Ida Mantovani, una disabile che sfida le barriere architettoniche e culturali

Presentato ieri il libro della giovane bitontina. E in serata all’Auditorium spettacolo in musica con la lingua dei segni

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Ida Mantovani, una disabile che sfida le barriere architettoniche e culturali Un momento della serata

Qualche anno fa andai a Varese per un concorso per educatrice. Mentre aspettavo il mio turno, sentii una ragazza dietro di me dire che gli invalidi rubano i posti di lavoro”.

È una delle tante barriere culturali che ancora oggi rendono difficile la vita dei diversamente abili. Ne parla una di loro, Ida Mantovani, nel suo libro Barriere architettoniche. La lunga strada dalla disabilità alla diversa abilità. Testimonianze di esperienze vissute, presentato ieri sera al Comune di Bitonto. Laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione, la trentenne bitontina con il suo volume dà voce a tutti coloro che da anni sperano di essere aiutati a superare le barriere architettoniche, sociali e culturali che, come lei stessa ha affermato, “sono un problema di tutta l’umanità”.

“Lo scopo del mio libro– ha detto la Mantovani – è di sensibilizzare l’opinione pubblica che troppo spesso limita le attività sociali e le possibilità di aggregazione per i disabili. Delle barriere architettoniche– ha denunciato – si parla sempre, ma poi non si fa nulla per eliminarle. Le associazioni di disabili organizzano molte manifestazioni, coinvolgendo la società civile, ma tutto finisce lì: per noi non c’è quasi mai una rappresentanza istituzionale”. Alla base di tutto c’è il pregiudizio: “È necessario – ha continuato l’autrice - iniziare a parlare della disabilità già nei primi anni di scuola in tutto il mondo, per poter formare dei cittadini attenti a questi problemi. E non vittime del pregiudizio della diversità, che sta alla base di ogni conflitto sociale”.

Alla Mantovani hanno fatto le eco le altre personalità intervenute alla presentazione del suo libro. Accorato l’appello di Marcello Stefanì, presidente di FISH Puglia: “Si pensa che i disabili siano dei malati e in quanto tali improduttivi, un costo per la società. Per eliminare questo pregiudizio serve una maggiore collaborazione tra sanità e welfare”. Sulla stessa linea anche Luigi Aresta e Marilena Ciocia dell’associazione Più Valore Onlus di Bitonto e  Franco Diomede, presidente nazionale AISTOM Puglia che ha affermato: “La vita dei disabili sarebbe più semplice se le istituzioni e la cittadinanza riuscissero a confrontarsi in modo più trasparente”.

All’incontro, organizzato con la collaborazione della Libreria del Teatro di Gianluca Rossiello, non ha voluto mancare il sindaco Michele Abbaticchio che ha esposto l’iniziativa comunale di realizzare delle piste ciclopedonali che uniscano via Giovanni XXIII a piazza Cavour. “Inoltre i disabili che denunciano la presenza di barriere architettoniche – ha annunciato il primo cittadino – saranno chiamato dall’amministrazione a far parte della direzione dei lavori per la loro eliminazione”.

Nella stessa serata di ieri spazio ai diversamente abili anche all’auditorium “Degennaro” dove è andato in scena Le mani in … cantano, spettacolo musicale che si è servito anche della lingua dei segni LIS. La rappresentazione è stata curata dalle associazioni Arcobaleno Onlus e Asilis Bitonto(Associazione Sordi e Interpreti della Lingua Italiana dei Segni),  in collaborazione con la Rete Organizzazioni Area Disabilità Road, l’associazione culturale Le Mani Incantate di Bari e gli alunni della 3°E della scuola primaria “N. Fornelli” seguiti dall’insegnante Mariella Putignani.