A spasso con la Storia/Il medico che ha rischiato la vita per gli Ebrei. L'affascinante storia di Carlo Angela

Nella sua clinica, durante la Seconda guerra mondiale, ha dato rifugio anche ai partigiani salvandoli dallo sterminio. Dal 2001 è un "Giusto tra le Nazioni"

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Questa è una storia che ufficiosamente inizia durante la Seconda guerra mondiale, ma che ufficialmente ha la genesi 50 anni dopo. A morte dell’attore principale già avvenuta.

Siamo nel 1995, allora. Il medico e psicoterapeuta, nonché scrittrice Anna Segre decide di pubblicare i diari segreti del padre, Renzo, uno degli ospiti (e sono stati tanti) insieme alla moglie della clinica di Carlo Angela in quel di Torino nel bel mezzo della lotta al nazi-fascismo.

Ed è così allora che un eroe, di quelli che non indossano un costume o si fanno vanto delle loro azioni, è entrato a far parte della memoria collettiva, come una persona discreta che ha saputo avere un grande coraggio per ribellarsi a un regime ingiusto e a salvare molte vite.

Già, Carlo Angela, allora. Padre di Piero e nonno di Alberto, che oggi conosciamo benissimo, e che apprezziamo per la serietà dei contenuti, il linguaggio utilizzato e l’umiltà che dimostrano di avere.

E che, da 26 anni, abbiamo capito da chi è stata ereditata.

Nato in provincia di Vercelli nel 1875, è stato un medico e un convinto antifascista, come dimostra l’essere stato iscritto al Partito radicale prima della marcia su Roma nel 1922, e poi al Partito d’Azione dopo la guerra.

Come direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione”, vicino Torino, è riuscito a dare rifugio a partigiani antifascisti e a numerosi ebrei, salvando loro la vita. Grazie al suo ruolo Carlo Angela è riuscito in quegli anni a falsificare molte cartelle cliniche, ricoverando persone perfettamente sane, istruendole su come fingersi falsi malati, e togliendole alle grinfie del sistema di sterminio.

Come se non bastasse, sospettato dalla polizia fascista, Carlo è stato interrogato a Torino rischiando la fucilazione.

Ma per mezzo secolo, in pochissimi hanno saputo questi dettagli non da poco, anche per la enorme e l’encomiabile discrezione della famiglia.

Dopo il conflitto mondiale, Angela ha continuato nel suo impegno politico diventando sindaco di San Maurizio Canavese, un Comune a 20 chilometri a nord di Torino, e candidandosi alle elezioni del 1948, con il Partito d’Azione.

Sempre in quegli anni, è stato anche presidente dell’ospedale “Molinette” di Torino, città dove è morto nel 1949.

Dopo la “scoperta” fatta nel 1955, sei anni dopo, nel 2001, è entrato nella bellissima lista di “Giusto tra le Nazioni”, perché ha salvato ebrei, lo ha fatto sotto la minaccia di un grave pericolo per la propria vita, e senza mai percepire alcun compenso.

Quattro anni fa, la Rai ha prodotto un documentario in suo nome, dal titolo “Carlo Angela: un medico stratega”.