Emergenza criminalità a Bitonto, Liliana Ventricelli (PD) scrive al Prefetto Mario Tafaro

Continuano l'iniziative della giovane deputata di Altamura, dopo aver scritto ad Alfano e Bubbico

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La deputata del Partito Democratico, Liliana Ventricelli, ha scritto al Prefetto di Bari, Mario Tafaro, per denunciare l’ormai sempre più dilagante e pericolosa ondata di criminalità che da mesi sta affliggendo la città di Bitonto, colpita da furti, rapine e scippi.

La Venticelli avevo già presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, per chiedere un intervento forte ed importante dello Stato affinché venga placata ed attenuata l’escalation di atti criminosi che stanno colpendo tutto l'hinterland barese. Inoltre, sempre su questa emergenza criminalità, l’esponente altamurana del PD aveva incontrato il vice Ministro dell'Interno Filippo Bubbico per illustrargli quanto fosse diventata allarmante ed ingestibile la situazione. Ed ora, ecco che è arrivato il turno del Prefetto Tafaro.

«Non è possibile fare a meno di constatare, come riportato oramai quotidianamente dagli organi di stampa locali, ciò che sta accadendo nella città di Bitonto, sempre più vessata dai ripetuti atti di violenza nei confronti dei cittadini vittime della criminalità, di continue rapine e di aggressioni, di furti, minacce, e finanche di sequestri – recita la missiva scritta dalla Ventricelli –.La situazione, oramai fuori controllo, diventa ogni giorno più complessa, sempre meno gestibile, e adesso è arrivato il momento di dare alla cittadinanza risposte concrete. Gli atti di violenza in città si consumano sempre più di frequente, assumendo contorni di una ferocia fino a questo momento non ancora raggiunta».

«Sono dunque a chiederLe di intervenire personalmente e in maniera decisa per provare ad arginare questo fenomeno, a dare ai cittadini bitontini le risposte a cui hanno diritto ma, soprattutto, a restituire loro la possibilità di vivere serenamente per le strade della loro città», conclude la giovane onorevole democratica.