Tremate pure, è tornato Lui: Sua Maestà Imperiale. E sono dolori per la Chiesa...

Il Divino propone una soluzione singolare al problema parcheggio per le “Divine Ali Meccaniche degli Italiani”

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Il problema dell’intenso traffico, si sa, è comune ad ogni metropoli del pianeta, da Roma a New York, da Parigi a Stoccolma, da Hong Kong a Bitonto.

In una società in cui ogni famiglia ha almeno un’automobile, capita spesso di vagare per ore alla ricerca di pochi metri dove lasciare il proprio mezzo o di trovare veicoli in sosta in stile membro canino.

La soluzione? E’ illustrata in alcuni manifesti apparsi da qualche giorno a Bitonto, a firma di “Sua Maestà Imperiale” Palmo Amendolagine, "Creatore, Padrone e Imperatore dell'Universo".

 Si, proprio lui. Lo stesso monarca assoluto che, lo scorso dicembre, si presentò a noi umili sudditi, per chiedere che “l'Istituzione che fa capo al Vaticano dichiarasse terminanti (sic) i bimillenari lavori e restituisse allo Stato Italiano, il territorio della Città del Vaticano e quant'altro ottenuto dai Patti Lateranensi".

Se, quindi, “il tessuto urbano delle città italiane è reso problematico dalla sosta indiscriminata di veicoli lungo le strade” e i templi cristiani, in tutto lo stivale italico, sono vuoti perché non trasformare questi ultimi in ricoveri per le “Divine Ali Meccaniche degli Italiani”?

Prima di vagare con la fantasia, prima di ritornare con la mente indietro nel tempo, sino alla nostra infanzia, all’epoca dei leggendari supereroi fantascientifici giapponesi, Mazinga e Goldrake, la spiegazione è presto data: codesti sacri accessori, degni di venerazione, altro non sono che le automobili. Anzi, pardon, le Automobili.

Perché proprio gli edifici religiosi?”. La domanda sorge spontanea a noi comuni mortali. Anche per questo quesito la motivazione è subito data.
Non è normale che lo sterminato patrimonio immobiliare costituito dai su menzionati manufatti, costruito nei secoli dal popolo italiano con suoi quattrini, sia ancora in mano ad una casta sacerdotale che raccontano (sic)da millenni favole e frottole teologiche senza alcun fondamento scientifico, è riuscita a diventare, illecitamente, uno stato nello Stato Italiano” tuona ieratico il sommo Sovrano.

Si sorvoli, ovviamente, sulle deviazioni dall’uso classico della grammatica italiana e della punteggiatura.
D’altronde quanto possono valere vecchie e rigide norme grammaticali dinnanzi al Creatore dell’Universo?
Così come avrà creato gli idiomi neolatini, sarà anche in grado di modificarne le regole.

 Nei congedare noi umili fedeli, il potente imperatore saluta “gli Stati Uniti d’America, la Francia, la Germania, la Svezia, la Russia, l’Austria, l’Italia e gli Italiani nel mondo”.

 Non se la prendano thailandesi, canadesi, norvegesi, australiani e tutti gli altri a cui è negato il saluto. Si sa, ogni padre può avere figli prediletti rispetto ad altri.

E se cattedrali, basiliche, duomi e chiese devono essere interessati dal cambio di destinazione d’uso, perché non iniziare direttamente dalla Basilica per eccellenza, la sede del potere ecclesiastico, ossia San Pietro, come chiede il regio manifesto?

Chissà, dunque, se, ora che Papa Francesco l’innovatore ha preso il posto del teutonico conservatore, la volontà di Sua Maestà possa compiersi.

Del resto, quale posto più sicuro per le nostre macchine di Piazza San Pietro, costantemente sorvegliata dalle guardie svizzere e dal sommo pontefice in persona...