Concorso "Donna e scienza - Rita Levi Montalcini", il primo premio alla bitontina Lucia Perrini

Il concorso è stato dedicato all'illustre Rita Levi Montalcini

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Concorso 'Donna e scienza - Rita Levi Montalcini', il primo premio alla bitontina Lucia Perrini Il momento della premiazione

Gli specchi di Palazzo Gentile ieri sera hanno riflesso tutto il bene che la nostra città può avere, può meritare.

Si è svolta, infatti, tra le pareti del nostro comune, la cerimonia di premiazione del concorso indetto dalla Fidapa Donna e scienza” dedicato all’emblematica figura della donna-scienza Rita Levi Montalcini.

La vincitrice, eccola. È stata la splendida Lucia Perrini, ragazza bitontina doc, che ora vive e lavora a Bruxelles (dove ci resterà ancora per due anni e mezzo) come ricercatrice all’Università cattolica di Louvain la Neuve.

«Ho fatto visita al CERN di Ginevra dove l’infinitamente piccolo diventa infinitamente grande– ha con gioia dichiarato e aperto la serata la presidentessa nazionale Fidapa Eufemia Ippolito, cose quasi da fantascienza. Giovani donne, molte pugliesi tra queste, si distinguono con onore e mi sono sentita orgogliosa di essere pugliese ancor di più sapendo che avremmo festeggiato una di loro. Sorge spontanea una riflessione: torna sempre attuale Socrate, tutto ciò che non sappiamo sarà sempre più grande di quel che non sappiamo».

Anna Maria Pastoressa, presidentessa della Fidapa di Bitonto ha commentato l'intervento iniziale, sottolineando come «i tanti giovani, non solo donne, che si impegnano nella ricerca, diventano cittadini del mondo. Andare fuori dall’Italia per ampliare le conoscenze è fondamentale, ma la speranza è quella che tornino»

Commento positivo quello del sindaco Michele Abbaticchio, che ha fatto gli onori di casa: «La nostra città, tra i giovani, è in continuo fermento, c’è voglia di nuovo. I giovani che vanno via ritornano, ripensano con nostalgia alla città che sta cercando di migliorare».

Hanno ripensato con aria quasi nostalgica, ricordando alcuni aneddoti legati alla Montalcini, l’onorevole Giovanni Procacci e il direttore scientifico dell’Istituto Oncologico barese, Antonio Moschetta.

«Sono stato suo collega – ha commentato Procacciper due mandati, ma nel biennio 2006-2008 ho avuto modo spesse volte di incontrarla. Veniva in aula quasi novantasettenne, tra gli scherni dei leghisti, ed era sempre disponibile al dialogo, a rispondere a tutti. Ha combattuto tanto per l’emancipazione femminile soprattutto per tutte le donne dell’altro emisfero del mondo. Era atea ma diceva qualcosa di estremamente religioso con: “la bellezza degli altri è operare per gli altri”. Tant'è che destinò il compenso del premio Nobel alla comunità ebraica. Scienza, ragione, fede sono stati grandi valori che l’hanno caratterizzata».

«Ero con lei a pranzo e ricordo che il cameriere alla domanda “cosa prendete” si vide rispondere “un tè verde” – ha ricordato sorridendo Moschetta –. È da lì che ho cominciato a ripensare all’alimentazione. Essere ricercatore oggi è avere nella vita la possibilità di fare quello che si vuole. Il problema è il post laurea. Quanti non fanno quello che vogliono? Quello che sognavano di essere? Bisogna continuamente continuare a chiedersi i perché, quelli dei bambini, quelli degli anziani, vivere in un eterno “Sabato del villaggio”: il ricercatore vive proprio così aspettando la domenica, la scoperta che gli cambierà la vita. Tutti dovremmo vigilare, invito che porgo anche al sindaco, che l’ultima scintilla del futuro migliore non si spenga. Vi lascio con questa significativa frase, con questo augurio, di don Tonino Bello: “La pesantezza del passato non deve impedire di far credito al futuro”».

Il commento d’amore e passione riguardo lo studio è giunto anche dal direttore della nostra testata, il prof. Mario Sicolo che ha rimarcato l’immagine dello studio come «impresa ascetica, un raggiungimento della vetta della sapienza. Ricerca come ri-cerca cioè un andare intorno ad un cerchio, cerchio che è vita e rivelazione del mistero che è custodito in noi stessi».

Importante anche l’intervento della prof.ssa Isabella Simone, neurologa del Policlinico di Bari che con forza ha evidenziato «l’importanza delle donne e dell’affermazione di noi stesse. Un continuo combattere senza sosta per raggiungere i più alti obiettivi di vita».

Obiettivi alti quelli raggiunti in primis da Lucia Perrini, che ha illustrato a fine serata la sua tesi vincitrice del concorso sulla scoperta del bosone di Higgs (il 4 luglio 2012, ndr) la particella che spiega il motivo per cui tutte le particelle fondamentali esistenti in natura hanno massa.

Seconda classificata è stata Teresa Lisi e terza Angela Arianna Gasparro.