Dietro ciascuna di loro c'è una storia e vicenda personale.

C'è chi minaccia di non pagare per i primi due mesi, e di farlo dall'anno nuovo. Chi sta pensando di iscrivere il figlio dove non ci sia il servizio di refezione, ma qui scatta entra in gioco anche una questione di vicinanza geografica. Altri ancora, pur condividendo la volontà di salvaguardare le fasce più deboli, chiedono controlli sui modelli Isee («ci sono tanti poveri che in realtà non lo sono»), oppure di avere una qualità dei pasti migliore rispetto a quelli serviti fino all'anno scorso.

C'è chi chiede – la grande maggioranza – di far partire la mensa a gennaio, in modo da pagare con le tariffe deliberate qualche settimana fa.

A prendere appunti, si diceva, c'era il vicesindaco, che ha spiegato loro alcune questioni di merito.

«Il 30 luglio – ricorda – per un problema di assestamento di bilancio e avendo avuto minori introiti, abbiamo rivisto al rialzo le tariffe. Poi, però, attraverso alcune segnalazioni e alcune verifiche, ci siamo accorti che c'era qualche errore e le abbiamo corrette». Conquelle nuove, in pratica, succede che le fasce reddituali restano sempre dieci e quelle più deboli - Isee fino a 4mila euro - restano sempre tutelate e continueranno a pagare quanto pagavano, il 25 per cento.

Dai 4mila fino ai 16mila l'importo da pagare oscilla dal 35 per cento al 70 per cento. Che diventa l'80 per cento per chi ha un reddito di 20mila euro. Devono pagare tra il 90 per cento e la totalità della pappa tutti coloro che guadagnano, invece, oltre i 20mila euro annui.

Ma perché le nuove tariffe partiranno da gennaio? «Prima è impossibilespiega – perché significherebbe effettuare una variazione di bilancio e per farlo bisogna convocare il Consiglio comunale. I tempi sarebbero troppo lunghi. Ecco perché per i primi due mesi bisogna pagare con le tariffe decise a luglio(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/contributo-familiare-mensa-scolastica-la-giunta-rivede-al-rialzo-le-quote-di-compartecipazione/6873.htm)e legate al bilancio di previsione 2015».

Anche per questo, allora, il vicesindaco ha chiesto un piccolo sacrificio alle mamme e alle famiglie interessate. «Il menù – aggiunge – viene deciso dalla Asl e da un nutrizionista ovviamente qualificato, e nulla ha a che fare con il Comune o l'azienda che ha il servizio».

Poi la decisione. Portare le istanze e le perplessità delle mamme agli altri colleghi assessori. Ma capire cosa verrà fatto è davvero difficile.

«I tempi di risposta – promette Calò – saranno comunque brevi, massimo 15 giorni, anche per permettere al servizio di partire senza problemi».