Anniversario della Fondazione Santi Medici. Dottrina sociale della Chiesa e impegno politico

Si tenuto ieri il primo degli incontri. Ospite della serata è stato Monsignor Gastone Simoni

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Il 18 novembre 1993 fu firmato a Bitonto l’atto notarile che diede vita alla Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano”. Il documento vide le firme di Mons. Mariano Magrassi, l’allora arcivescovo dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, del rettore Don Ciccio Savino e di alcuni volontari del Comitato socio-sanitario.

Con la creazione della Fondazione, i firmatari vollero dare avvio giuridicamente alla sentita esigenza di dare organicità e sviluppo alle iniziative di carità e di formazione cristiano-sociale già in atto o che si sarebbero realizzate presso la Basilica dedicata ai Santi Medici in Bitonto.

Il prossimo 18 novembre si terrà il ventesimo anniversario di quella firma e la Fondazione, per l’occasione, ha deciso di celebrare il proprio compleanno con una serie di incontri e iniziative per “fare memoria dei venti anni trascorsi, confermare la scelta con gli ultimi, rafforzare l’entusiasmo dell’appartenenza alla Fondazione, continuare a leggere nel territorio i segni dei tempi, organizzare servizi di qualità che abbiano al centro la persona, elaborare linguaggi dell’inclusione sociale e della fraternità”.
Ieri si è tenuto il primo degli incontri previsti, sul tema «La dottrina sociale della Chiesa, bussola per l'impegno nel sociale e nel politico», un argomento da sempre al centro di accesi confronti nell’opinione pubblica italiana. A discutere sul tema è intervenuto Monsignor Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato e presidente del Collegamento sociale cristiano. Rispondendo alle domande di Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, Simoni ha espresso la sua opinione su vari temi, tra cui quello della libertà e dell’impegno cattolico in politica, questione che, sin dall’unificazione nazionale ha diviso l’Italia.
Quel che i cattolici dovrebbero fare è unirsi, stilare programmi  politici spendibili, parlando alla gente ed ascoltando la voce e la pancia delle persone. Dobbiamo incoraggiare i ragazzi ad impegnarsi – ha commentato l’ospite – Ma mancano oggi leader morali che portino avanti le idee, come è successo nel passato”.

E, sul rapporto tra Stato e religione: “Lo Stato deve essere sì laico, ma deve riconoscere il valore morale dell’esperienza religiosa e spirituale nella società. Un’esperienza positiva dal punto di vista sociale e politico, in quanto generatrice di valori sociali. La Chiesa deve educare i laici a fare la propria parte”.

Servono nuove agorà” ha continuato Valentino Losito, soffermandosi su quel ruolo una volta detenuto dai partiti politici: “La nostra è una storia molto breve. Abbiamo radici comuni deboli. I partiti politici hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione della società. Ma, con la loro crisi, negli ultimi decenni, quella funzione è venutà meno. Ecco perché sono necessarie nuove agorà. Questi incontri sono utili, ma servono continui momenti di confronto. Le forze politiche da sole non ce la fanno”.
Rammarico, da parte di Don Ciccio Savino, è stato espresso per l’assenza di partiti e liste civiche: “Da parte di laici e cattolici, in Italia, c’è stata una sottovalutazione della dottrina sociale della Chiesa, una tendenza a prendere quel che più piace. Al di là degli schieramenti, chi vuole impegnarsi in politica deve fare i conti con queste tematiche”.
Infine, l’appello di Don Ciccio: “Recuperiamo la politica in sé e non rinunciamo mai al dono supremo della libertà. Mai come in questo momento è venuto meno il principio di fratellanza. Tutti noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”.