Immobile confiscato dalla DIA torna in mano al proprietario perché di legittima provenienza

La Suprema Corte, dopo aver dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale, ha accolto i motivi di ricorso della difesa

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Con decreto del 6.3.2017, la Corte di Appello di Bari, Misure di Prevenzione, ha definitivamente annullato la confisca dei beni immobili in capo al sig. Michele Terlizzi (coinvolto anni fa, insieme ad altri bitontini, in un processo relativo a presunte turbative d'aste giudiziarie), assistito e difeso dall'avv. Marcello Belsito, nonché alla moglie Tisbo Grazia e alla figlia Terlizzi Lucia, assistite e difese dall'avv. Michele Laforgia.Nel 2014, su proposta della DIA, il Tribunale di Bari, Sezione Misure di Prevenzione, aveva confiscato i beni di proprietà della famiglia Terlizzi-Tisbo, consistenti in diversi appartamenti in Rutigliano, Bisceglie e Bitonto.La Corte di Appello di Bari, nel 2015, aveva revocato in gran parte la confisca dei beni, perché risultati di legittima provenienza, confermando nel resto il provvedimento ablativo.Tale provvedimento era stato poi impugnato con ricorso per Cassazione proposto sia dalla Procura Generale, che dagli avvocati Michele Laforgia e Marcello Belsito. La Suprema Corte, dopo aver dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale, accoglieva i motivi di ricorso della difesa, stabilendo che "ai fini dell'applicazione di misura di prevenzione patrimoniale, è sempre necessario un concreto accertamento incidentale intorno ai contenuti e alla datazione della pericolosità personale del proposto" in quanto "il giudizio di pericolosità, in un'ottica costituzionalmente orientata, si fonda sull'oggettiva valutazione di fatti sintomatici collegati ad elementi certi e non su meri sospetti".In sostanza, la Corte stabiliva la necessità di una specifica dimostrata correlazione tra pericolosità, da accertare in concreto, e l'acquisto dei beni sottoposti a confisca, del tutto assente nel caso di specie.Per tali motivi, annullava il provvedimento impugnato e rinviava ad altra sezione della Corte di Appello di Bari che, con provvedimento del 6 marzo 2017, depositato il 10 marzo 2017, ha definitivamente disposto la revoca della confisca e la restituzione dei beni, accogliendo il principio di diritto stabilito dalla Cassazione in ordine all'accertata mancanza di pericolosità sociale di Terlizzi Michele e alla lecita provenienza degli immobili confiscati.