Da New York a Parigi, da Dolce&Gabbana a Calvin Klein: ecco la storia di Mario Castellano

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Le amicizie son sempre così strane. Da ragazzini ci sembra di averne mille e poi ci si perde di vista, alcuni vanno a studiare in altre città e ci si ritrova, per caso, durante qualche festività con la promessa che “magari ci prendiamo un caffè ‘sti giorni”. E il caffè non ce lo prendiamo, ovviamente.

Mario Castellano, invece, l’ho ritrovato sulle pagine dei giornali. Non quelle di cronaca, per fortuna, ma su quelle di moda.

«Ho fatto un photo – test, sotto il suggerimento dei miei parenti, con dei fotografi di settore e gli scatti arrivarono ad un talent scout newyorkese – ci racconta il 25enne, mentre mescola lo zucchero nel caffè -. Mi ha insegnato tutto: lo stile, la camminata. Di lì ha avuto inizio tutto, compreso il primo shooting per un magazine londinese, “Slave”».

L’editore scelse la foto di Mario, nell’inverno 2013, mentre a Milano scattava per Dolce&Gabbanae il sito dell’azienda.

«A New York ci sono contesti urbani duri e hanno messo su un nuovo marchio, HBA: furono proprio loro ad organizzare uno spettacolo al MoMa per Halloween. C’erano scene di vita quotidiana, fatta d’hip hop, densa del grigiore dei sobborghi: il giorno dopo mi ritrovai tra le pagine del New York Times e di Paper Magazine e fui felicissimo».

Da marzo a giugno 2014, poi, il modello bitontino è stato a Parigi per la rivista d’alta moda T.T.T. Magazine, che ha scelto proprio il volto di Mario per la copertina (in foto); parigina è l’origine del video fatto per American Apparel eCalvin Klein.

È stata Marta Lapalombella e le sue borse meravigliose che girano l’Europa e il fotografo bitontino Gaetano Giordano a portare qui Mario per il suo primo lavoro pugliese: «Un’esperienza insolita – commenta – ma davvero entusiasmante anche per le grandi capacità di Gaetano».

Ma come vive un ragazzo, da solo, per il mondo?

«Per vivere bene e vivere bene mentre lo fai, devi essere molto responsabile, attento alla gente che frequenti: non c’è tutela rispetto alla vita di paese. Il lavoro ti dà tante soddisfazioni e riesci a vivere bene con i soldi che guadagni, ma la fregatura è dietro l’angolo e spesso si ha bisogno di una persona sicura a cui affidarsi».

Per fare il “modello” basta essere un bel ragazzo?

«Non ci vuole solo un corpo armonico ed un bel viso, devi avere carattere, personalità, intelligenza e i canoni di bellezza sono diversi da Paese a Paese. Ora conosco molto bene il mio corpo e il mio metabolismo: mangio bene e non solo per il lavoro. Il cliente con te ci vuole parlare, devi avere spessore culturale». E i tuoi tatuaggi, ti hanno mai dato “problemi”? «Anche i tatuaggi trasmettono il tuo essere, dicono quel che vuoi trasmettere, e magari spiegare il loro significato potrebbe confermare il “non essere fessi”».

Come è cambiata la tua vita?

«Mi conosci – sorride -, sono sempre stato un tipo molto timido e questo lavoro mi ha fatto crescere moltissimo a livello caratteriale. Conoscere diversi modi di vivere, culture, ti fa diventare migliore. Mi trovo spesso a viaggiare da solo, però, e quando ti arrivano belle notizie non sai con chi condividerle, chi abbracciare: la solitudine, la depressione, sono lì, dietro l’angolo».

Da grande vuoi fare davvero il modello?

«Macchè! Mi diverto, mi diverto tanto. Ho cominciato la laurea in filosofia e ho in progetto una tesi sperimentale sulla sociologia economica e politica. Dopo spero di andare a Rotterdam per un master di ricerca: voglio ricercare seriamente e dare dei contribuiti alla società in cui viviamo».

Mario ci saluta promettendoci gli ultimi scatti fatti per la rivista “Bleu” che avete, cari lettori, nella gallery qui disponibile.