Giochi da tavolo con carte collezionabili

Dai Pokemon a Yu-gi-oh!

Giochi da tavolo con carte collezionabili
Stefano Memoli, il campione italiano sconfitto l'anno scorso nella discussa finale del torneo mondiale di Yu-Gi-Oh! dal giapponese Akikazu Saito

Il boom risale senza dubbio a 6-7 anni fa, quando dopo una folgorante diffusione internazionale i giochi di strategia raggiungono anche (persino) il profondo sud italiano, ma la tendenza è tutt'altro che esaurita e le nuove forme dell'intrattenimento ludico continuano a raccogliere proseliti tra giovani e giovanissimi proponendosi come valida e talvolta più costruttiva alternativa alla mania dei videogame. E in realtà di anno ne è passato qualcuno di più, da quel lontano 1991 incui un brillante giovanotto di nome Richard Garfield proponeva alla Wizard of the Coast di Peter Adkison la produzione di un gioco da tavolo composto da “carte collezionabili”: era il capostipite di quello che diventerà un genere di hobby tutto nuovo, e il gioco si chiamava Magic: the Gathering, che appassionerà  negli anni a seguire milioni di ragazzi in tutto il mondo, risultando ancora oggi tra i più diffusi giochi di carte in assoluto. Ispirati dal canovaccio concettuale di Magic vedevano la luce nel 1996 i due  principali contendenti, Pokemon (Pocket-Monsters), ideato dal giapponese Satoshi Tajiri e concepito inizialmente come videogame per la Nintendo, e l'ormai celeberrimo Yu-Gi-Oh! (Re-dei-giochi), creato dal fumettista Kazuki Takahashi, a cui oggi spetta di diritto la palma per il card-game  più diffuso tra i giovanissimi.

“Il successo del collectible card-game è senz'altro da imputare ad una concomitanza di fattori”, spiega  Francesco Lodispoto, esperto del settore e responsabile dei tornei Yu-gi-oh! e Pokemon League presso diverse associazioni culturali: “innanzitutto una forte componente di socialità e relazionalità, che manca non sempre ma molto spesso ai videogiochi; in secondo luogo, il sofisticato sistema organizzativo e commerciale che sta a monte, fatto  di merchandising, gadget, accessori che alimentano curiosità ed interesse nei confronti del settore; e soprattutto il fattore mass-mediatico, che a partire dai cartoni animati ispirati a questi giochi creano un territorio di condivisione molto vasto, rendendo i personaggi ed i meccanismi subito familiari anche a chi si avvicina per la prima volta ad un gioco di strategia. ”

Sull'entusiasmo suscitato da questi importanti precursori sono poi stati lanciati nel corso degli anni moltissimi nuovi giochi di carte, ispirati molto spesso a grandi successi televisivi ed editoriali (Naruto, One Piece etc. ), che tuttavia non sempre hanno raccolto il favore del pubblico.

“L'elemento mediatico è un fattore senz'altro trainante, ma non determinante” spiega Francesco; “solo quando i meccanismi delle sfide e dei tornei sono divertenti e ben progettati il gioco può resistere sulla lunga distanza; per fare un esempio,Yu-gi-oh! è basato su un sistema per cui il mazzo di carte che possiedo oggi mi consentirà di giocare ancora tra qualche anno, mentre giochi come Pokemono Magic: The Gathering esigono un aggiornamento più costante e quindi spesso più dispendioso”.

Un concetto ludico giovanissimo eppure in linea con gli intrattenimenti più tradizionali, una evoluzione dei giochi da tavolo più vicina al Risiko! o agli scacchi che non alle ultime mode in tema di consolle e videogame; una maniera per fare nuove conoscenze ed amicizie, ma anche un passatempo competitivo e stimolante, se è vero che i tornei internazionali possono contare su montepremi che si aggirano intorno al milione di dollari.

Sane opportunità di confronto ed agonismo, che per i più assidui ed esperti possono trasformarsi nell' occasione di viaggiare e fare nuove esperienze, e che ha tra l'altro portato negli ultimi due anni a due bitontini il titolo nazionale Lega Pokèmon e la possibilità di sfidare i loro avversari in giro per il globo per il titolo mondiale.

La finale dei mondiali Yu-gi-oh! 2012

http://www.youtube.com/watch?v=O2uLPp2klOg