CALCIO - U.S. Bitonto, quando il calcio non vuole volare

La solita storia ormai da 13 anni, ancora un anno senza prospettive e senza programmazione. Nonostante un progetto ben più grande...

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Venerdì 21 giugno 2013, ore 19, Palazzo Gentile.
E’ tutto pronto per la svolta tanto attesa per il calcio bitontino.
Attorno ad un tavolo dovrebbero sedersi l’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore allo Sport Domenico Nacci, Francesco Paolo Noviello, il proprietario del titolo dell’U.S.Bitonto 1921, Vincenzo De Santis e Francesco Mancazzo, gli eroi degli ultimi difficili anni di serie D, incaricati di rappresentare una cordata di investitori con a capo un noto imprenditore bitontino, tifosissimo neroverde.

Il cerchio sarebbe chiuso sulla carta, mancherebbero solo i dettagli.
Ma si sa, sono proprio quelli a fare la differenza alle volte e quell’incontro così importante non si tiene più. Non si terrà mai.
E diventa il simbolo di un ritorno ad un passato, ancora attualissimo, che proprio non ne vuole sapere di passare la mano.

Noviello, infatti, non è più d’accordo con i suoi interlocutori, disdice l’incontro in Comune, decide di tenersi, legittimamente per carità, il titolo, e di continuare insieme a Vincenzo Cariello a tirare la carretta e a campare alla giornata.
Probabilmente senza un orizzonte, come dimostrano le tiritere lunghe 13 anni. O quantomeno senza una speranza che poteva essere rappresentata da questa nuova, concreta possibilità.

A spiegare ciò che poteva essere, e che invece resterà almeno per il momento solo un sogno, sono proprio Vincenzo De Santis e Francesco Mancazzo:“Entro il 24 giugno potevamo prelevare un titolo (Polignano o Terlizzi), cambiare immediatamente sede legale e nome (ad esempio U.S. Città di Bitonto, Fortis Bitonto, etc.) e partecipare al campionato di Eccellenza con grandi ambizioni – spiegano -. La matricola del titolo storico dell’U.S. Bitonto 1921, invece, fino alla risoluzione di alcuni problemi emersi con la visione delle carte ufficiali fornite dalla Figc, sarebbe rimasta viva e sarebbe stata utilizzata per la partecipazione ai campionati giovanili. Dopo, ci sarebbe stata la fusione e un’unica società, magari già in Serie D dopo un anno: l’U.S. Bitonto 1921”.

De Santis ripercorre in breve la storia senza lieto fine: “Cinque mesi fa un imprenditore bitontino, tifoso neroverde, mi chiama perché ha voglia di investire nel calcio in città con un grande progetto, che prevede la costruzione di un nuovo stadio, la creazione di una Polisportiva, nuovi posti di lavoro attraverso attività collaterali attorno alla struttura nascente (centro commerciale, centro benessere, etc)”.

“L’imprenditore presenta il progetto anche su carta, incontra l’entusiasmo dell’amministrazione comunale, e comincia a credere che l’operazione sia fattibile nel momento in cui, tre mesi fa, dopo la partita col Modugno, pubblicamente Noviello dichiara di voler lasciare a fine stagione il titolo dell’U.S. Bitonto 1921 nelle mani del Sindaco Abbaticchio”, continua De Santis.

“I problemi iniziano a sorgere nel momento in cui ci rendiamo conto della situazione non proprio rosea dei conti della società – evidenzia De Santis -. Troviamo la soluzione, proponiamo a Noviello di restare con noi, e sembra andare tutto liscio fino a quando, il 21 giugno, veniamo a sapere che il presidente cambia idea e decide di continuare per conto suo iscrivendo la squadra al campionato di Promozione e garantendo una sua sopravvivenza almeno fino a dicembre. In pratica prolungando la lunga agonia di questi anni”.

“E’ stata l’ennesima conferma di come a Bitonto non si possa proprio pensare a programmare seriamente e a fare calcio. C’è il titolo di una squadra con 92 anni di storia che è ostaggio degli sbalzi di umore di una persona – attaccano De Santis e Mancazzo -. E’ stato uno schiaffo alla cittadinanza perché questo progetto, oltre a rivalutare le strutture e a rilanciare l’immagine della città, avrebbe creato anche nuove opportunità di lavoro. In una città come Bitonto, in pratica, sarebbe nato in pochi anni un impianto simile, naturalmente fatte le dovute proporzioni, allo stadio della Juventus”.

De Santis e Mancazzo respingono qualsiasi insinuazione sul rischio di poter perdere il titolo dell’U.S. Bitonto 1921. “La soluzione l’avevamo trovata, la matricola sarebbe rimasta viva, a Noviello era stato dato tutto il tempo necessario per ripianare le pendenze e preparare la fusione con la costituenda società. Purtroppo non è stato voluto – rimarcano -. Nonostante il rifiuto di Noviello, potevamo andare avanti per la nostra strada portando il titolo di Eccellenza e creando una terza società calcistica a Bitonto, ma per non creare problemi all’amministrazione comunale e, soprattutto, per salvaguardare il titolo storico dell’U.S. abbiamo deciso di soprassedere”.

“Dopo 13 anni, è giusto che Noviello adesso ci faccia vedere come riesce a fare il Presidente mettendo mani al suo portafoglio, uno che da sempre dice di essere in difficoltà ed essere stanco del calcio, perché ogni volta crea problemi? Perché ogni volta pensa ad ostacolare chi vuole progettare e programmare a lungo? Adesso, ad esempio, spieghi: come affronterà il campionato?”, attaccano.

“Siccome restiamo sempre grandi tifosi neroverdi, auguriamo all’U.S. Bitonto 1921 le migliori fortune e speriamo in un futuro migliore. Ma con questi presupposti sarà veramente difficile", concludono amaramente Mancazzo e De Santis.