Il "sì" di don Nicola Gioacchino Tatulli a Cristo. Il 26enne bitontino è ufficialmente sacerdote

Il giovanissimo ha donato ieri la sua vita al Signore, dinanzi alle centinaia di fedeli accorsi nella Parrocchia-Santuario dei Santi Medici

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“Si presenti colui che deve essere ordinato presbitero: il diacono Nicola Gioacchino Tatulli della Parrocchia-Santuario dei Santi Medici di Bitonto”.

“Eccomi”.

Dalla prima fila di banchi di una chiesa gremitissima, si leva l’eletto per rispondere alla chiamata del Signore, a cui donerà la sua “propensione al dialogo”, come spiega il rettore del Seminario Regionale Pugliese, che lo aiuterà a far ritrovare al suo popolo la luce di Cristo.

Un compito in realtà svolto da sempre come fedele, prima ancora che come diacono. Chi ha incontrato nel cammino della vita don Nicola lo sa bene. Sempre pronto all’ascolto e al confronto, dona sorrisi lucenti e serenità pensosa, aiuta a rintracciare la presenza di Dio in ogni situazione.

Da ieri, però, quel sorriso è diverso. È il sorriso di chi ha accettato di “donare il sacro”, come vuole l’etimologia della parola sacerdote, di chi è felice di aver sposato Cristo.

“Sì, lo voglio” ha infatti esclamato il 26enne bitontino mentre compiva i suoi passi verso l’altare, sino a raggiungere l’Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Francesco Cacucci, nelle cui mani ha affidato le sue, per poi prostrarsi dinanzi all’Altare in segno di profonda supplica dell’umile offerta che fa di se stesso a Cristo e alla sua Chiesa.

L’imposizione delle mani, la vestizione degli abiti presbiteriali, l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino e infine l’abbraccio di pace.

La tensione e la solennità dei riti esplicativi si sciolgono completamente in quell’abbraccio o, meglio, nei tanti abbracci. Dopo l’Arcivescovo, le braccia di don Nicola avvolgono il suo padre spirituale, Mons. Francesco Savino, in un abbraccio che sa di paterno, di gioia, di dolcezza.

La chiesa esplode in un applauso e in qualche lacrima, perché ora è ufficiale: il figlio, fratello, parente, amico, conoscente o semplicemente quel giovane che li ha incuriositi e trascinati nel Santuario, è un sacerdote.

E a tutti i presenti va il grazie di don Nicola.

“Dire grazie è un gesto di libertà” ha detto il neo sacerdote alla fine della celebrazione. I ringraziamenti partono dalla madre nolente, da colei che sei anni fa non avrebbe mai pensato di partecipare alla celebrazione, eppure era seduta ieri in primissima fila. Alla famiglia, ai vescovi, ai parroci e a tutti coloro che lo hanno accompagnato nel cammino della vita, prima ancora che devozionale.

Noi, invece, ringraziamo te, don Nicola.

Grazie per la tua amicizia, per averci permesso di seguire il tuo cammino, per averci resi testimoni di questo matrimonio particolare, di quest’amore eterno.

Buon viaggio in compagnia di Cristo (e Lui, ne siamo certi) felice d’essere con te), giovane don.