Ecco il Red ovvero il "Reddito di dignità", la nuova frontiera di speranza per i più fragili

Interessante e, soprattutto, utile incontro, ieri pomeriggio, a cura della sempre attiva Consulta del volontariato del Comune di Bitonto

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Interessante e, soprattutto, utile incontro, ieri pomeriggio, a cura della sempre attiva Consulta del volontariato del Comune di Bitonto.

Argomento del dibattito, il Red ovvero Reddito di Dignità, la legge varata dalla Regione Puglia, nuova frontiera della speranza per i disperati.

Posto che la contemporaneità sta scavando nuove e imprevedibili sacche di povertà, i soggetti che amministrano il Paese si sono accorti che bisogna fare qualcosa per evitare che tutto frani, dal momento che la società è fatta di classi che, pur sbiadendo, si tengono unite fra loro, indissolubilmente intrecciate.

E, dunque, nel recuperato Chiostro di san Domenico, la "tribuna della plebe" Rosalba Cassano ha incalzato i relatori, se non altro per fornire tutti i dettagli necessari per produrre correttamente la domanda ad una platea attenta e desiderosa di domani.

Anna Rizzi Francabandiera (Cgil) ha spiegato il senso del dispositivo ("nella speranza che non sia un reddito di indegnità"), il dottor Arcangelo Adriani (Asa) ne ha illustrato gli aspetti tecnici più ostici e la vicesindaco Rosa Calò ha sottolineato il ruolo dei servizi sociali comunali nell'attuazione del provvedimento in questione.

E allora, bandita la secolare formula meridionale "tranquillo, me la vedo io", che tante iniquità ha perpetrato nel tempo, tutto l'iter sarà perfezionato su una piattaforma online, cui è bene essere guidati da un Caf o da un patronato.

Il contributo pieno è quello doppio, statale e regionale.
Per usufruirne bisogna avere tutti i prerequisiti richiesti: modello Isee di massimo 3000 euro annui, nucleo familiare con minorenne o con disabile bisognoso di assistenza o con donna in stato di gravidanza. Una volta registrati questi dati, si dovrà firmare un patto di inclusione attiva, promettendo in pratica di voler lavorare. 

La novità è proprio questo concetto di scambio: si accede al contributo solo se disposti ad offrire una prestazione lavorativa per dodici o diciotto ore.
La lista dei bisognosi, poi, genererà una graduatoria che sarà rispettata rigorosamente e matematicamente, senza favoritismi vari.

Insomma, il dado è tratto.
Che la sorte possa finalmente migliorare anche per chi versa in condizioni di (vera) povertà?
Staremo a vedere...