La famiglia Devanna potrebbe vendere al Comune di Bitonto 50mila volumi

L'assessore Mangini: "Si creerebbe la più grande biblioteca di storia dell’arte sotto Roma". Dall'opposizione l'invito ad accelerare i tempi

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La famiglia Devanna potrebbe vendere, al Comune di Bitonto, un patrimonio librario di oltre 50mila volumi di storia dell’arte.

A rivelarlo è stato, nel consiglio comunale di venerdì scorso l’assessore alla Cultura Rocco Mangini, rispondendo alle sollecitazioni del consigliere di opposizione Franco Natilla che ha chiesto se le indiscrezioni fossero vere.

«È un’idea progettuale che ho dal 2017. Un ambizioso progetto di acquisizione del fondo librario della famiglia Devanna» ha riferito l’assessore, illustrando la genesi del progetto: «Parlando con il professor Devanna, venni a sapere che stava per vendere alla fondazione Cariplo di Milano il suo fondo librario che consta di oltre 50mila volumi di storia dell’arte, alcuni dei quali rari, collezionati in oltre 50 anni. Ci sono monografie, cataloghi di mostre raccolti in giro per il mondo e libri dal ‘700 al ‘900 sulla storia dell’arte. Parlando con lui gli chiesi come mai lo stesse vendendo alla Cariplo. E lui rispose che era stanco di donare»

«Ho donato tutto e sono rimasto senza soldi. Quindi almeno la biblioteca non vorrei donarla» sarebbe stata la risposta di Devanna, riferita da Mangini che ha affermato che la fondazione milanese, sempre secondo le parole dell’interlocutore, avrebbe offerto due milioni di euro: «A quel punto gli dissi che due milioni di euro nessun comune glieli avrebbe potuti dare e chiesi di venirci incontro in modo che tutto quel patrimonio culturale rimanesse a Bitonto».

«Se il Comune volesse acquistarlo, io scenderei di molto nelle richieste, perché avrei piacere che rimanesse in città» sarebbe stata la risposta data all’assessore, che ha aggiunto di aver iniziato un iter amministrativo, d’accordo con il segretario, per far fare all’ufficio Cultura una perizia sul fondo librario, una perizia super partes da parte di un esperto, come si fa in questi casi: «La dottoressa Caponio, su suggerimento del Cepel, il Centro per la Promozione della Lettura del ministero dei Beni Culturali, ha individuato un perito che ha sede in Emilia Romagna, terzo rispetto alle parti. Ha valutato il fondo librario in 350mila euro. Ho chiesto all’ufficio di venire incontro e c’è stata ampia disponibilità da parte della famiglia, che si accorderebbe anche per un prezzo dai 250mila ai 280mila euro. L’iter è fermo alla perizia e allo scambio di Pec tra uffici e famiglia in cui ci si accorda sullo scambio».

«Per noi questo atto è importante per l’intera città, perché si verrebbe a creare la più grande biblioteca di storia dell’arte sotto Roma. Si andrebbe ad incrementare quasi del doppio il patrimonio librario della biblioteca Rogadeo, che consta già di 65mila volumi. Andremmo poi a valorizzare il secondo piano del palazzo Rogadeo, che da due anni è ritornato nella piena disponibilità del Comune, dopo la morte del maggiordomo del conte Rogadeo. Ho anche avviato un’interlocuzione con la Regione Puglia, dal momento che l’atto è importante per l’intero territorio regionale. Ho chiesto se fosse interessata a partecipare all’acquisto, dal momento che ci sarebbe la possibilità, proprio in collaborazione con la Regione, di un cofinanziamento, con allocazione del fondo librario nella città di Bitonto. Nel caso in cui riuscissimo nell’operazione, sono in coda quattro donazioni di libri di storia dell’arte che andrebbero ad arricchire la collezione. La prima ci è stata proposta dalla direttrice della Galleria Nazionale, la dottoressa Barbone, che ha più di 5mila volumi che vorrebbe donare. Ovviamente, nel caso in cui ci fosse una collezione più ampia. Tutto ciò creerebbe una forte sinergia di studio con la galleria Devanna, che sarebbe un polo di eccellenza a livello nazionale sulla storia dell’arte».

Dal consigliere Natilla, quindi, l’invito ad accelerare i tempi di questo scambio: «Se faceste una variazione alla bozza di bilancio, io e, penso, anche Scauro, la favoriremmo, data l’importanza di questa decisione. Non possiamo correre il rischio di perdere quel patrimonio librario. A Milano glielo pagherebbero bene. Mi pare che non ci sia una voce. Createla, perché non io, ma la città applaudirebbe senza se e senza ma ad un’iniziativa di questo tipo che darebbe ancor più lustro a questa città. Fate una variazione altrimenti avrete sulla vostra coscienza la perdita di questo patrimonio, se fosse destinato altrove».

Concetto su cui è d’accordo anche Carmela Rossiello di Forza Italia.