S. Francesco la Scarpa (XIII sec.)

Dedicata al santo d’Assisi e così chiamata con riferimento ai calzari che contraddistinguono il vestiario francescano, sorge sulla parte più alta del centro antico, dove un tempo era l’acropoli. Le sovvenzioni da parte di alcune ricche famiglie bitontine sono alla base di alcuni stravol- gimenti apportati alla primitiva struttura (caratterizzata da un’unica ampia navata, abside e copertura a capriate), che nel tempo è stata dotata di cappelle gentilizie e ha subito svariati cambiamenti negli arredi.

La soppressione nei confronti degli enti ecclesiastici durante il periodo napo- leonico portò alla sospensione della vita nel convento fino al 1819. Intorno al 1840 si rese urgente consolidare il soffitto e alle capriate della navata furono sostituite tre cupole le quali, per essere sostenute, resero a loro volta neces- sario il rafforzamento delle mura laterali.

Durante la seconda repressione la chiesa passò dal demanio al municipio, il quale fece mantenere il culto alla Confraternita della Misericordia. Dopo un trentennio di abbandono e di interventi mai completati da parte degli enti pubblici, nel 1994 fu data in gestio- ne al Centro Ricerche di Storia e Arte Bitontina, il quale, prov- veduto al completamento dei restauri, l’ha aperta al pubblico e promuove al suo interno un’intensa attività culturale.

L’unica parte della struttura che non ha subito stravolgi- menti negli anni è la facciata in stile tardo romanico, che si erge su un’imponente ed austera scalinata.

Il portale presenta gli stipiti con cornici scanalate e decorate alle estremità. Le due fasce di decori che si svolgo- no sul fronte dell’arco sono ricamate con foglie e pigne: la prima poggia su pilastri decorativi, l’altra su esili colonne. Nella decorazione è ricorrente la rappresentazione stilizza- ta del bue, simbolo della nobile famiglia bitontina Bove.

In asse con il portale, la stupenda finestra a tre vani (trifora) ed arco a sesto acuto poggia su eleganti colonni- ne. Più in alto, una finestra cinquecentesca, che probabil- mente sostituì il rosone di cui la chiesa doveva essere dota- ta. Databile al ‘600 è il campanile a tre ordini con corona- mento a cipollone. All’interno, un’aula rettangolare di notevoli dimensioni, è possibile ammirare, tra le altre meraviglie, il grande altare cinquecentesco in marmo di Castel del Monte (primo cappellone a sinistra), gli altari delle reliquie e di S. Antonio, il pulpito barocco in legno e radica con decorazioni in oro, la tela Madonna e santi di Gaspar Hovic, l’affresco in stile bizantineggiante raffigurante una Madonna con bambino e la statua lignea di S. Anna.

La sacrestia, ora sala studio della Biblioteca vescovile e dell’Archivio diocesano, conserva uno stupendo arredo settecen- tesco. Degni di nota sono, infine, i due portali che collegano la sacrestia e la chiesa con il chiostro.