Crac Divania. Sedici rinviati a giudizio per bancarotta

Inizierà il 5 maggio il processo sul fallimento di quello che era uno dei più solidi gruppi imprenditoriali pugliesi

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Abbiamo più volte raccontato, su questa testata, la drammatica vicenda della Divania, un tempo azienda leader della produzione di divani, che dava lavoro a 430 operai ed esportava in tutto il mondo. L’azienda era settima produttrice di divani in Italia e fatturava 70 milioni di euro l’anno. Una realtà del Sud sana ed in crescita, un fiore all’occhiello della zona industriale del capoluogo. Da piccola ditta produttrice di pellame, nel quartiere Stanic di Bari, con due soli dipendenti, era diventata un’impresa di respiro internazionale con sedi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

Oggi, del suo stabilimento bitontino, rimane un rudere sulla Sp231.

È notizia dei giorni scorsi il rinvio a giudizio di sedici persone, x amministratori di Banca Unicredit, accusate di aver attuato una enorme truffa ai danni di quello che era uno dei più solidi gruppi imprenditoriali pugliesi. Il reato contestato è bancarotta. Per l’accusa, gli imputati sarebbero responsabili di bancarotta fraudolenta, per aver indotto l’imprenditore Francesco Saverio Parisi, a investimenti finanziari errati che avrebbero condotto al fallimento le sue due attività, provocando perdite economiche di svariati milioni di euro. L'inchiesta fu avviata proprio dalla denuncia dell'imprenditore.
Tra gli accusati Alessandro Profumo e Federico Ghizzoni, ex amministratori delegati di Unicredit, e altri manager dell'istituto di credito. La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata dal pm Lanfranco Marazia e accolta dal gup Francesco Pellecchia.
Il processo inizierà il 5 maggio.