Mensa scolastica. Un genitore denuncia: "La qualità è scadente e l'anno prossimo non la vogliamo"

Pesanti parole del padre di una bambina che frequenta la scuola "Fornelli". "Abbiamo già chiesto la rinuncia al servizio perché è scadente"

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Dapprima c'è l'amara ammissione. “La qualità della mensa scolastica è scadente. E lo è sempre stato dall'inizio del servizio”.

Poi la battuta: “Il nuovo menù mensa che hanno promesso somiglia a una nuova serie televisiva: si è visto per un paio di giorni, poi si è tornati all'antico”.

Poi la certezza: “Per il prossimo anno scolastico, ho messo nero su bianco la volontà di non voler più il servizio di refezione. E con me tutti i genitori della classe”.

Dopo la denuncia fatta nei giorni scorsi sul servizio della mensa (http://bit.ly/2nvmCMH) e il pranzo di martedì mattina del sindaco Michele Abbaticchio nella scuola “Nicola Fornelli” per rassicurare tutti, i malumori proseguono, e alcuni genitori continuano a segnalare la pessima qualità della refezione scolastica.

Il servizio – spiega ai nostri taccuini il padre di una bambina frequentante proprio il 1° Circolo didattico situato in via Repubblica – è davvero scadente, oserei definire pessimo. Ma non da questo anno scolastico, bensì da quattro anni”.

Il perché è presto detto. “A mia figlia, a gennaio, è stato servito un pollo crudo, assolutamente immangiabile. Le posate, molto spesso, sono già sporche ancora prima di essere servite a tavola, sovente i bicchieri di plastica che cascano non vengono cambiati e messi come se nulla fosse. Per non parlare, poi, della frutta che è o troppo matura o troppo acerba o troppo dura, dei salumi il più delle volte non buoni, così come il merluzzo fritto”.

Basti pensare – è l'amarcord del genitore – che già a novembre, con la mensa iniziata da pochi giorni, più di un papà si è lamentato proprio della qualità della frutta. Non è possibile che mia figlia, con il pranzo fatto alle 13-13.30, alle 16 tornando a casa abbia così tanta fame”.

E neanche il nuovo menù, quello studiato a tavolino con i nutrizionisti e l'Azienda sanitaria locale barese, fa fare salti di gioia. Anzi, sembra essere da “Chi l'ha visto?”. “È come se fosse – spiega sempre l'uomo – una nuova serie di cartoni animati. All'inizio ti promettono piatti prestabiliti, ma poi sono disattesi. Basti pensare che la mia bambina dovrebbe avere una volta a settimana pezzi di pizza, li ha visti soltanto una volta, settimana scorsa”.

E, oltre al danno, non mancano le beffe. La prima: “Diversamente da quello che succede altrove, ci viene impedito di entrare in mensa per controllare il cibo, e questa è una cosa assurda.

La seconda, forse quella più grave. “A questo disservizio –sottolinea il genitore – si devono aggiungere anche i ricatti psicologici del direttore scolastico che, in un'altra classe che aveva minacciato di non avvalersi più della refezione, si era appellato alla perdita di lavoro da parte dei docenti, legati proprio al tempo pieno. Il preside, tra l'altro, non ci ha mai incontrato per discutere della questione mensa”.

Vista la situazione, dunque, la scelta fatta è inevitabile: “Assieme alle altre famiglie della classe, abbiamo deciso che l'anno prossimo non vogliamo che venga servita la pappa ai nostri figli. Èd è una cosa che già abbiamo messo nero su bianco”.