Il commissario Antonio Limongelli va in pensione dopo dieci anni passati a Bitonto

“Bitonto in questi anni è cambiata in meglio: non perdete questa bella spinta culturale, di entusiasmo e fermento giovanile che prova a farsi strada cambiando quel che era di questa città”

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Il commissario Antonio Limongelli va in pensione dopo dieci anni passati a Bitonto Il commissario Limongelli con il Capo della Polizia Gabrielli

Dopo dieci anni a servizio della nostra città e una brillante carriera, conclusasi come Commissario, il dott. Antonio Limongelli raggiunge il traguardo della pensione.

Il dott. Limongelli comincia il suo percorso nella Polizia di Stato nel dicembre 1977. Dopo il corso, viene mandato a Roma appena dopo l’omicidio di Aldo Moro e fino all’elezione di Giovanni Paolo II, in una Capitale blindatissima. Di lì parte, poi, alla volta di Genova, Monza e poi Brescia e nella Bologna rivoluzionaria. Il ritorno in Puglia passa attraverso la scuola di Foggia, dove incontra la sua eterna compagna di vita Anna, la Polizia Postale, fino ad arrivare a Bitonto nel 2009. È il 2017 quando viene insignito come Cavaliere della Repubblica Italiana, nel 2018 viene promosso Commissario aver superato brillantemente l’esame finale all’Istituto Superiore di Polizia, alla presenza di una commissione formata da alti dirigenti della Polizia e ai docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Ed è proprio dopo questa nomina che, il 26 marzo prima e il 3 aprile poi, che il funzionario – assieme ad altri 1500 colleghi – è stato ricevuto in piazza, a Roma, dal Sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.

«Siamo arrivati lì da “invisibili” perché per loro è come se non esistessimo», racconta Limongelli. Il motivo della protesta viene dalla legge che, nel 1981, istituisce la figura dell’ispettore. «Nel 1995 hanno appiattito questo ruolo, retrocedendoci a sottoufficiali, nonostante fossimo nati per indagare con rigore sul campo, senza troppi impicci burocratici. Nel 2006, con la legge approvata nel 2000 che poteva colmare posti vacanti, Prodi sterilizzò la normativa, ma non quell’articolo 25 che prevedeva concorsi (mai banditi) per le annualità dal 2001 al 2005. Nel 2014 ci siamo riuniti in Comitato per un primo ricorso e lo vinciamo. Il Giudice dice che entro 90 giorni il concorso va bandito, perché era stata elusa una legge. È stato perso un anno e mezzo, fino al dicembre 2017: alle soglie della pensione, nessuno di noi ha sei anni di tempo necessari per diventare commissario capo». Il Tar dell’Abruzzo ha riconosciuto per la seconda volta delle incongruenze costituzionali e ha ammesso un ricorso finito, ora, alla Corte Costituzionale. La risposta spetterà, adesso, anche al Ministero dell’Interno e al Capo della Polizia.  

Tenacia, coraggio, non sono mai mancate al buon Antonio Limongelli. Che prima di un bravo funzionario, ha rappresentato per noi un caro amico. Un uomo distinto, una presenza attenta e allo stesso modo discreta e sempre disponibile. Si è sempre rapportato in maniera elegante e cortese con tutti i cittadini, non mancando mai incontri, dibattiti pubblici, interventi scolastici, presenza durante le manifestazioni culturali della città. Ha mantenuto sempre rapporti di sinceri ideali di legalità anche nei confronti della stampa e delle istituzioni locali.

Una persona dedita alla famiglia, agli affetti -  ai cari figli e nipoti – e soprattutto che non ha mai fatto venire meno il rapporto di vicinanza e amicizia verso i colleghi, gli amici, i conoscenti che tratta sempre con sincera bontà d’animo.

"Prima che essere un valido poliziotto ed ottimo collaboratore, degno di stima e fiducia, il dr. Limongelli si è contraddistinto per la serietà e l'umanità che lo hanno sempre accompagnato durante il suo percorso - ha commentato il vicequestore Fabrizio Gargiulo, a capo del commissariato di Bitonto -. Dedito al lavoro ma anche sempre attento alle esigenze di tutti coloro i quali hanno avuto la possibilità di collaborare con lui. Ad Antonio tengo ad esprimere un forte ringraziamento per il lavoro fatto, certo che rari sono i collaboratori dotati di tanta onestà e professionalità come quelle che hanno sempre animato il suo operato".

“Bitonto in questi anni è cambiata in meglio – ha detto salutandoci – non perdete questa bella spinta culturale, di entusiasmo e fermento giovanile che prova a farsi strada cambiando quel che era di questa città”.

Caro Antonio, amico Antonio, non possiamo che augurarti una buona quiescenza dal lavoro, certi che non ti abbandonerà mai lo spirito da poliziotto che ti ha sempre animato.