L'Opinione/Le cose che accadono (e che sarebbe bene non dimenticare) riassunte in un sol nome: Omran
Omran Daqneesh, il bambino estratto salvo dalle macerie della Siria: i suoi occhi hanno fatto il giro del mondo, interrogando tutti
La verità è che si fa fatica a vederci chiaro. In Siria sono perdenti sia i sostenitori di Assad sia quelli dell’esercito siriano ribelle. Tutti sottostanno alle regole che scandiscono la vita sotto il califfato. Le coalizioni internazionali anti-IS stanno contrattaccando senza tregua i covi jihadisti dello Stato islamico. Tra i civili, i bambini sono decisamente i più svantaggiati: il problema è che ormai nemmeno le cosiddette adozioni a distanza riuscirebbero ad aiutarli; piuttosto occorrerebbero delle “adozioni a vicinanza” da parte delle innumerevoli associazioni dei buoni samaritani.
Per salvare il mondo basterebbe l’integrazione, il che è tuttavia impossibile, ora. Dunque è questa utopia l’assillo contemporaneo. Eppure Enea, che proveniva da una città Turca, Troia, che era stata distrutta da una coalizione di potenze occidentali (la Nato di quei tempi), sbarcò clandestinamente nel Lazio (profugus fato, nella condizione di profugo) e, integrandosi a meraviglia nella pianura tiberina, sposò la nobile Lavinia dando origine alla cosiddetta genus iulia che molto influenzò la storia di Roma.
In effetti, gli schieramenti ideologici correnti sono i limiti strutturali delle nostre democrazie spaccate, che o si rifondano o, convenientemente, si chiuderanno.