Quando uscire di casa diventa un'impresa. Anche “grazie” alle istituzioni…

La storia di un bitontino disabile, prima danneggiato e poi ignorato da chi avrebbe dovuto rimuovere le barriere architettoniche

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Un famoso detto che si addice a situazioni particolarmente grottesche recita “oltre al danno, la beffa”. Ma siccome non c’è limite al peggio, può capitare che a essi si aggiunga anche la beffa della beffa. Quando poi al centro della vicenda ci sono i cittadini da una parte e le istituzioni dall’altra lo sconforto diventa totale.

Questa storia ce la racconta la signora Benedetta e vede protagonista suo padre, residente in zona Santi Medici. Essendo disabile, il signor Domenico per andare in giro utilizza un apposito scooter. Per questo, circa 3 anni fa, chiese al Comune, allora guidato dalla giunta Valla, di provvedere alla realizzazione di una discesa che collegasse la soglia della sua abitazione al piano stradale.

L’amministrazione intervenne tempestiva e immediatamente riuscì a peggiorare la situazione. La discesa venne realizzata, ma non frontalmente al portone, come richiesto, bensì lateralmente. Obbligando quindi Domenico a effettuare con il suo scooter manovre e curve strette che di certo non gli hanno facilitato la vita. In più chi effettuò i lavori si mostrò talmente scrupoloso da pensare di realizzare non una, ma ben 2 discese. “Solo che una delle 2 per mio padre è inutilizzabile – denuncia la figlia -, perché porta su un altro tratto di marciapiede non provvisto di discesa”. Insomma, una barriera architettonica sostituita con un’altra. Fin qui la beffa. Ma c’è di più.

I lavori furono effettuati talmente a regola d’arte che portarono a innalzare il livello del marciapiede antistante il portone della casa del signor Domenico. Lasciando quindi la soglia dell’abitazione al di sotto del livello del marciapiede stesso. Risultato: in caso di pioggia, l’acqua si riversa all’interno della casa. E non è il solo liquido indesiderato che entra in questo modo. “È capitato più volte di avvertire cattivo odore nei pressi del portone – ci dice Benedetta – e di scoprire che si trattava di urina dei cani entrata da fuori”.

“Abbiamo più volte segnalato il disservizio al Comune – ricorda –. L’unica cosa che ci hanno detto è che, per evitare di ritrovarsi pioggia e quant’altro all’interno dell’abitazione, avremmo potuto innalzare la pavimentazione, portandola al livello del marciapiede. Il tutto a spese nostre però”. Le successive segnalazioni non hanno ricevuto alcuna risposta e sembrano sparite nel nulla. Nonostante la nuova amministrazione, “abbiamo rinunciato a denunciare la situazione alle istituzioni – conclude Benedetta -. Ci siamo rassegnati”. Il timore, anzi la quasi certezza, è che questa storia non sia unica nel suo genere.