"Da un anno lotto contro l'endometriosi", la battaglia di Giorgia con la malattia eterna e silenziosa

A marzo partirà una campagna di sensibilizzazione sui social, sostenuta dalle donne che ne soffrono grazie alla Fondazione Italiana Endometriosi

Stampa l'articolo

Troppo spesso ci capita di vivere malattie e patologie come una maledizione. Qualcosa che è capitato solo a noi, perché siamo stati i più sfortunati del mondo. Non possiamo nemmeno immaginare quanti, invece, lì fuori vivono le nostre stesse ansie e paure. Hanno bisogno di confrontarsi, avere nuove possibili strade e speranze da percorrere, semplicemente sentirsi meno soli.

Tra le tante malattie, poco conosciute e tenuta in sordina perché intima, c’è l’endometriosi. La giovane Giorgia Ciocia - che vi mostriamo in foto con questo bel sorriso smagliante - ne soffre da diverso tempo e qualche tempo fa, dopo tante difficoltà fisiche e psicologiche affrontate, ha scoperto il progetto che Fondazione Italiana Endometriosi sta portando avanti per fare in modo che si parli sempre di più di questa malattia.

«Una malattia legata al cattivo funzionamento del ciclo mestruale che provoca un’infiammazione perenne nell’addome. E fin qui sembrerebbe tutto abbastanza semplice. Il problema è che questa malattia è cronica e i problemi che ne derivano sono tanti: dolori lancinanti che non permettono nessuna attività quotidiana, formazione di sacche di sangue che nascono e si ingrossano ad ogni ciclo mestruale e che possono essere asportate solo chirurgicamente, la predisposizione a poter sviluppare tumori. E l’infertilita. Sì, molte donne che soffrono di endometriosi non sono e non saranno mai mamme (oddio, esistono tanti modi per esserlo, ma intendo in modo naturale, così come il nostro corpo è stato creato)».

Tra i tanti studi in corso ce n’è uno legato all’alimentazione, perché è stato constatato che l’attenzione a tavola, evitando i cibi che contengono un elevato quantitativo di estrogeni, può aiutare a ridurre almeno i dolori che l’endometriosi comporta.

A marzo partirà una campagna si sensibilizzazione attraverso i canali social della Fondazione, sostenuta dalle donne che ne soffrono. Così Giorgia, riparte da una crostata vegana integrale con crema di mela, arancia e zenzero che posta sul suo profilo Facebook, assieme ad un lungo sfogo.

«Ho sempre amato cucinare e mangiare. Non fa nulla se la mia tanto agognata silhouette sta prendendo colpi (nonostante la palestra, l’endometriosi ha influito sul metabolismo e qualsiasi cibo che ingerisca mi fa lievitare), ma se c’è una cosa a cui non posso rinunciare sono i dolci e quindi ogni giorno devo inventarmi nuovi modi per poterli mangiare senza che gravino sulla mia salute».

«La mia lotta è iniziata un anno fa. Sono stata operata con sospetto di tumore alle ovaie, ma nonostante la sfortuna della situazione in sé, sono stata fortunata perché erano “solo” quattro cisti endometriosiche. Post operazione ho iniziato il decorso di routine, ovvero quello di essere in menopausa indotta per evitare di avere il ciclo mestruale e quindi evitare la formazione delle sacche. Tutto splendido fino a qualche mese fa, quando ho scoperto che nonostante tutto c’è già una neo formazione che probabilmente mi porterà ancora una volta ad essere operata. Il problema più grande di questa malattia è questo: non si conoscono le cause, non esiste una cura, è recidiva quindi significa doversi sottoporre a interventi chirurgici in anestesia totale con post operatorio di un mese ogni qual volta queste sacche si formeranno, è eterna perché anche la menopausa fisiologica non la elimina».

Così, attendendo nuove scoperte, un nuovo modo di vivere la malattia, di trovare altre donne con cui condividere il cammino, Giorgia saluta i suoi amici sui social: “Viva il cibo e viva le belle cose”.