WINDOWS 10 gratis, ma a quale prezzo?

È da pochi giorni che la Microsoftha lanciato sul mercato la nuova versione del suo sistema operativo (Windows) e, come alcuni avranno notato, si è passati dalla versione 8 direttamente alla versione 10.

Per far sì che tutti i PC equipaggiati con la versione 7 o 8 passassero alla 10, la Microsoft ha usato delle strategie di marketing a dir poco scorrette ed invasive: dapprima ha annunciato la disponibilità ad un rilascio gratuito della nuova versione, in modo da invogliare e convincere l’utente ad effettuare l'upgrade; poi, in maniera più subdola, ha spacciato lo stesso come normale aggiornamento di sistema, forzando ingannevolmente il passaggio alla nuova versione pur senza esplicita approvazione da parte dell’utente (vani i tentativi di cliccare sulla X per chiudere la finestra di dialogo). «C’è chi ha paragonato questo comportamento a quello di unmalware, e possiamo concordare con tale affermazione» scrive Manolo De Agostini su www.tomshw.it, che prosegue: «d’altronde la totalità degli utenti Windows, noi compresi, intende il tasto di chiusura di una schermata come un modo per sbarazzarsi di una finestra, non un assenso a proseguire una qualsivoglia operazione».

Cerchiamo ora di capire il perché di tutto ciò. Uno dei motivi del comportamento diciamo “anomalo” dell’azienda di Redmond è di natura prettamente commerciale: nel 2015, dei quattro miliardi di dollari totali, i profitti ricavati dalla vendita al dettaglio di Windows equivalevano ad una percentuale molto piccola in relazione al grosso dei profitti di Microsoft, chenon ha dunque validi motivi finanziari per far pagare Windows 10 agli utenti. I guadagni mancanti potranno essere facilmente tappati da altri business, come l’hardware (Surface e Xboxin primis), la novità del Windows Store, i servizi di cloud computing, le licenze d’uso alle aziende ecc. ecc.

Il meccanismo studiato da Microsoft è quasi diabolico. Si può affermare che Windows 10 offerto gratuitamente, cosa che già di per sé ha generato una grande confusione per com’è stata impostata («È gratis adesso, ma poi dovrò pagare dopo il primo anno?» si sono chiesti in tanti) è uno specchietto per le allodole, che non fa altro che far aumentare il numero degli utenti: al solo scopo di ingrossare le fila di una massa sempre più “computerizzata” ma allo stesso tempo acritica e inconsapevole, costretta ad usare Windows (e i suoi derivati) a casa, in ufficio o nel tempo libero. È bene ricordare che il sistema operativo della Microsoft non è di nostra proprietà: noi compriamo solo il permesso ad utilizzarlo (licenza d’uso) e quindi, secondo la loro logica, non possiamo pretendere che faccia quello che vogliamo!

Alla fine dei conti, l’unico vero obiettivo di Bill Gates (l'uomo più ricco del mondo) proprietario della Microsoft è “anestetizzare” il mercato globale, imporre il proprio standard aziendale a discapito dello standard open source, che invece è di tutti e per tutti, nato e sviluppato sui concetti di pubblico dominio e di libero accesso, nonché di condivisione delle conoscenze. Non dimentichiamolo mai! Grazie a dio, a noi “diversamente” utenti è concesso usare il sistema operativo che equipaggia i nostri PC come vogliamo: copiarlo, studiare il suo codice sorgente, modificarlo e ridistribuirlo, consapevoli che ad ogni aggiornamento di sistema verranno aggiornati anche tutti i programmi connessi, ritrovandoci sempre un sistema coerente di versioni di software. E che inoltre, anche quando qualcosa non funzionasse come dovrebbe («il software libero è “libero”, non perfetto altrimenti si chiamerebbe software “perfetto”»), si ha sempre quella piacevole ed indescrivibile sensazione di essere rispettati.

Sperando di esservi stato utile anche questa volta, vi ricordo che potete contattarmi al seguente indirizzo e-mail: michele.savino.51@gmail.com.