"Comprate la Om Carrelli di Bari". Un nuovo appello si diffonde in rete

Dopo il successo dell'iniziativa a supporto del Bari, gli operai tentano di sensibilizzare il tessuto imprenditoriale

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Dopo il successo della campagna virale che, sul web, ha visto diversi volti noti fare un appello per l’acquisto dell’Associazione Sportiva Bari, comprata pochi giorni fa da una cordata di imprenditori guidata dall’ex arbitro barese Gianluca Paparesta, una nuova campagna nasce sui social network.
Comprate la ‘Om Carrelli’ di Bari” è, infatti, il nuovo messaggio che appare negli autoscatti diffusi in rete dai 220 operai dello stabilimento tra Modugno e Bari che produceva carrelli e mezzi per l’industria. Un metodo che, secondo i lavoratori, servirebbe a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica e degli imprenditori su di essi e sulle sorti del proprio posto di lavoro. Abbandonati al proprio destino dalla tedesca Kion, intenzionata a chiudere la fabbrica. Dal 1° luglio, la loro situazione si aggraverà. Terminerà, infatti, la cassa integrazione straordinaria. All’orizzonte ormai prossimo si affacciano, dunque, dapprima la mobilità e poi lo spettro del licenziamento. Tra loro, diversi sono i lavoratori bitontini.
L’appello diffuso sui social è, quindi, l’ultimo tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli imprenditori, dopo che tutti gli sforzi fatti finora non hanno prodotto risultati. A nulla è valso neanche il coinvolgimento di personaggi dello spettacolo come Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, Caparezza, Dante Marmone e Pinuccio, dello sport come i giocatori del Bari De Falco, Ceppitelli e Fedato, e diversi esponenti politici.
E così, dopo il successo dell’iniziativa a supporto del Bari Calcio, gli operai ci hanno provato anche loro. Ne è nata anche una pagina su Facebook, che, in pochissimi giorni, ha raggiunto già i 1200 “mi piace”.
Non si è fatto attendere il coinvolgimenti di altri soggetti. Dagli operai delle altre fabbriche vicine all'Om in zona industriale (Bosch e Isotta Fraschini) fino a personaggi in vista come Pinuccio, Paolo Sassanelli e Antonio Stornaiolo. Anche tanta gente comune si è interessata alla causa dei lavoratori a rischio disoccupazione.