Sviluppo affettivo: teoria dell’attaccamento

Le tappe dello sviluppo emotivo-affettivo e la costruzione della personalità

Iniziamo il percorso evolutivo partendo dallo sviluppo affettivo e dalla teoria dell’attaccamentodi John Bowlby che considera il bambino capace fin dalla nascita di svolgere un ruolo attivo nel definire la sua relazione con il caregiver: è coinvolto in uno scambio interattivo e si dimostra capace di autoregolare i suoi comportamenti attraverso meccanismi di feedback con coloro che interagiscono con lui.

Quando si parla di attaccamento bisogna distinguere:

·        comportamentod’attaccamento che garantisce la vicinanza fisica alla figura d’attaccamento;

·        sistema comportamentale d’attaccamento che consiste nell’organizzazione interna di tali comportamenti;

·         legame d’attaccamento che è il legame affettivo nei confronti della figura che si prende cura del bambino.

Nei primi tre o quattro mesi di vita il bambino dirige i suoi comportamenti di attaccamento in modo abbastanza indifferenziato, (già dal secondo mese il neonato tende a rispondere al sorriso e incrocia lo sguardo di chi lo tiene in braccio), mentre verso i sei /sette mesi si stabilisce un passaggio di demarcazione piuttosto netto: la progressiva comprensione della costanza dell’oggetto. Questo è un passaggio fondamentale dello sviluppo dell’Io, in cui il bambino sperimenta (importanza della possibilità di giocare) che le cose e quindi le persone, esistono anche quando sono fuori dal suo campo visivo. A questo punto evolutivo, infatti nella maggior parte dei casi il bambino sceglie una persona (in genere la madre,  di cui comprende l’andare e il ritornare) come prevalente oggetto del suo attaccamento. E’ anche l’età in cui incomincia a gattonare e si può allontanare e tornare dalla sua base sicura  Queste due competenze acquisite, una di relazione e una motoria, daranno via a una serie di nuove interazioni per cui l’età di 8 mesi è particolarmente “critica”.

 Tra i quattro e i dodici mesi è possibile che il bambino elegga un oggetto (coperta, peluche, indumento…) a sostituto consolatorio della figura di accudimentoprincipale. A questa età, l’attaccamento del bambino verso una sola persona si manifesta con la massima intensità.

Verso i 18 mesi si verifica il passaggio tra la prima e la seconda infanzia. La crescita neurologica, le aree motorie e percettive si sviluppano quasi completamente, il bambino impara a camminare (tra i 12 e i 15 mesi) e il campo delle sue esperienze si allarga. In questa fase prendono forma concetti rudimentali, fanno la comparsa le prime parole e alcune frasi di due parole. Ancora l’attaccamento più forte è verso una sola persona, in seguito si estenderà a più persone e il bambino utilizzerà quelle per lui più significative come base sicura per le sue esplorazioni. La stabilità di queste prime forme di attaccamento rivestirà particolare importanza per il successivo sviluppo della personalità.                            

Cari lettori spero di aver reso le idee più chiare riguardo una sfera del percorso evolutivo, nel prossimo articolo approfondiremo i diversi legami d’attaccamento e le relative conseguenze sul bambino e sull’adulto.