L'Opinione/Cari candidati, non dimenticate che c'è una città che aspetta di essere governata e amata

No, la politica non può essere solo un mero "mercato delle vacche" fine a sé stesso

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Sono giorni di passione. Con la maiuscola, ed è una cosa seria. Con la minuscola, e lo è molto meno. Di certo, mi sto chiedendo, senza tormentarmi più di tanto, per quale ragione nel corso degli anni mi sia sempre più progressivamente allontanato dalla vita politica della città, io che seguivo incantato i duelli in consiglio comunale nella Sala degli Specchi o i comizi degli oratori insigni che nelle piazze arringavano le folle. In queste ore, fervono post sibillini, gif significative, quasi meme prendingiro, camarille segrete e incontri carbonari, gente che va, gente che viene, biglietti di andata e ritorno con stazioni invertite, gabbane pronte per essere sfilate e rigirate, caccia ai numeri e tutti sull'arca del Noè di turno pur di salvarsi dal diluvio che, ormai, da lustri - almeno un paio- ha colpevolmente anestetizzato la città intera, col terribile sospetto che tutto si muove mercè un particolare neppur tanto guiccuardiniano. Ora, fatto salvo il rispetto per tutti e per le scelte di tutti, indipendentemente da schieramenti e posizionamenti, mi permetto sommessamente di scrivere che la politica non è solo una questione aritmetica. C'è una città che aspetta di essere governata, curata, amata. Già, amata. Non scomodo Aristotele, Machiavelli - eh, persino lui non si rallegrerebbe, ne sono certo- o Weber, ma la sensazione è questa: non solo mercato delle vacche, a suo modo miserando (e ci sarebbe pure chi si esalta: mah...), che può andare bene in una prospettiva di successo nell'immediata contesa, ma poi? Farsi carico delle responsabilità millanta che slavinano sulle scapole di chi ha l'onore di amministrare Bitonto, una grande città con una storia gloriosa, ormai ridotta a trascurabile periferia di Bari, questo solo vorrei. Ascoltare da mane a sera i cittadini e le loro ataviche problematiche, magari dimenticando un poco le piazze virtuali, dove le questioni si risolvono a parole o in rissa, avendo ognora ben presente nella mente e nel cuore un'idea di Bitonto strategicamente protesa verso un futuro si spera radioso. L'impegno diuturno per combattere con fermezza la malavita che in ogni angolo invisibile e pur visibile impera, per rilanciare seriamente le meraviglie artistico-architettoniche della nostra terra, arginare il dilagare carsico ed esiziale della nuove povertà, far da sponda reale e seria a tutte le società "folli" che provano a fare sport on queste lande disperate, irrobustire concretamente quel che resta delle macerie dell'ospedale, un tempo ormai troppo lontano vanto nostro. E, sicuramente, dimentico qualcosa di ugualmente importante. Ecco, questo chiedo ai candidati: che, secondo etimo, siano degni di attraversare strade e vicoli indossando una tunica di biancore immacolato e che amino con cuore puro la nostra città. Punto.