Un milione di modi per morire nel West

Dopo il successo strepitoso di Ted, MacFarlane torna dietro la macchina da presa per accostare il genere comedy al già rodato demenziale, in un rischioso fifty fifty

Il creatore de I Griffin, dopo il successo strepitoso di Ted, decide di tornare dietro la macchina da presa, permettendo alla Universal, dopo aver ipotecato il sequel Ted 2, di dare il via libera a Un milione di modi per morire nel West, il western targato Seth MacFarlane. Purtroppo il film non ha sortito i risultati sperati ed è stato letteralmente massacrato da critica e pubblico, registrando incassi modestissimi rispetto al suo primo film. C’è da premettere che sarebbe stato troppo facile per il regista ritornare nuovamente al cinema direttamente con il sequel del suo maggiore successo, mentre andrebbe rispettato per questa scelta coraggiosa, al di là dell’effettivo valore della pellicola.

La storia ci trasporta in una mite cittadina del selvaggio west, periodo in cui rimaner vivi è tutt’altro che semplice. Qui abita e lavora l’infelice Albert Stark (Seth MacFarlane), pastore che viene lasciato dalla sua fidanzata Louise (Amanda Seyfried) per un altro uomo. Sarà la misteriosa Anna (Charlize Theron), nuova arrivata in città e moglie di un terribile bandito, ad aiutare Albert a tirar fuori il suo coraggio per riconquistare Louise.

Come già accennato, va fatto un plauso a MacFarlane per averci dimostrato di avere (nel vero senso della parola in questo caso) altri colpi in canna, di essere una vera e propria fucina di idee come ci si aspettava dal degno creatore di due tra le più amate serie animate cult. Nonostante questo, è chiaro precisare che -sebbene possa risultare anche naturale- non è opportuno comparare Teda Un milione di modi per morire nel West; il motivo è semplice, ma tutt’altro che banale: MacFarlane si è fatto le ossa con le sue trovate demenziali, infatti anche nel film con l’irriverente orsetto resta quello il genere predominante. In quest’ultimo lavoro, invece, ha voluto combinare alla sua solita comicità nonsense e demenziale il genere commedia, con cui raramente va a braccetto, specie se non si limita a fare da contorno -come in Ted- ma mira più ad un rischioso fifty fifty.

I questa prospettiva, un po’ di malcontento sussiste in quanto dal genio di MacFarlane ci si aspettava un film più personale: essendo un western, sarebbe stato utile adottare come stilema narrativo un qualcosa di più particolare, che non sia un semplice rimando al terzo capitolo di Ritorno al Futuro. La trama è semplicissima e lineare, gira tutto intorno a temi come amore ed amicizia e nulla più, di certo la commedia non è il suo campo e si vede. Dato il genere in molti bramavano un grandissimo omaggio al cinema in chiave ironica, invece il film è semplicemente una visione personale del regista riguardo il genere in questione, in cui MacFarlane intende lasciare la sua impronta con situazioni e gag tanto spassose quanto avvalorate nel contesto, molto più vicine allo stile de I Griffin; in molte scene, infatti, sarà possibile vedere impersonate le situazioni tipiche di Peter Griffin. Il film riesce quindi a strappare alcune risate, grazie a dei camei inaspettati, personaggi divertenti (come il personaggio di Giovanni Ribisi, ancora una volta divertentissimo) e gag altrettanto spassose, anche se alle volte portate un po’ troppo all’eccesso. Alcune di esse, infatti, potrebbero risultare particolarmente tediose e fin troppo grottesche se non ci si è ancora liberati dall’alone di commedia della scena precedente.

Seth MacFarlane, oltre ad aver curato regia e sceneggiatura, ha scritto ancora una volta una canzone orecchiabile all’interno del film (fu nominato agli Oscar per la main theme di Ted), che sarà la protagonista di una incredibile scena di ballo. Altra particolarità del film è che qui il regista figura anche come attore protagonista, riuscendo a cavarsela anche grazie all’affiatamento con una magnifica attrice come Charlize Theron, il cui fascino è riconoscibile anche in un film simile. Buone le altre interpretazioni con la comica americana Sarah Silverman, Neil Patrick Harris (il Barney di How I Met Your Mother), Amanda Seyfried in un ruolo molto autoironico ed infine Liam Neeson, che non ha un ruolo particolarmente predominante, ma come villain nel contesto funziona molto.

Concludendo, questa seconda pellicola da regista si presenta come un onesto film comedy capace di intrattenere per tutta la sua durata. Difficilmente chi non apprezza la comicità del creatore dei Griffin riuscirà a farsi piacere questo film, tuttavia una visione potrebbe essere consigliata a chiunque voglia godersi una storia irriverente (non a caso andate a vedere MacFarlane!) raccontata con spensieratezza.

 

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