Consegna a domicilio e beni di prima necessità, il protocollo d'intesa fra Comuni e associazioni funziona

Il servizio viene garantito purché ci sia la sicurezza di tutte le parti coinvolte

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Ieri, abbiamo pubblicato la lettera di un cittadino parente di un uomo contagiato da Coronavirus, che sottolineava alcuni aspetti negativi della vicenda. Prontamente riportiamo la replica di amministrazione e associazioni.

"Il 13/03/2020 è stato sancito un protocollo di intesa fra il Comune di Bitonto- Assessorato al Welfare e una rete di associazioni operanti sul territorio cittadino (ANPI, CARITAS Bari- Bitonto- Coordinamento cittadino, Croce Sanitaria Italiana, SASS PUGLIA Protezione Civile- ODV, Associazione l’Anatroccolo ONLUS e Unitalsi- sottosezione di Bitonto) per la consegna a domicilio della spesa alimentare e beni di prima necessità nel territorio del Comune di Bitonto e nelle frazioni di Palombaio e Mariotto.

Tale protocollo, promosso dall’associazione ANPI, rilevata l’impossibilità di persone anziane, di persone disabili e di persone che vivono situazioni di fragilità ad uscire per provvedere alle quotidiane attività di sostentamento, prevede che le associazioni garantiscano l’approvvigionamento di beni di prima necessità mediante consegna della spesa a domicilio a persone in situazione di fragilità rispetto al contagio, anziani e disabili che non hanno supporto familiare.

Ciò premesso urge rispondere alla lettera di un privato cittadino (e successivi velenosi commenti apparsi sui social) diffusa questa mattina dalle varie testate giornalistiche cittadine su presunte mancanze e disattese del protocollo stipulato, in merito alla richiesta di una famiglia. Le associazioni, pur avendo dispositivi di protezione individuale, nel momento in cui si interfacciano con famiglie di possibili contagiati e in regime di fiduciaria quarantena, sono tenuti ad interfacciarsi con i servizi dell’assessorato al Welfare per predisporre un servizio garantito per quanto riguarda la sicurezza di tutte le parti coinvolte. Pertanto, nella situazione specifica, si è ritenuto opportuno avvisare la famiglia che il servizio non poteva svolgersi in questi termini per la sicurezza della famiglia stessa e dei volontari. Tra l’altro, per amore della verità e della trasparenza e nel rispetto del protocollo di intesa si è fornita, altresì, una possibile soluzione agli utenti che hanno richiesto il servizio. Pertanto i volontari interpellati non hanno abbandonato nessuno, come scritto nei vari articoli, ma si sono premurati di avvisare la suddetta rete che si è attivata prontamente per aiutare l’anziano. In questo contesto di emergenza sentiamo il bisogno di essere vicini in maniera concreta ai singoli soggetti, sempre nella tutela della sicurezza di tutti gli attori coinvolti, tant’è che l’apporto dato quotidianamente alle persone sprovviste di una rete familiare di supporto è tutt’oggi efficace e continuo.

Ci preme sottolineare che essendosi costituita una rete di associazioni in stretta collaborazione di tutte le parti ci si adopera affinché il suddetto servizio di ausilio a tali persone poste in una situazione di fragilità non possa contravvenire alle forme di autotutela di tutte le parti. Oggi la rete delle associazioni si sente in dovere di sollevare ANPI da questo attacco mediatico falso ed inopportuno. Crediamo fortemente che non bisognerebbe ricorrere al massacro di nessun ente o associazione, i cui amministratori o volontari spontaneamente e con tanta buona volontà mettono a disposizione ciò che hanno per poter alleviare chi è in reale difficoltà. Nessuno, né privato né pubblico era preparato a questa crisi mondiale. Il bene va fatto bene, anche salvaguardando la salute e la vita dei volontari. Siamo volontari responsabili!

Quando come amministrazione comunale abbiamo aderito all' invito delle associazioni per realizzare il servizio di spesa a domicilio dei soggetti fragili, abbiamo da subito tutti condiviso l'esigenza che il servizio andasse svolto con tutte le cautele e le precauzioni del caso per evitare rischi, non solo per i volontari ma anche e, forse soprattutto per i destinatari, che ricordo, sono per la maggior parte nostri concittadini che, vuoi per l'età avanzata, vuoi per problemi sanitari, sono i più esposti al rischio contagio” riferisce l’assessore al Welfare Gaetano De Palma. “E il servizio così viene svolto: con spirito di servizio, gratuità, entusiasmo e soprattutto senso di responsabilità da parte dei volontari. Ecco perché nel caso in questione è stato necessario un momento di riflessione per gestire al meglio il servizio evitando ogni possibile complicazione. Alla fine il servizio è stato organizzato e gestito dalla rete. Questo è quello che deve interessare prioritariamente all'opinione pubblica e cioè che nonostante le difficoltà, nessuno sarà lasciato solo. Le associazioni, con il necessario supporto dell'amministrazione comunale cercheranno di rispondere a tutti!”.