Guerra in Ucraina. L’istituto comprensivo “Cassano- De Renzio”: "Chiederemo al provveditorato di accogliere bambini ucraini"
La proposta del dirigente Saverio Pansini si unisce all'appello alla pace degli alunni, che hanno affisso cartelloni sulle vetrate della scuola
Pace, è la parola che da sempre unisce più persone e mai come in questi giorni è diventato grido disperato per via della guerra tra Russia e Ucraina. È la speranza coltivata anche dai piccoli della scuola elementare “V. F. Cassano” e che ha preso forma nei loro cartelloni affissi sulle vetrate di ingresso della struttura, quasi a voler simboleggiare che se si entra in un luogo è per vivere insieme momenti di sola felicità e non per donare morte, dolore. La guerra non è mai cosa bella e vista dagli occhi dei bambini fa ancora più paura. Questo rende ancora più forte il loro monito ai grandi che dovrebbero imparare a prendersi per mano. Dovrebbero cogliere il senso della pace nella semplicità di un gesto dei bambini, stringersi i pollici per scusarsi anche del più piccolo errore e promettersi amore.
E così «la riflessione sul senso, se vi è, della guerra è già partita marcatamente nella nostra scuola elementare -ha raccontato Saverio Pansini, dirigente dell’istituto comprensivo “Cassano-De Renzio”- ed è su questo che ci soffermeremo anche oggi. Invece, domani interverrò in merito alla De Renzio e venerdì nei plessi dell’infanzia. Ho scelto di proiettare il piccolo filmato di “Banksy with Sirya” che mette al centro dell’opposizione alla guerra i bambini, ma mostra anche come i conflitti nel mondo siano molteplici».
Non è, però, l’unica iniziativa contro la guerra presa in questo istituto. Mercoledì, sia il collegio dei docenti che il consiglio d’istituto si esprimeranno a riguardo e «spero supporteranno la mia proposta al provveditorato di accogliere nelle nostre classi bambini ucraini -ha aggiunto il dirigente Pansini-. I nostri alunni sono molto interessati, lo vivono come un momento esperienziale di interculturalità. Ho trovato anche grande disponibilità nei docenti che vogliono porsi come mediatori (se non ce ne saranno forniti) attraverso le loro competenze in inglese».
«Una lettera con un francobollo disegnato da loro sarà il messaggio per l’invio alla Croce Rossa di quanto riusciremo a raccogliere. Non mi importa di quanto sarà la quota di ciascuno -ha concluso-, ma il gesto. Alcuni bambini mi hanno detto che vogliono rinunciare alla merenda pur di aiutare i loro coetanei. Mi sembra che stiano vivendo questo periodo storico come occasione di crescita civile».