“Essere donna”. L'altra metà del cielo che fa ancora parlare di sè

La Giornata delle donne ha riunito tutti nel Teatro Tommaso Traetta per un incontro di leggerezza pensosa ideato dalla vicesindaco Rosa Calò e con la collaborazione di alcune associazioni bitontine

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In occasione dell’ 8 Marzo, l’ Assessorato alle Pari Opportunità ha promosso un incontro culturale e commemorativo nel Teatro Traetta. La vicesindaco Rosa Calò è riuscita a raggiungere il suo obiettivo collaborando con diverse associazioni bitontine: FIDAPA, Progetto Continenti, D.E.A., La mano di Igea, Io sono mia, Agorà, Mondodomani, INTEGRA, Associazione Anti Racket, AEDESymposium, Anche io posso volare, N.A.D.I.A, Una teca per tutti.

 “Essere donna”.  Al giorno d’oggi è ancora oggetto di discussione in quanto si pecca in diritti mancati, in atti di violenza  e a volte nella manifestazione della propria essenza. 
Essere donna significa essere capace di cadere e dolorare fino all’inverosimile, per poi rialzarsi più forti e coraggiose di una leonessa.

La donna non è l’essere debole per eccellenza o, meglio, la sua debolezza non è un male, perché nasconde quell’alta sensibilità che le permette di imparare sempre qualcosa di nuovo e di ottenere quel che vuole.

Essere donna è aver degli istinti sopraffini.
Essere donna vuol dire farsi bella prima per se stessa, poi per gli occhi del proprio uomo.
Essere donna significa sacrificare anche se stessa pur di prendersi cura di qualcuno.
E’ mantenere la propria dignità e personalità in amore.
E’ essere indipendenti.
E’ saper quando e come aspettare. 
Si è donna con o senza uomo.

La Giornata della Donna, perché così va chiamata, è un monito a chi, molto spesso, dimentica con quanto sacrificio e quanta dedizione continua a distinguersi nelle pagine della Storia.

La donna, sì, va onorata e, soprattutto, rispettata ogni ora del giorno. Ma è proprio così?
O ad ogni ricorrenza, come l’8 marzo, l’uomo trova il modo per fare il finto moralista?

Intanto, continuano a riaffiorare notizie di omicidi, di violenza e di abbandono. 

Nella nostra Bitonto questa data è stata l’occasione per incontrarsi in Teatro per l’ascolto di componimenti poetici, di musiche, per la visione di un film e per cogliere spunti riflessivi.  

All’entrata a Teatro è stato possibile gustarsi l’attesa con la visione del video “Alegria” di Cirque du Soleil. «Oggi è un momento di festa insolita. Non una festa a base di pizza, mimosa e magari con la conclusione in discoteca. Oggi – apre la serata la vicesindaco Rosa Calòè una serata di pensosa leggerezza. E’ importante ricordare che la donna ha ancora qualcosa da conquistare e agire insieme nella consapevolezza di ottenere qualcosa in rete, con le nostre capacità, con la nostra sensibilità e , certo, anche con gli uomini. Questo incontro è stato partorito grazie alla collaborazione con diverse associazioni che ci hanno creduto. L’obiettivo va oltre la serata:  la ricostituzione della Consulta delle donne per dare concretezza e risposta all’esigenza di partecipazione e di vita democratica delle Donne». 

Successivamente sul palco è intervenuto il primo cittadino, Michele Abbaticchio, per fare il suo augurio speciale alle donne ricordando quanto importante sia la loro sensibilità e il loro essere.

Il Sindaco ha mostrato la sua compiacenza per l’organizzazione di un evento ad hoc nella Giornata della Donna, che dovrebbe espandersi, anche per lui, oltre le 24 ore.  
Sul sottofondo di Ludovico Einaudi son stati letti alcuni brani da Michele Tullo, giovane attore della compagnia “Fatti d’Arte”

Il primo brano è stato sulla violenza delle donne, il secondo una lettera alle donne di Giovanni Paolo II del 1995.
E’ stato presentato poi il film “Donne senza uomini” , girato da Shirin Neshat.
La pellicola ha vinto il Leone d’argento per la migliore regia alla Mostra del cinema di Venezia nel 2009 ed è dedicato alla memoria di coloro che hanno perso la vita nella lotta per la libertà e la democrazia in Iran dalla Rivoluzione costituzionale del 1906 al Movimento Verde del 2009.

Il film è ambientato nel 1953 ed è la storia di quattro donne iraniane che appartengono a classi sociali diverse e che sono vittime dello strapotere dell’uomo. 
Era il periodo del colpo di stato appoggiato dagli americani e dagli inglesi che portò alla restaurazione del potere dello Scià e alla deposizione del Primo Ministro democraticamente eletto Mohammad Mossadeq. 
Fakhir è una donna di mezza età che è stata costretta a sposare un uomo che non amava. Zarin è una giovane donna costretta a prostituirsi e afflitta dal dramma di non riuscire più a vedere i volti degli uomini. Munis ha una forte coscienza politica, ma è costretta da suo fratello a isolarsi e seguirei suoi intransigenti e tradizionali dettami.
Faezeh è indifferente da quanto accade al di la del giardino, dove le donne trovano pace, e sogna il suo matrimonio con il fratello di Munis. Munis e Fakhri affronteranno con coraggio il proprio destino, mentre le altre due si imporranno svolte fondamentali per il loro futuro.  

La storia è ambientata a Teheran e si districa tra la dimensione reale ed onirica. Essa rispecchia situazioni, purtroppo, anche attuali.

Nella parte finale della serata, gli spettatori hanno ascoltato la lettura di “Per ogni donna c’è un Uomo” e ammirato il flash mob contro la violenza sulle donne. 
La vicesindaco, Rosa Calò, e le relative associazioni possono ritenersi soddisfatte di aver lanciato un messaggio positivo a tutta la città.