Omicidio Cutrone 2/Le Testimonianze. "Mariagrazia era davvero una ragazza splendida"

Ma quando qualcosa non va, le donne non devono esitare a chiedere aiuto o a denunciare. Si possono salvare vite così

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Urla strazianti e tanto dolore.

La furia dei fratelli che amavano la propria sorella, il pianto silenzioso delle zie, gli sguardi sbigottiti dei vicini di casa.  

Entri in punta di piedi nel dolore, un dolore in cui non vorresti entrare per rispetto, per paura di poter ferire.

Perché è il dolore di una famiglia distrutta, di tre bimbi che hanno perso l’amore dei genitori e della propria mamma, per sempre.

E il più piccolo era lì a due passi dalla pozza di sangue in cui era riversata la giovanissima Mariagrazia Cutrone.

Non si potranno mai trovare le parole giuste. Sicuramente ci hanno provato i servizi sociali, gli psicologi che, sin da subito, si sono presi cura dei piccoli e lo faranno ancora tutti coloro che gli vogliono bene, la nonna prima di tutti.

I commenti di vicini e conoscenti. «Lei era una ragazza splendida – commentano i vicini -. Ogni tanto, sì, li abbiamo sentiti litigare, ci siamo preoccupati fino ad avantieri sera quando abbiamo allertato le Forze dell’Ordine».

E ancora: «C’erano i litigi, è vero, ma c’era anche molto affetto e amore – commenta una conoscente –. Lei era una moglie molto devota, accompagnava anche il marito al lavoro al mattino, teneva sempre la casa in ordine, badava ai bambini, e nonostante tutto diceva “Lui è sempre il padre dei miei figli..”».

«Anche lui era un brav’uomo – dicono – certo non è mai stato accettato completamente dalla famiglia, ma finché era felice lei, il resto non importava. Si arrangiava nel lavoro, pare che avesse qualche debito e che, di tanto in tanto, giocasse e bevesse un po’». E aggiungono: «Si sa come vanno certe cose… - sospira la signora – quando non c’è serenità economica è ancora più facile cadere in certi tranelli della vita e portarsi a casa nervosismi e gelosie. Poteva accadere a chiunque, ma non ci saremmo mai aspettati da Mustapha un gesto del genere!».

Lo sciacallaggio mediatico. Commenti razzisti, commenti molto cattivi sul genere femminile, spesso incontrollabili: ci abbiamo provato a moderarli, cancellarli, nasconderli, ma il pregiudizio è figlio soprattutto dell’ignoranza (come colui che ignora) dei nostri tempi.

Abbiamo assistito ad omicidi e femminicidi in ogni luogo d’Italia e per mano di qualsiasi uomo sia questo bianco o extracomunitario. Cosa cambia? Resta l’atto scellerato, resta la mancanza di rispetto per l’essere umano, resta la brutalità del gesto, resta la paura che non si è sentito più solo in Tv: è accaduto ad una donna con cui abbiamo parlato, che – probabilmente – avremo incontrato per strada, che era madre e moglie come tante, che provava sentimenti di gioia e dolore e che portava dentro un fardello grande.

L’importanza della denuncia. Tutti starete pensando che forse sarebbe stato tutto inutile, che è inutile denunciare, perché la giustizia non fa bene il suo corso, perché poi gli uomini si vendicheranno e proseguiranno i dubbi e le domande. Ma le Forze dell’Ordine sapranno sicuramente consigliarvi al meglio, ci sono associazioni, come “Io sono mia”, che si prendono cura delle donne che vivono situazioni di disagio.

Non abbiamo, perciò, paura di reagire. Ascoltiamoci e ascoltiamo la voce di chi abbiamo a cuore: agire nel momento giusto può salvare una vita.