A Bitonto lieve miglioramento della qualità dell’aria nel 2017

Dai dati disponibili sul sito dell’Arpa si evince che l’anno scorso per 6 giorni sono state superate le soglie dei PM10, rispetto ai 10 del 2016

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A Bitonto si respira meglio rispetto agli anni passati. O almeno così sembra spulciando i dati disponibili sul sito dell’Arpa Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente. La centralina di rilevazione della nostra città (Bitonto – EN01) ha registrato dei superamenti di soglia dei PM10 solamente in 6 giorni nel 2017, rispetto ai 10 del 2016.

Una differenza che si fa più marcata, se si estende il periodo di analisi agli anni precedenti: nel 2015 ad esempio, i giorni di superamento furono 19 (anche se nel 2014 solo 7). Un trend che continua a confermare, almeno per la nostra città, quanto riportato nell’ultima Relazione annuale sulla qualità dell’aria in Puglia – Anno 2016, in cui si sottolineava che «dal 2010 si assiste a generale tendenza alla diminuzione delle concentrazioni di PM10. Questo andamento è particolarmente evidente nelle province di Taranto e Brindisi, mentre nelle altre aree della regione non ci sono variazioni significative». La sigla PM10 identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, quel materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 µm.

La loro nocività è strettamente legata alle dimensioni e dalla capacità di raggiungere le diverse parti dell'apparato respiratorio, provocando patologie quali asma, affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari. I PM10 derivano da emissioni di autoveicoli, processi industriali, fenomeni naturali. Il D. Lgs 155/10 fissa due valori limite per il PM10: la media annua di 40 mg/m3 e la media giornaliera di 50 mg/m3 da non superare più di 35 volte nel corso dell’anno solare. Ma la centralina di Bitonto rileva anche altre sostanze inquinanti, quali i PM2,5, il biossido di azoto (NO2), il monossido di carbonio (CO) e l’ozono (O3). I PM2,5 derivano da processi industriali, di combustione, emissioni di autoveicoli, fenomeni naturali; Il biossido di azoto è un gas tossico che si forma nelle combustioni ad alta temperatura, come nei motori a scoppio, gli impianti termici, le centrali termoelettriche; il monossido di carbonio è una sostanza gassosa che origina dalla combustione incompleta di materiale organico, mentre l’ozono scaturisce dalla reazione tra gli altri inquinanti.

Significativo il dato relativo al 2017 della centralina di Palo del Colle (Palo del Colle – EN 05), che ha registrato 51 “sforamenti”, sempre per quanto riguarda i PM10. Invece, nel 2016, a cui risale l’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria, la concentrazione annuale più elevata (34 mg/m3) è stata registrata a Torchiarolo, la più bassa (15 mg/m3 ) nel sito di Monte Sant’Angelo. Il valore medio registrato sul territorio regionale è stato di 22 mg/m3.