A spasso con la Storia/Quella donna travolta alla periferia di Bitonto. Giovanna Pascale e la vita strappata a soli 34 anni

Nell'aprile di 34 anni fa, una triste storia di cronaca si è consumata sulla ex ss.98, nei pressi della nostra città. Con un alone di mistero e tanti dubbi

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Questa storia si attaglia perfettamente alla Pasqua che stiamo consumando (oddio, che brutto termine e, forse, sbagliato visto le ore buie che lentamente trascorriamo) e che ai nostri nipoti ricorderemo come una delle atipiche e incredibili della nostra storia.

Siccome, però, Pasqua è mistero, le righe che sviluppiamo questa domenica sono dentro al mistero. Perché, all’apparenza, si tratta di un normale fatto di cronaca nera, come tanti purtroppo ne accadono. Ma, se si va oltre l’episodio in sé, più di qualche punto interrogativo sarebbe doveroso porselo. Anche a tanti, tantissimi anni di distanza.

Il tutto è raccontato solo e soltanto dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”, da sempre attenta alle cose di casa nostra, e nulla, davvero nulla, è reperibile per gli smanettoni della rete.

Con l’orologio del tempo torniamo indietro esattamente di 34 anni. Aprile 1986. Una giovane donna, Giovanna Pascale, 34enne di Castellana Grotte, vede finire la sua vita sul più bello. Travolta da un camion sull’allora strada statale 98 (oggi strada provinciale 231) alla periferia di Bitonto. Subito, allora, sorgono alcune questioni: chi era questa donna? Perché era a Bitonto? E cosa ci faceva su quella strada?

Il racconto, ovviamente, continua. Pascale, per cause mai del tutto chiarite, stava attraversando la ex ss.98, ma nello stesso momento, allora, arrivava un camion che non ha potuto evitare l’impatto. A guidarlo Giovanni Cartechini, all’epoca dei fatti 39enne, originario del maceratese.

A nulla sono valsi i soccorsi per salvare la giovane donna, anche perché Giovanna Pascale è morta sul colpo. Sul posto, oltre alla polizia stradale del capoluogo, anche l’allora pretore cittadino, Michele Petrizzelli.

Questi i fatti. Le interpretazioni e gli altri dubbi li lasciamo liberi di viaggiare.