Must Change 2014. Fitto e Gasparri discutono sul futuro del centrodestra

L'ex governatore pugliese propone le primarie per eleggere i candidati, sia a livello nazionale che regionale

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Agricoltura, governo Renzi, ascesa della Lega Nord di Salvini e futuro del centrodestra.

Di tutto questo e tanto altro si è discusso nel #Mustchange 2014, l’evento organizzato dalla sezione bitontina di Forza Italia, che ha ospitato ieri Maurizio Gasparri e Raffaele Fitto, intervistati dal caporedattore del TGR Puglia Attilio Romita.

A porgere i saluti istituzionali il sindaco Michele Abbaticchio, il coordinatore regionale del partito Francesco Amoruso, e il vicecoordinatore provinciale azzurro Domenico Damascelli che, ribadendo quanto espresso in occasione delle primarie del centrosinistra, introduce: «Bitonto ha detto no a Michele Emiliano, che era sostenuto da quasi tutti i partiti del centrosinistra. Spero che proprio da Bitonto parta la ripresa della Puglia, che non può continuare ad essere guidata dal centrosinistra dopo un decennio fallimentare».

Nel mirino di Damascelli anche le recenti misure del governo Renzi, che «in modo subdolo ha tagliato 350 milioni di fondi ai Comuni, obbligandoli a recuperare le risorse con l’introduzione dell’IMU sui terreni agricoli».

«Si ignorano così tutti i sacrifici che gli agricoltori fanno per acquistare appezzamenti di terra e renderli coltivabili. Sarà un salasso per tanti – accusa – Con l’Anci faremo una dura battaglia».

Dopo l’introduzione del consigliere comunale, la parola passa al giornalista Attilio Romita, che interroga i due ospiti su articolo 18, ascesa della Lega di Salvini: «Il quadro politico è in continuo mutamento. Ci troviamo di fronte ad un governo di centrosinistra che vuole abolire l’articolo 18, da sempre cavallo di battaglia del centrodestra. Un centrosinistra che trova uno dei pochi oppositori al suo interno. Le sue tematiche sono attraenti anche per un pubblico di destra. Moriremo renziani?».

«La nostra collaborazione è basata su obiettivi e regole comuni, quali nuova legge elettorale, fine del bicameralismo» spiega Gasparri.
Che ha posto l'accento su un dibattito politico penalizzato dalla situazione giudiziaria di Berlusconi: «Assistiamo ad uno spostamento a destra dell’asse politico. Dopo che Berlusconi ha sconfitto tutti i leader storici della sinistra degli ultimi anni, da Occhetto a Bersani, hanno dovuto partorire un politico di nuova generazione che non possiamo certo sconfiggere accusandolo di essere comunista. Lo stesso percorso l’ha seguito la sinistra in Inghilterra, quando per sconfiggere la Thatcher, ha sostenuto Tony Blair. Noi abbiamo fatto molto di più per l’occupazione con la legge Biagi. Abbiamo arginato l’immigrazione dialogando con Geddafi».

E sul nuovo protagonismo della Lega Nord, Gasparri invita il centrodestra a prendere una posizione più netta, «per evitare che altre forze politiche approfittino di spazi lasciati vuoti e per non avvantaggiare Renzi, che ha dalla sua l’assenza di opposizione».

Una necessità avvertita anche da Fitto: «Finalmente stiamo iniziando ad assumere una posizione più netta anche in politica economica. Abbiamo passato una fase in cui ci riunivamo per dire in cosa Renzi fosse bravo. Poi siamo passati all’adulazione di Salvini. Dobbiamo smettere di guardare gli altri e capire come declinare Forza Italia, come recuperare quei 9 milioni di elettori che ci hanno abbandonato, alimentando l’astensionismo. Vogliamo sottolineare la differenza tra gli slogan accattivanti di Renzi e i suoi contenuti? Vogliamo tracciare una linea di demarcazione?».

Ma è sul futuro di Forza Italia e del centrodestra che i due hanno idee diverse.
Per l’ex presidente di Regione, infatti, è necessario un nuovo modello organizzativo, per far viaggiare nuovi contenuti: «Per quanto riguarda il modello di rappresentanza siamo andati in una direzione che non piace più ai cittadini. Basta con nomine dall’alto, ma iniziamo a far scegliere dal basso i candidati». E la ricetta, per Fitto, è quella delle primarie, finora cavallo di battaglia della sinistra».

Una rivoluzione che il forzista salentino vuol fare restando nel partito: «Se vogliamo difendere il nostro passato dobbiamo avere il coraggio di guardare al futuro. Sono necessari interventi di manutenzione, per non far crollare la casa. Ma io nel mio partito ci resto».

Sulla successione della leadership Gasparri la pensa diversamente: «Con tutto quello che ha subito, Berlusconi è ancora in piedi. Ci vuole pazienza e non bisogna bruciare le tappe, come ha fatto chi si è macchiato di tradimento, ma poi è scomparso. Bisogna cercare un accordo con le forze politiche o, in caso non si raggiunga, si può pensare alle primarie, con la consapevolezza che non sono la perfezione, come dimostrano i recenti fatti di cronaca romani».

Non può mancare, da parte di Romita, una domanda a Fitto sulle prossime regionali pugliesi, sui tempi per la scelta di chi sfiderà Emiliano.
«Dipende dal metodo che sceglieremo – è la risposta – Se dovessero scegliere i partiti, potremmo avere anche domani un candidato, ma non mi si potrebbe chiedere di partecipare a quel tavolo. Io sono per le primarie, che ci darebbero tempo per recuperare consensi, dato che garantiscono visibilità, e darebbero l’occasione per un dibattito interno al centrodestra».