Omicidio Basile. Nella trasmissione “Indago” di Telenorba ne parla il sindaco Michele Abbaticchio

Vice Presidente nazionale di Avviso Pubblico, va contro l’omertà e a favore di manifestazioni e cortei che possano dare il buon esempio

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Il Sindaco Michele Abbaticchio è intervenuto nella trasmissione “Indago” di Telenorba sulla questione dell’omicidio del consigliere Giuseppe Basile del 2008 (a Ugento) e in qualità di Vice Presidente nazionale di Avviso Pubblico, nonché associazione di Comuni contro tutte le mafie. E’ stato intervistato, domenica scorsa, dalla giornalista Giovanna Bruno.

“Indago” è una trasmissione addetta alla cronaca nera e alla discussione di casi rimasti irrisolti, va in onda la domenica e in seconda serata su Telenorba.

Nella puntata del 1° novembre, la giornalista Giovanna Bruno ha affrontato la questione dell’omicidio del consigliere Basile, avvenuto a Ugento tra il 14 e 15 giugno 2008. E’ un caso su cui si discute da tempo e rimasto irrisolto.

Il consigliere Basile era molto attivo nelle battaglie a favore della legalità e si suppone sia stata assassinato per intromissioni non gradite a sistemi affaristici locali e non, di cui lui sfortunatamente era a conoscenza.

Inizialmente si accusarono, per una lite di vicinato, i Colitti (nonno e nipote). I due furono arrestati e assolti, poi, dopo sette anni. La famiglia degli innocenti ha chiesto allo Stato un risarcimento pari a venti milioni di euro e che venga fuori la verità.

«Da osservatore esterno e da addetto alla pubblica amministrazione –ha affermato Michele Abbaticchio, Vice Presidente nazionale di Avviso Pubblico-, conoscendo quello che politicamente stava facendo la vittima, ovviamente sono stato propenso a pensare ad altro e non alla pista della lite di vicinato. Per il resto, si attendono le indagini».

Inoltre, le segnalazioni ad Avviso Pubblico di minacce agli amministratori continuano a non mancare.

«Negli ultimi anni, Avviso Pubblico ha pensato di creare un rapporto degli amministratori sotto tiro che possa supervisionarli. Chiaramente ciò comporta difficoltà perché, a volte, ci sono episodi strumentalmente creati per farsi pubblicità o di amministratori che risultano collusi e sono oggetto di reazioni proprio per atti omissivi da parte loro in relazione a una certa logica criminale».

«Nella stragrande maggioranza dei casi, gli amministratori locali sono oggetto di segnali minacciosi non solo dalla criminalità organizzata perché semplicemente cercano di attuare un ordine precostituito secondo le forme previste dalla legge. Solo recentemente si è interessata la Commissione parlamentare e di Senato

che sta studiando un disegno di legge ad hoc per arginare questo fenomeno che ha visto la Puglia, l’anno scorso, prima in Italia».

Generalmente nei casi di cronaca nera, come l’omicidio del consigliere Basile, ci sono cittadini che preferiscono essere omertosi piuttosto che collaborare con la giustizia.