“Oltre: alla riscoperta del culto dei defunti”, per non dimenticare l’architetto Gianpio De Meo

La sua ricerca continua e vive nell’idea di cimitero come luogo importante a livello storico-culturale, di trascendenza tra due mondi, di commistioni revivalistiche ed eclettiche

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Sabato scorso, nella suggestiva chiesa di San Giorgio Martire – anche sede del Centro Ricerche di Bitonto- si è onorata la memoria dell’architetto Gianpio De Meo, tragicamente scomparso appena tre mesi fa.

E’ stato un cittadino dalla straordinaria poliedricità, che ha lasciato traccia non solo nei cuori dei suoi più cari amici e parenti, ma anche nella ricerche che vengono perpetuate, soprattutto, nel campo architettonico.

Gianpio rivolgeva particolare attenzione all’architettura cimiteriale perché credeva che la trascendenza tra il mondo dei vivi e dei morti fosse importante per comprendere il vero valore delle cose esistenti e dell’oltre.

Un cimitero, ultima dimora per l’uomo, custodisce la storia e, perciò, gli si deve dare giusto lustro.

Proprio in virtù di tali idee, si è organizzata una manifestazione culturale dal titolo “Oltre: alla riscoperta del culto dei defunti”, che durerà ben quattro giornate (seconda tranche il prossimo fine settimana).

Durante il primo incontro, la dott.ssa Lucia Palladino ha moderato gli interventi di Giuseppe Fiorello, assessore ai servizi demografici e cimiteriali; Nicola Parisi, assessore all’urbanistica; sindaco Michele Abbaticchio; dott. Antonio Sicolo, in rappresentanza delle Officine Culturali; prof. Nicola Pice, presidente del Centro Ricerche e di Cosmo Damiano Lovascio, vice presidente dell’Associazione architetti di Bitonto.

Ciascuno dei presenti ha ricordato Giampio, secondo quanto condiviso con lui.

«Su uno degli ingressi del nostro cimitero –ha affermato l’assessore Fiorello- c’è un importante monito latino che ci comunica come essa sia la nostra ultima dimora. Gianpio ha perfettamente compreso il valore di questo monito. Noi come amministrazione raccogliamo il passaggio testimoniale della mediazione tra l’importanza storica-culturale del cimitero e le applicazioni delle nuove normative che sono quelle della tutela e salvaguardia sanitaria e della sicurezza».

«Quando Gianpio è venuto a mancare –lo ricorda, così, l’assessore Parisi-, la sua figura si è cristallizzata e si manifesta in maniera completa, quasi la vita fosse un dipinto ultimato solo con la morte. E’ bello che le sue ricerche vengano continuate dal gruppo di architetti da lui guidato. In suo onore vorremmo rialzare il Parco della Lama Balice, su cui ha lavorato, e chissà che non si elaborino progetti che portino il suo nome».

Dopo la lettura di una lettera dell’architetto Lovascio, è intervenuto il dott. Sicolo con la sua relazione: “L’influenza del revivalismo nell’arte cimiteriale”.
Un’attenta analisi storico-artistica ha evidenziato quanto nell’Ottocento sia avvenuto in un contesto europeo e italiano. C’è stato un ritorno a stili remoti, in particolare romano e augusteo in Italia, che crea, delle volte, false interpretazioni delle opere artistiche. Un esempio di pieno eclettismo e di tutti i revivalismi che il dott. Sicolo ha illustrato è il cimitero di Alberobello.

“L’incartamento per la costruzione del camposanto di Bitonto. Le architetture dell’eclettismo” è stata la relazione, invece, del prof. Pice. La sua è stata una meticolosa ricerca dei documenti relativi alla storia del nostro cimitero e, in genere, delle architetture dell’eclettismo. Con l’editto di Saint Cloud del 12 giugno 1804 si stabilì una nuova collocazione dei cimiteri, ovvero extra urbana. Pian piano tutti si sono adeguati all’editto, tranne poche civiltà come quella turca che presentano tracce cimiteriali all’interno della loro città. I lavori del cimitero di Bitonto sono iniziati nel ’37-’38 e da quando furono affidati all’architetto Castellucci nel ’41, ciascun intervento si è adattato a quanto fatto da lui. Il prof. Pice ha ricordato Gianpio con alcuni versi di Pier Paolo Pasolini.

«Ricordo Gianpio, le sue parole e il suo entusiasmo per l’accrescimento culturale –ha affermato il sindaco Michele Abbaticchio- che mi hanno fatto apprezzare di più questioni legate alla nostra architettura cimiteriale, in particolare. Ho aderito fin da subito a questa iniziativa e credo che Giampio stia apprezzando tutto quello che si sta facendo per lui. Ringrazio tutte le realtà associative che si impegnano per la città e che hanno organizzato questa manifestazione».

E’ stato importante anche il momento finale dell’incontro, quando il prof. Pice ha consegnato al nostro Sindaco un progetto sulla ricostruzione del vecchio ciborio della Cattedrale, a cui teneva molto l’architetto De Meo.

La domenica, s'è tenuta una visita guidata e ragionata del cimitero della nostra città e sul far della sera, presso la chiesa di san Domenico, si è tenuta una Lectura di poesie dedicate ai defunti in occasione della solennità del 2 novembre dal titolo "Poesia e morte un rapporto osmotico".

Liriche di autori antichi (greci, latini, barocchi)  e moderni (Foscolo, E. L. Masters, Pavese) sono state declamate del gruppo dei Teatrofili: Ciccio Gaudimundo, Domerio Mundo, Concita Napoli, Piero Urbano; le musiche sono state curate da Luigi Lauta.