Emergenza Xylella. I gilet arancioni arrivano a Palazzo Gentile

Il sindaco Abbaticchio: "Bitonto sarà presente alla manifestazione del 14 febbraio a Roma"

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Per invocare interventi, gli olivicoltori pugliesi sono tornati a manifestare. Ieri, indossando i classici gilet arancioni, con cui, ispirandosi a quelli gialli francesi, hanno dato visibilità al movimento di protesta, sono arrivati in Corso Vittorio Emanuele e a Palazzo Gentile, dove sono stati ricevuti dal sindaco Michele Abbaticchio e dal vicesindaco Rosa Calò.

Venerdì 14 saranno persino a Roma, per chiedere di stabilire in modo fermo e deciso contromisure per fermare la malattia. E nella capitale sarà presente anche il Comune di Bitonto con il gonfalone.

«Tra qualche anno la Xylella arriverà da noi. Dobbiamo fare squadra e fare mea culpa perché i vari egoismi hanno impedito di trovare soluzioni eque per tutti» esortano gli agricoltori, sollevando diversi problemi che affliggono l’agricoltura, dalle strade rurali in cattivo stato al degrado che affligge le campagne abbandonate, spesso trasformate in discariche che causano danni anche ai terreni vicini.

Ad appoggiarli, il consigliere regionale Domenico Damascelli (Forza Italia) che accusa il governo regionale di aver illuso e abbandonato i lavoratori del settore: «Devono rendersi conto della gravità della situazione e stanziare ulteriori fondi. Si incrementino i tecnici dell’osservatorio fitosanitario regionale».

Da parte del consigliere anche l’invito a estirpare le piante infette e a fare le arature tra marzo e aprile, per distruggere il vettore del batterio, la mosca sputacchina, quando è ancora allo stato larvale e non può volare.

«Se non superiamo le contrapposizioni non andiamo da nessuna parte» è il messaggio del vicesindaco, che invita gli agricoltori a seguire i trattamenti preventivi, si impegna a curare i terreni comunali e a trovare soluzioni per quelli privati abbandonati, comminando sanzioni laddove il proprietario è noto.

Lo conferma il sindaco, annunciando che se ne parlerà a breve nella massima assise comunale: «Faremo un’ordinanza per obbligare i proprietari dei terreni a praticare tutte le tecniche di coltivazione che, per l’Arif, sono necessarie per prevenire la diffusione del batterio».