Indagati tre bitontini nella truffa da 20 milioni di euro ai danni della Regione

L'inchiesta è partita da una denuncia del governatore Emiliano. I sette indagati sono accusati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale e ideologico e autoriciclaggio

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Bari, Napoli e Cosenza. Sono le tre città colpite dalle perquisizioni disposte dalla Procura di Bari.

Alcuni studi legali sono stati passati a tappeto nell’ambito di una indagine su presunte truffe – da oltre 20 milioni di euro - ai danni della Regione Puglia in relazione a contenziosi legali per ottenere contributi agricoli, situazione denunciata dal governatore Michele Emiliano.

Gli indagati sono sette: cinque avvocati e i famigliari di uno di loro. Questi sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico e autoriciclaggio (proventi della truffa venivano utilizzati per l’acquisto di beni immobili attraverso una società immobiliare della famiglia Primavera).

Gli avvocati indagati l’avvocato bitontino Michele Primavera (con suo figlio Enrico Domenico e la moglie Anna Maria Deruvo), i baresi Oronzo Panebianco e Francesca Fiore, Assunta Iorio con studio legale a Napoli e Salvatore Lanciano, di 47 anni, di Cassano allo Ionio con studio a Napoli.

È stata proprio la Regione ad accorgersi che diverse decine di agricoltori avevano messo in atto – grazie all’aiuto dell’avvocato Primavera – una serie di raggiri finalizzati all’illecito ottenimento di fondi pubblici per le attività agricole in zone svantaggiate. Da quanto ha accertato fin ora la Guardia di Finanza, le legittime pretese degli agricoltori, relative a contributi risalenti agli anni Novanta ma non erogati dall'ente, sarebbero state gestite da avvocati che, d'accordo tra loro, avevano messo in piedi un sistema per far aumentare in modo esponenziale le spese legali.

In particolare, gli avvocati indagati, avrebbero avviato per ciascun agricoltore, tanti contenziosi quante erano le annualità per le quali aspettavano i fondi, anziché un unico procedimento: spacchettavano le cause e moltiplicavano i compensi.

Nell’inchiesta della Procura di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Francesco Bretone, sono indagate anche tre società, oggi destinatarie di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. Si tratta di Giuriconcilia &service srl, Giuristudio srl e Polo Immobiliare D’Eccellenza Srl, tutte e tre con sede a Bari in via Calefati 61/A.