Da Palazzo Gentile via libera alla rottamazione delle ingiunzioni fiscali

L'assessore Nacci: "Approveremo per le esigenze delle casse comunali, ma non sono d’accordo, nel merito, con la normativa nazionale"

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Con la previsione dell’estensione della definizione agevolata delle ingiunzioni fiscali, il decreto Crescita emanato dall’attuale governo in carica, ha dato la possibilità, per gli enti territoriali, di introdurre la definizione agevolata, in gergo meno giuridico “rottamazione” dei provvedimenti di ingiunzione fiscale emanati dagli enti stessi o dai concessionari della riscossione, notificati negli anni dal 2000 al 2017. Nella seduta del consiglio di martedì la massima assise cittadina ha aderito alla nuova normativa nazionale.

Si tratta di una facoltà che i comuni possono esercitare entro il 29 giugno con una delibera del consiglio comunale, che dovrà essere pubblicata entro un mese nel sito istituzionale del Comune. Nella delibera, come previsto dalla legge, gli enti territoriali definiscono anche sanzioni, numero di rate e scadenza, che non può superare il 30 settembre 2021, modalità con cui il debitore manifesta la sua volontà di avvalersi della definizione agevolata.

Il punto all’ordine del giorno è stato introdotto dall’assessore al Bilancio Domenico Nacci, che, enunciando quanto stabilito dal decreto Crescita, ha spiegato che sono rottamabili anche le ingiunzioni riguardanti enti concessionari della riscossione, quindi anche quelle relative al periodo in cui se ne occupava la Cerin del servizio: «Il termine ultimo per presentare domande di definizione agevolata è il 30 settembre 2019. Poi il Comune, entro 90 giorni, quindi entro il 30 dicembre 2019, il Comune dovrà comunicare l’accettazione o il diniego. La definizione può avvenire in un'unica soluzione o in modalità rateale, che non può andare oltre il termine di settembre 2021. Chi decide di pagare in modalità rateale, come prima rata, dovrà versare il 30% dell’importo dovuto. Il restante potrà essere dilazionato con rate minime che non possono essere inferiori a 50 euro mensili. È una misura per venire incontro sia alle esigenze del contribuente, che ha uno sconto sulle sanzioni, sia a quelle delle casse comunali, essendo un ulteriore passo verso il recupero di quanto non riscosso in passato. In caso di omessa denuncia, le sanzioni saranno del 100% dei tributi. Non sono rottamabili gli avvisi di accertamento».

A manifestare contrarietà è il consigliere di opposizione Michele Daucelli (Iniziativa Democratica) che, contestando la normativa nazionale, sottolinea: «Stiamo consentendo, a chi non ha pagato le tasse negli anni scorsi, di non pagare quanto avrebbe dovuto. Il cosiddetto “governo della trasparenza” ha, di fatto, emanato un condono fiscale. Andava fatta una distinzione tra chi non ha pagato per difficoltà economiche oggettive e chi lo ha fatto con coscienza, confidando in un futuro condono».

Dello stesso parere, in via di principio, l’assessore Nacci, che, rispondendo al suo predecessore al ramo, chiarisce: «Approveremo per le esigenze delle casse comunali, ma non sono d’accordo, nel merito, con la normativa nazionale».