In bici fino a Monte Sant'Angelo, la bellissima esperienza di alcuni ciclisti delle frazioni

Il “tappone” si è snodato lungo il litorale pugliese, prima di affrontare i ripidi tornanti del paese garganico dedicato a San Michele

Stampa l'articolo

É un rito che si ripete ormai con cadenza annuale, la tappa di Monte Sant’Angelo sotto Ferragosto. Un gruppo di ciclisti dilettanti di Palombaio e Mariotto, raccolti attorno all’A.s.d. Pratocalor (l’associazione fondata nei primi anni Novanta dal compianto palmarista Antonio Germano e oggi presieduta dal figlio Pietro), si è dato appuntamento nel frizzante primo mattino mariottano del 12 Agosto scorso, per pedalare insieme alla volta del paese garganico dedicato a San Michele.

Il “tappone”, pianificato con scrupolo mesi addietro, si è snodato per 120 Km in andata, idem al ritorno, lungo il litorale pugliese, prima di affrontare i ripidi tornanti del “muro” di Monte Sant’Angelo. Il gruppo, coeso al ritmo dei passisti fino a Manfredonia, si è allungato e disunito sull’erto gomitolo di Monte Sant’Angelo, risalito il quale si è poi ricompattato, con arrivi alla spicciolata, nei pressi del santuario micaelico brulicante di turisti e devoti.

Le dueruote come cartina di tornasole delle propensioni individuali, e la fatica condivisa nel gioco di squadra come medium socratico per conoscere se stessi nel rapporto con gli altri. Gli amici-ciclisti casualmente incontrati a Manfredonia in piena trance agonistica, e poco più avanti all’arrivo a Monte Sant’Angelo, pur provati, avevano questa consapevolezza e questo appagamento nel loro sguardo. Con la tappa di Monte Sant’Angelo si raggiunge l’acme di tutta la stagione agonistica del gruppo ciclistico, oggi coordinato da Giuseppe Liso, Pasquale Vino e Franco Salierno, che si raduna quasi tutte le domeniche per coprire tappe brevi di 70-80 km, o più lunghe di circa 100-120 km.

Ciclismo come toccasana terapeutico, dunque, capace di tenere su il morale stando in armonia tra amici e seguendo poche, semplici regole sportive. Anche il ritorno in paese ha il senso, più che di un traguardo, di una nuova tappa: si rivedono gli amici cui raccontare ogni particolare della pedalata, si riabbraccia la famiglia e si continua a praticare lo sport più bello di tutti: la vita.