Europrogea, parla Franco Natilla (PD): "Responsabilità dell'assessore Daucelli, si faccia da parte"

Il consigliere comunale democratico ricostruisce la vicenda e replica con un duro attacco alle recenti dichiarazioni dell'Amministrazione

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È tornato a parlare il consigliere comunale Franco Natillasul caso Europrogea. E lo ha fatto in una conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede del Partito Democratico. Un incontro in cui il consigliere piddino ha voluto ricostruire passo dopo passo tutte le tappe della vicenda, dai suoi inizi fino all’archiviazione del procedimento per il sindaco Michele Abbaticchio e per le funzionarie del comune di Bitonto, l’ex dirigente Francesca Panzini e l’attuale responsabile del settore finanziario Nadia Palmieri. Il primo indagato per omissione d’atti d’ufficio, le altre due per abuso d’ufficio.

Natilla ha ricostruito i fatti, partendo però da quanto accaduto nell’ultimo consiglio comunale, ovvero dalle dichiarazioni in aula dell’assessore al Bilancio, Michele Daucelli, in occasione dell’approvazione del DUP, il Documento Unico di Programmazione.

«Nella relazione introduttiva – spiega Natilla – l’assessore ha fatto riferimento al caso Europrogea, informando il Consiglio che l’azienda aveva pagato quanto doveva al Comune, che ha incassato 298mila euro a fronte dei 280mila dovuti, con 18mila euro di interessi. Daucelli osservava che la questione si è chiarita e che così l’ente non ha subito nessun danno, essendo state archiviate d’ufficio tutte le indagini. Anzi l’unico danno subito in questa situazione consiste nei 40mila euro di spese legali che il Comune ha dovuto sborsare».

Un chiarimento che non è andato giù a Natilla, che ha voluto raccontare la sua versione.

La ricostruzione. «La cittadinanza va rispettata e alla cittadinanza bisogna riferire i fatti per quelli che sono», commenta il consigliere democratico, che parte nel suo excursus storico dal Consiglio comunale del 3 luglio 2013, quando interrogò l’assessore Daucelli chiedendo se fosse vera l’esistenza di aziende nell’agro di Bitonto che non pagassero la Tarsu da diverso tempo.  Questa la risposta di Daucelli, riportata nel verbale n. 62:“6-7 mesi fa circa, non ricordo, arrivò un richiesta da parte di società, che non è un’impresa, credo produttrice, non è un’impresa manifatturiera, ma è una società di logistica, lo sto dicendo perché ci sono le carte agli atti, arrivò da parte di una società che effettua servizio di logistica, effettua, una richiesta di maggiore dilazione, rispetto a quella prevista per regolamento, in quanto aveva in corso, credo un decreto ingiuntivo, che avrebbe bloccato i mezzi. Siccome in quella società di logistica lavorano credo 50-60 autisti, quindi, bloccando i mezzi la società disse che aveva difficoltà a far maestranze”.

«Dimostrò inconfutabilmente di sapere l’esistenza di questo caso», osserva Natilla, che poi evidenzia come successivamente fu costretto a sollecitare, più volte, la mancata risposta. Scrisse dapprima il 9 luglio 2013, ma anche a questa nota non fu dato nessun riscontro, tant’è che il consigliere comunale tornò a sollecitare l’Amministrazione a fine settembre – inizio ottobre, quando reiterò la richiesta di notizie a riguardo. Il 7 ottobre giunse la risposta da Palazzo Gentile, con la documentazione in allegato con tutti gli atti.

«Da una semplice lettura – evidenzia Natilla – si verifica che a questa ditta, che aveva un debito di € 302.931,12, era stata concessa una ulteriore rateizzazione».

Si arriva da ottobre al 21 gennaio 2014, quando Natilla scrive nuovamente a Palazzo Gentile per chiedere “quali iniziative sono state intraprese per la riscossione del credito di Europrogea Spa nei confronti del Comune di Bitonto per il mancato pagamento della Tarsu e considerato che sono scaduti i termini per la presentazione di eventuali osservazioni avverso il procedimento di annullamento della rateizzazione concessa in precedenza”. Nessuna risposta a riguardo, e il 30 maggio 2014 c’è da parte del consigliere metropolitano un sollecito ad adempiere. La risposta arriva l’11 giugno con la nota n. 22445: «Viene mandata tutta la situazione in atto- spiega Natilla –, i due precetti più i due pignoramenti avviati dalla concessionaria di riscossione, la Cerin, ed il pignoramento promosso nel dicembre 2013 relativo all’anno 2012, e le ingiunzioni che hanno ad oggetto gli avvisi Tarsu che vanno dal 2005 al 2012».

«Se il consigliere Natilla, che non ha fatto nulla di straordinario, se non espletato la sua funzione ordinaria, come dovrebbe fare un qualsiasi consigliere, di controllo dell’attività amministrativa, non si fosse mobilitato, sarebbe emerso questo caso? L’assessore che sapeva avrebbe dato corso a tutta la procedura a cui si è pervenuti? Io ci metto un grossissimo punto interrogativo», si difende Natilla, che poi aggiunge un importante nuovo particolare alla vicenda: «A settembre 2016, poco prima della notizia dell’archiviazione delle indagini, mi è arrivata una nota sottoscritta dall’avv. Pasquale Tampoia, incaricato dal vecchio concessionario, la Cerin, nella quale dichiarava che fu raggiunto nel suo studio dall’assessore Daucelli e dall’amministratore delegato di Europrogea, per richiedere di bloccare la procedura di pignoramento in quanto era in atto una rateizzazione del credito. È un documento che ho subito trasmesso alla Procura della Repubblica. Io ritengo che il consigliere comunale, nell’espletamento della propria funzione, sia equiparato ad un pubblico ufficiale, ed in quanto tale, venendo a conoscenza di un possibile ipotetico reato, debba denunciare. Non mi interessano le manette, a me interessa il dibattito sul piano amministrativo».

Intanto tornando indietro nella ricostruzione, ci si sofferma al 6 marzo 2013, quando l’Europrogea chiede, con una missiva al Comune, come programmare il pagamento secondo l’accordo di rateizzazione nuovo stipulato il 13 febbraio 2013. Contemporaneamente, però, il 22 febbraio 2013, il concessionario Cerin scrive al Comune facendo notare che (nota n. 109/2013) “l’autorizzazione a procedere alla rateizzazione di cui trattasi non è stata giammai richiesta e/o invocata da questa Concessionaria, non sussistendone, a parere di chi scrive, i presupposti normativi per la concessione agevolativa. Invero, come risulta dalla documentazione in atti, la società richiedente nel corso degli anni, nello specifico dal 2003 ad oggi, si è resa responsabile di un atteggiamento di persistente morosità, essendo stata ripetutamente raggiunta da una serie di atti d’imposizione, ai quali non ha mai fatto seguito alcun pagamento dei tributi accertati, nemmeno in fase di riscossione coattiva, e ciò nonostante l’ampia disponibilità dimostrata in passata nei confronti della società medesima, sia da codesta Amministrazione che dalla scrivente, anche con la predisposizione di specifici piani di rientro”.

«Era stato posto in essere un sistema per eludere la norma regolamentare vigente, che dice che chi disattende pure per una volta l’impegno a pagare, anche se c’è un accordo tra le parti, non ha più diritto a beneficiare di questa possibilità», sottolinea Natilla.

Dopo la nota della Cerin, inevitabilmente l’Amministrazione scrive ad ottobre 2013 ad Europrogea dichiarando l’annullamento della rateizzazione e l’invito a pagare immediatamente.

La querelle degli avvisi di garanzia. «In tutto ciò non si rileva mai un atto di indirizzo alla parte amministrativa né del sindaco né dell’assessore, che ha dato via libera alla rateizzazione e al blocco del pignoramento, pur sapendo non fosse regolare. L’assessore non ha dato queste risposte, non può blaterare, oltre al fatto che ha poca memoria ed è stato poco preciso nel ricostruire la vicenda pure se era perfettamente a conoscenza di tutta la situazione».

Chiaro riferimento alla vicenda degli avvisi di garanzia rivolti al sindaco e alle due dirigenti comunali. «Quando fu resa nota la notizia degli avvisi di garanzia – ricorda – l’assessore dichiarò che riguardavano solo i due funzionari comunali, ma sapeva che in realtà erano tre. Perché se è stata archiviata anche la posizione del sindaco, vuol dire che gli avvisi di garanzia erano tre».

«Trovo grave – aggiunge – che il vicepresidente di Avviso Pubblico, che ebbe l’accortezza di sottoporre in Consiglio comunale la Carta di Pisa, che presenta principi etici inconfutabili, non abbia avvertito il dovere di comunicare alla città che era oggetto di un avviso di garanzia, che non è un’accusa o una condanna, ma è la Procura che ti informa che sta facendo delle indagini».

L’attacco finale. Bersagli, inevitabilmente Daucelli, Abbaticchio e tutta la maggioranza.

«La gente deve essere messa nelle condizioni di conoscere i fatti per quelli che sono. E se un pubblico amministratore commette – volontariamente o involontariamente – un errore, deve sapersi prendere la responsabilità del proprio agire e non cercare di sviare dall’essenza delle questioni. Sulla questione l’assessore Daucelli ha da farsi perdonare delle responsabilità inconfutabili, che risiedono nella risposta data nel Consiglio comunale del luglio 2013 e nella dichiarazione dell’avvocato della Cerin. Per il nono anno si era verificato un raggiro alle norme regolamentari. E le conseguenze sarebbero ricadute sulla collettività. Abbia dunque il buon senso e l’umiltà di chiedere scusa e di farsi da parte. E non meno colpevole è chi ha esercitato un’azione di copertura nei confronti di questo amministratore sin dal momento in cui, in Consiglio comunale, chiesi del contenzioso tra Amministrazione e Cerin, che ammonta ad alcuni milioni di euro, e lo interrogai se si sentisse sereno e se fosse nelle condizioni necessarie di obiettività nel suo ruolo di amministratore, visto che aveva ricevuto degli incarichi dalla Cerin».

E qui Natilla, conclude, prendendosela anche col referente di Rifondazione Comunista, Dino Tafuto. «Dice fesserie per sentito dire. Lo sa che sul libro paga della Cerin o di società partecipate dai proprietari della Cerin ci sono l’assessore Daucelli o i parenti, i figlie e i fidanzati delle figlie di qualche assessore? Mai abbiamo fatto queste richieste sapendo di poter entrare in conflitto».