Genio e sregolatezza in un processo del ‘700

La storia del musicista, di origine napoletane ma dimorante a Bitonto, Gaetano Muro

Nella seconda metà del ‘700 barese, il violinista Gaetano Muro, di origini napoletane, ma dimorante nella città di Bitonto, fu protagonista di una delle più importanti cappelle musicali della provincia barese e di una squallida storia di violenza domestica protrattasi per diversi anni.

Gaetano Muro, sposato con Lucrezia di Lauro, donna di nobili origini, per anni aveva maltrattato la propria consorte usando contro di lei ogni tipo di violenza, sia fisica che morale, inducendo la poveretta a separarsi da lui, a fuggire di casa e a intentare un processo per i maltrattamenti subiti.

I giudici dettero ragione alla poveretta e condannarono il marito alla corresponsione degli alimenti che non furono mai corrisposti alla moglie.

Per questa ragione la di Lauro aveva intrapreso una causa d’Appello presso la “Sacra Regia Udienza di Trani”, fornendo una serie di documenti di carattere testimoniale e peritale, che attestavano anche le condizioni in cui il marito l’aveva ridotta a causa della sua vita sregolata e dei suoi comportamenti dissoluti.

Le perizie mediche furono redatte da ben quattro diversi “dottori fisici” (specialisti di medicina interna, da distinguersi dai “Cerusici”, gli odierni chirurghi): Don Celestino e Don Angelo della città di Trani, Don Giuseppe di Grumo e Don Domenico Leone della città di Bitonto. Questi quattro medici “possono testimoniare le contusioni ed altri maltrattamenti accagionati dalle continue percosse inferte a Donna Lucrezia per lo spazio di anni quattordici…”.

Essi, quindi, avendola “osservata e curata” in vari periodi, erano in grado di deporre circa “le qualità e le quantità di dette contusioni  e lo stato depravato della di lei salute, avendo bisogno di lunga cura  poiché – sempre a detta dei periti medicila donna aveva anche corso “pericolo di perdere la propria vita”.

Tutto quanto riportato dall’accusa era riferito al comportamento di un musicista abbastanza rinomato in quel tempo, come risulta dalle stesse carte processuali e che, per la sua fama di violinista, era definito “uno dei migliori professori di violino della provincia”, tanto che riusciva a guadagnare oltre due ducati a prestazione presso la basilica di San Nicola di Bari. Al processo per alimenti il violinista si era dichiarato del tutto indigente a causa “l’incertezza della sua professione di musicista”.

Un grande artista, sì, ma nella vita privata molto sregolato, tanto da essere descritto come dedito “soltanto a menare una vita rilasciata nel vizio della disonestà con persone dell’uno e dell’altro sesso”.

Lo sregolato artista, non contento del suo libertinaggio, tornando a casa infieriva contro sua moglie ”in batterla e maltrattarla crudelmente e con tali maltrattamenti la privò dell’occhio sinistro, dei denti, capelli, e tutta calpestata nella vita, in maniera che poco o nulla li resta a poter vivere”. I medici concludono dicendo che la donna “al presente ritrovasi tutta contusionata nella vita con essere stata anche sfregiata nel volto”.

Purtroppo, nonostante quanto riferito dalla donna e confermato dalle testimonianze dei medici,  Gaetano Muro doveva godere del favore e dell’amicizia di persone molto influenti poiché neppure il giudizio di appello, durato diversi anni, con esito a lui sfavorevole, riuscì a far ottenere giustizia a Donna Lucrezia Di Lauro e a farle ottenere quanto da lei giustamente richiesto.

Tratto da: William Formicola, docente di disciplina musicale