Duecento le persone rientrate a Bitonto dalle regioni focolaio Coronavirus: "Stanno tutti bene"

I medici di base: "Raccomandiamo chi non l'abbia ancora fatto, a segnarlare la propria presenza in città"

Stampa l'articolo

Sono oltre duecento le persone che hanno dichiarato, fin ora, il proprio rientro a Bitonto dopo il passaggio dalle cosiddette zone a rischio, individuabili come le regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Nessuno, dei segnalati, però arriva dalle 11 città in quarantena.

I pazienti che hanno chiamato i medici di base – spiega il dott. Gaetano Bufano, rappresentante bitontino dei colleghi -, sono stati consultati per un triage telefonico per un approfondimento diagnostico e nessuno di questi (rientrati da ormai 4-5 giorni) ha manifestato alcun sintomo”.

Le persone rientrate, inoltre, sono tutte in età lavorativa e nessuna con patologie pregresse importanti.

“Facciamo appello – ribadisce il dott. Bufano – a tutte le persone che sono rientrate e non hanno ancora comunicato i propri dati: farlo significa fare del bene a se stessi ma anche a tutte le persone con cui si entra in contatto”.

Siamo in attesa, anche noi, inoltre di avere dei dati più precisi dalla Asl e dall’Ufficio Igiene cittadino, sovraccaricato di chiamate e mail e senza il giusto personale per affrontare una emergenza di tale portata.

Non è certo il momento di fare facili allarmismi, ma basterebbe seguire le norme diffuse dal Ministero della Salute che erano – scusate se lo sottolineiamo – buone norme di educazione anche prima dell’allarme da Coronavirus. Cioè lavarsi spesso le mani; evitare il contatto ravvicinato con le persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani; coprire bocca e naso se si starnutisce o tossisce; non prendere farmaci antivirali né antibiotici, salvo prescrizioni mediche; pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol. In ultimo se si hanno dubbi sul proprio stato di salute non bisogna recarsi al pronto soccorso, ma chiamare prima il medico di base e se si pensa di essere stati contagiati, chiamare il 112.

“Il dato utile alla fine di tutto – conclude il dott. Bufano – è che la gente avrà più cura dell’igiene personale, una maggiore attenzione nei saluti, eviterà di tossire o starnutire in maniera invasiva. Qualcuno, magari, si chiederà dell’utilità del vaccino antinfluenzale che serve, appunto, a prevenire le forme più gravi di influenza”.

Secondo le stime del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della sanità, in Italia ogni anno circa il 9% della popolazione è colpito da sindromi simil-influenzali, con un numero di morti che oscilla tra i 300 e i 400 decessi diretti dovuti proprio all’influenza.

Nel frattempo non avrebbe più febbre e sarebbe asintomatico il 33enne di Torricella – in provincia di Taranto - risultato positivo al Coronavirus. Lo riferiscono dalla Asl di Taranto precisando che alcuni parenti del 33enne e le persone con cui è entrato in contatto sono stati sottoposti a controlli e messi in isolamento e ora si attendono i risultati delle loro analisi. L’uomo, attualmente, sottoposto a terapia, come da protocollo, è ricoverato nella stanza a pressione negativa nell’ospedale “Moscati” di Taranto, dov’è giunto martedì scorso, accompagnato dagli operatori del 118 che – con i necessari Dispositivi di Protezione Individuali -  hanno effettuato un primo triage. Il 33enne era rientrato da Codogno nel suo paese già domenica sera e non è chiaro come sia riuscito a sfuggire ai controlli della zona rossa. Martedì, poi, ha avuto un malore e ha chiamato il medico.  Un caso sospetto ci sarebbe anche a San Severo e a farlo sapere è la ASL di Foggia. Il paziente è stato trasferito a Bari come da protocollo e si è in attesa dei risultati degli esami di rito.