Tragedia di Molfetta. Indagato per omicidio colposo il titolare dell'azienda ittica

Avviate perquisizioni nelle aziende coinvolte per verificare la regolarità della cisterna e la presenza delle autorizzazioni necessarie

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La Procura di Trani ha iscritto nel registro degli indagati Vito Di Dio, legale rappresentante dell’azienda di prodotti ittici e Antonio Papagni, 54 anni, dove, martedì scorso, i due operai bitontini, Nicola e Vincenzo Rizzi, hanno perso la vita.

Nell’incidente è rimasto ferito anche un secondo figlio, Alessio, fortunatamente sopravvissuto e ricoverato nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Bisceglie. Il giovane è ormai fuori pericolo.

L’accusa ipotizzata dalla Procura, per il titolare della “Di Dio srl”, è di omicidio colposo. A Di Dio è stato notificato anche l’invito a nominare consulenti tecnici che assistano all’autopsia e agli accertamenti tecnici condotti dai magistrati di Trani. Invito analogo è stato rivolto anche ai familiari delle due vittime.

Nell’attesa di conoscere i risultati dell’autopsia, ha, inoltre, disposto perquisizioni all’interno dello stabilimento “Di Dio” e dell’azienda “Ecologia Rizzi”, di cui lo stesso Nicola era titolare. Scopo delle verifiche è di acquisire elementi utili per le indagini avviate dalla Procura, verificando se la cisterna fosse a norma e se l’azienda delle vittime avesse tutte le autorizzazioni previste dalla legge. Sulla regolarità della cisterna gli inquirenti hanno qualche dubbio.

Sono attesi, intanto, i risultati dell’autopsia sui due cadaveri, condotta dal medico legale Alessandro Dell’Erba, per appurare le cause del decesso, anche se l’ipotesi più accreditata è quella dell’avvelenamento causato dalle esalazioni tossiche provenienti dalla cisterna. Sembra da escludersi l’annegamento. Nella cisterna profonda tre metri c’erano solamente dieci centimetri di liquami.

L’Inchiesta sarà affidata, al termine degli atti urgenti condotti dal pubblico ministero Mirella Conticelli, al pm Antonio Savasta, del pool reati ambientali e incidenti sul lavoro.
Nel frattempo, sulla vicenda, si è espresso anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha rinnovato l’appello ad attivare, nei luoghi di lavoro, tutte le misure di sicurezza necessarie per tutelare l’incolumità dei lavoratori.