Il culto dei Santi Medici a Bitonto

Domenica 19 u.s. si è svolta a Bitonto la Festa dei Santi Medici. Riteniamo opportuno ricordare le origini del culto verso i due Santi anargiri (chiamati così perché non richiedevano alcun compenso per le loro prestazioni sanitarie)

Bitonto è una cittadina di 56000 abitanti con una storia purimillenaria che affonda le sue radici nella notte dei tempi.  Testimonianze del neolitico, dell’età del ferro, del periodo peucetico, greco, romano e medioevale son ben visibili nella città antica e nell’agro bitontino.

Crocevia di popoli provenienti dall’oriente, vicina a scali marittimi frequentati già in epoca remota, Bitonto ha subito gli influssi delle varie culture, greca in particolare, provenienti dalle regioni del mediterraneo orientale.

In epoca cristiana il culto dei vari Martiri e dei primi Santi ha trovato nella nostra città un humus particolare e molte sono le testimonianze che si rifanno  al periodo paleocristiano e altomedioevale.

Tracce evidenti del culto dei Santi Medici Cosma e Damiano a Bitonto risalgono al XIII-XIV secolo. La prima notizia, in senso assoluto, della presenza di una chiesa dedicata ai due Martiri è riportata nei Registri Angioini e risale al 1270. Al XIV sec. i due Santi sono ritratti in un affresco rinvenuto nella chiesa di San Leucio Vecchio, fondata dal Vescovo Corasio Leucio nel 1299. L’affresco, traslocato  e gelosamente custodito  presso il Museo Diocesano intitolato al vescovo Aurelio Marena, vero mecenate dell’arte sacra di Bitonto, raffigura i Santi Leucio con Cosma e Damiano.

Alla stessa epoca risale  un artistico bassorilievo in pietra locale raffigurante i Santi Cosma e Damiano con alcuni devoti, che ricorrono alla loro intercessione per essere guariti. Esso era situato nell cappella di S. Anna della nobile famiglia Rogadeo. In seguito alla guarigione di un membro della stessa famiglia per intercessione dei Santi Medici, la scultura fu donata alla chiesa a loro dedicata. Oggi la possiamo ammirare sotto l’altare della cripta della Basilica dei SS. Medici.

Sempre nel XIV secolo troviamo una chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, che fu per moltissimo tempo il centro di diffusione del loro culto e rimase aperta e funzionante fino al 31 gennaio 1631,  situata nei pressi della chiesa dedicata a S. Giorgio Martire. Essa viene riportata nei Registri Catastali Angioini del comune di Bitonto sec. XIV-XV, ubicata tra Via Carafa, Via San Giorgio e Via della Lucertola.

Di questo centro di culto non resta che il ricordo negli “Atti della Visita Pastorale” realizzata dal Vescovo di Bitonto Cornelio Musso nel 1549, definito dalla gerarchia ecclesiastica “Campione della Controriforma” , passato alla storia per aver tenuto l’orazione inaugurale del Concilio di Trento il 13 dicembre 1545.

Il Vescovo Musso attesta, negli “Atti della Visita Pastorale del 1549, che esisteva una chiesetta dedicata ai Santi Cosma e Damiano il cui Rettore era, all’epoca, don Angelo de Leone.

La testimonianza storica della presenza di questa chiesetta in onore dei Santi Anàrgiri viene anche documentata dalla Visita pastorale del vescovo Fabrizio Carafa (1622-1651) del 1624.

All’interno della chiesa c’erano due statue di media statura in pietra policroma, raffiguranti i Santi Cosma e Damiano che recano nelle loro mani il cofanetto porta-medicinali e la Bibbia.

Attualmente le due statue di pietra policroma (cm 90 x 32) sono custodite presso il Museo pinacoteca di Bitonto

Il 31 gennaio 1631 questa chiesetta esisteva ancora, come si rileva dagli “Atti della Santa Visita Pastorale del Visitatore Apostolico Mons. Andrea Pierbenedetto, vescovo di Venosa, il quale, oltre a nominarla, fa anche menzione del suo rettore don Lorenzo Iacobuzio.

Nel 1659 troviamo l’ultima testimonianza storica della chiesetta nella Visita pastorale del Vescovo Mons. Alessandro Crescenzi: “Visitò la chiesa dei Santi Cosma e Damiano che è un luogo camerale, del quale è rettore il Canonico don Francesco Zecca e visitò il suo altare e non trovò niente per la celebrazione delle messe, e mandò il promotore fiscale a procurarsi le cose necessarie, per portarle nella chiesa di San Giorgio”. Questo ci fa supporre che il culto non veniva più praticato poiché il tempio era in stato di abbandono, sì che il Vescovo Gallo con decreto del 5 novembre 1676 trasferì il culto degli Anàrgiri nella vicina chiesa di San Giorgio Martire, una delle più antiche chiese bitontine, le cui vicende storiche risalgono al 1093.