Decorso e trattamento del Disturbo oppositivo- provocatorio

Difficoltà familiari e sociali e ricorso a un intervento multimodale

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio diviene di solito evidente prima degli 8 anni di età e di solito non più tardi dell'adolescenza. I sintomi di opposizionespesso emergono nell'ambiente familiare ma col tempo possono comparire anche in altri contesti. L'esordio è tipicamente graduale, e di solito avviene nel corso di mesi o anni.

Le prime manifestazioni del disturbo si incominciano ad intravedere intorno ai 3 - 4 anni, sarà soltanto con l’ingresso a scuola che il problema diverrà sempre più evidente. Questi bambini, infatti, mostrano una totale incapacità di adattamento alle regole scolastiche. Anche se dotati di un normale livello intellettivo, difficilmente potranno conseguire buoni risultati, in quanto non prestano ascolto alle direttive degli insegnanti e rifiutano qualsiasi tipo di aiuto da parte dei compagni, rendendo quasi certo lo sviluppo di un Disturbo dell’Apprendimento.

Nel contesto ludico si mostrano poco inclini alla collaborazione di squadra e all’alternanza di turni, infatti, volendo sempre stare al centro dell’attenzione, finiscono con l’intromettersi negli spazi d’azione dei compagni, impedendone la partecipazione ai giochi comuni. Gli amici iniziano anche ad aver paura delle loro reazioni improvvise ed esageratamente aggressive, così cominciano ad evitare la loro compagnia e pian pianino iniziano ad allontanarli dal gruppo.

Questo rifiuto da parte dei coetanei, purtroppo, non farà altro che aggravare ancor più la loro condizione di disadattati, infatti, dalla posizione marginale nella quale si troveranno relegati, risulterà loro molto difficile acquisire quelle competenze sociali che si apprendono attraverso le relazioni con il prossimo. Conseguenze di tutto ciò sono: scarso rendimento,mancanza d’integrazione nel gruppo classe, rifiuto da parte di compagni e insegnanti ed, infine, isolamento.  Nella fase preadolescenziale alcuni giovani si alleano in bande, le baby-gangs, cioè gruppi di giovani che condividono storie di insuccessi e rifiuti.

Il bambino con DOP non vive una vita felice e serena, non è contento del suo modo di essere, l’immagine che ha di sé è molto svalutante, si considera un incapace, indegno dell’amore altrui e crede che nessuno mai gli potrà essere amico. Si sente rifiutato, ma sa di essere lui stesso la causa del suo isolamento e così sviluppa livelli molto bassi d’autostima e spesso anche dei Disturbi dell’Umore.

Spesso, sono gli stessi genitori ad attribuire ai loro figli delle etichette, a definirli “insopportabili”, “aggressivi”e “terribili”.

Per i genitori prendere consapevolezza del “problema” del proprio bambino non è facile. Lo sviluppo sintomatico è lento e graduale, quindi all’inizio è probabile che le manifestazioni oppositive vengano ignorate o considerate semplici capricci. Quando esse assumono forme più gravi e frequenti, i familiari, in genere, cercano informazioni da chi, dopo di loro, è a più stretto contatto con il figlio, come gli insegnanti.

I dati dimostrano che quanto più un intervento è precoce, tanto più è possibile limitare le conseguenze negative del disturbo e permettere al bambino un adattamento migliore all’ambiente.

Trattamento

I bambini e adolescenti che presentano un Disturbo Oppositivo Provocatorio, in sede terapeutica, necessitano di una combinazione di programmi clinici diversi, volti a fronteggiare i vari aspetti della loro patologia. Non bisogna dimenticare, infatti, che oltre ai problemi comportamentali, questi bambini presentano delle alterazioni nei livelli di autostima, nelle capacità di autocontrollo emotivo e anche nei processi di elaborazione delle informazioni sociali.

Per affrontare le problematiche comportamentali del Disturbo Oppositivo Provocatorio, è necessario ricorrere ad interventi clinici integrati, che coinvolgano congiuntamente il bambino e la coppia genitoriale.

Cari lettori, spero di avervi dato una panoramica generale su questo disturbo evolutivo. Per qualsiasi approfondimento contattatemi su rubriche@dabitonto.com