Dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico al Piano Paesaggistico Territoriale. Ecco cosa cambia

A spiegarlo ieri, nella Sala degli Specchi, l’ingegnere bitontino Grazia Maggio

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Da PUTT a PPTR.

Nessuna trasformazione di tasse, a cui siamo tristemente abituati. Questa volta le sigle si riferiscono rispettivamente al Piano Urbanistico Territoriale Tematico che tanto ha fatto e fa discutere, e al Piano Paesaggistico Territoriale Regionalenuovo di zecca.

Anni di lavoro, di accordi con il Ministero per la parte vincolistica e normativa, per il gruppo capeggiato dall’Assessore all’Assetto del Territorio, prof. Angela Barbanente, e dal prof. Alberto Magnaghi, responsabile scientifico.

Nel gruppo di lavoro, ha avuto un ruolo attivo anche l’ingegnere bitontino Grazia Maggio.

È stata proprio lei a spiegare ieri ad architetti, ingegneri e geometri suoi concittadini, le novità di questo piano che si adegua alla normativa europea.

Innanzitutto, le differenze tra PPTR e PUTT non si limitano al nome.

Una cartografia più adeguata (carta tecnica regionale, carta IGM e carta dei beni culturali), valori del paesaggio basati su identità del territorio, tutela attiva affidata a progetti e linee guida, oltre che vincoli, un rapporto collaborativo, e non più gerarchico, tra province e comuni sono gli elementi distintivi.

Il piano è sostanzialmente diviso in tre parti: atlante, scenario e norme.

L’atlante del patrimonio fa parte del quadro conoscitivo.

I dati di base, recuperati dalle descrizioni analitiche, vengono studiati e messi in relazione. Le descrizioni strutturali di sintesi sono alla base delle interpretazioni statutarie di sintesi che consentono di definire gli ambiti dei paesaggi e le figure territoriali e paesistiche.

La Regione Puglia è divisa in 11 ambiti. La Puglia Centrale e l’Alta Murgia (ambito 5 e 6) interessano il nostro territorio, costituito da tre radiali fondamentali: l’Alta Murgia (6.1), la piana olivicola (5.1) e Lama Balice (5.2).

Il progetto di Territorio è rappresentato dallo scenario strategico che contiene gli obiettivi generali e specifici, scaturiti dagli elementi identitari, i progetti territoriali per il paesaggio regionale, le linee guida e i progetti pilota sperimentali, proposti da associazioni e comuni durante la redazione del Piano.

“Lo scenario strategico ha il compito di elevare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio regionale, contrastare il degrado e favorire la conoscenza e la fruizione degli elementi individuali”afferma l’ingegner Maggio.

Gli obiettivi generali, derivati dall’analisi dell’Atlante, si articolano in obiettivi più specifici.

I progetti territoriali per il paesaggio regionale sono 5: rete ecologica (creare una rete tra le diverse identità ambientali), patto città-campagna, sistema infrastrutturale per la mobilità dolce (per godere del paesaggio in bici, a cavallo, ecc.), valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri (che ovviamente non interesserà Bitonto), sistemi territoriali per la fruizione di beni culturali e paesaggistici.

“Non hanno carattere normativo ma individuano una visione strategica volta ad orientare i Comuni nella redazione dei piani urbanistici generali”. Hanno il compito di aumentare la qualità dei sistemi ambientali della Puglia, aumentare la qualità del sistema urbano, dell’abitare e del sistema rurale, aumentare le possibilità di fruizione del paesaggio, valorizzare la fruizione integrata del sistema costiero e la fruizione dei beni patrimoniali.

L’attuazione spetta alla Regione, alla Provincia, ai piani sovraordinari, intercomunali, comunali o di pubblica utilità.

Il patto città-campagna, in particolare, è costituito da: campagna del ristretto, parchi agricoli di valorizzazione, parchi agricoli di riqualificazione, parchi CO2. La planimetria però deve essere adeguata dai Comuni.

Parchi agricoli di valorizzazione si trovano nei pressi delle aree urbane e vanno tutelati, quelli agricoli di riqualificazione si trovano nei quartieri degradati delle periferie provinciali, i parchi CO2 sono invece quelli che si trovano in prossimità delle aree industriali.

Infine, il parco agricolo multifunzionale è la parte del territorio interessata da sperimentazioni di nuovi progetti di relazione tra città e campagna.

Bitonto sarà proprio interessato dal numero 4 che prevede la valorizzazione delle torri e casali del nord barese. Da preservare quindi il sistema integrato tra componente botanico-vegetazionale (ulivi) e antropico-insediativa.

I sistemi territoriali per la fruizione di beni culturali e paesaggistici hanno permesso di individuare i CTS (Contesti Topografici Stratrificati)che contengono più beni e, se salvaguardati, riescono a preservare anche le relazioni tra i vari beni (uliveti, sistemi di masserie, di trulli, ecc.).

Lo scenario di sintesi unisce tutti i 5 progetti e dà idea di quello che potrebbe essere il futuro del paesaggio pugliese nel medio e lungo periodo.

Proprio il progetto di Territorio è la parte innovativa del PPTR che, a differenza del PUTT, non contiene solo vincoli.

E proprio il sistema delle tutele che fa tremare i tecnici e i Comuni saranno oggetto della seconda parte dell’articolo.