La stagione Off inizia con il sold out di “Dov’è Alice?” di Okiko The Drama Company

Si è trattato di una interessante rivisitazione tra il comico e il grottesco della favola di Lewis Carroll con tra le righe un profondo messaggio: ridere delle proprie paure e prendere esempio dai bambini per affrontare la realtà

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La stagione off è iniziata con il sold out registrato da Okiko the Drama Company con “Dov’è Alice?”, uno spettacolo scritto e diretto da Piergiorgio Meola.

Sul palcoscenico del Teatro Traetta, lo scorso venerdì, è andata in scena una rivisitazione tra il grottesco e il comico della favola di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”.

Lo spettacolo ha superato le aspettative degli spettatori per un buon connubio tra la bravura degli attori, l’impianto luci –gestito da Andrea Mundo e Fabio Fornelli del gruppo Power Sound-, quello musicale –di cui si è occupato Pask Rienzo  -, scenografico –curato da Nicola Ventafridda, Silvia Rucci ed Angela Ubaldino- e i costumi di Marina Mundo.

«La scenografia ha funto solo da sfondo, perché credo –ha dichiarato il regista ai nostri taccuini- che sia il personaggio il fulcro di tutto. Infatti, all’inizio il palcoscenico è sembrato vuoto e nero e, poi, son comparsi il trono della Regina di Cuori e sulle pareti dei motivi che ricordano la favola».

Principalmente l’attenzione è ricaduta su un mondo abitato da strani individui, dove “tutto è possibile, chi è normale è matto, chi è felice piange”.

Sono state queste le parole dello Stregatto –interpretato da Rosa Masellis- che hanno catapultato gli spettatori in un’altra realtà, di cui la protagonista è stata Marianna, nonché Stefania Sannicandro.

Tutti da bambini, come lei, siamo caduti nella cosiddetta tana del Bianconiglio –interpretato da Luigi Bianco- e abbiamo dimenticato qualcosa lì dentro.

Marianna ci ha lasciato il cuore, è ritornata nel mondo reale e, sormontata dalle sue paure, ha dimenticato chi –anzi cosa- fosse e quanto avesse creato.

Infatti, lo spettacolo è incominciato con la sua seduta in un centro salute mentale, dove un dottore –interpretato da Michele D’Amore- l’ha spinta a capire prima chi fosse Alice, la persona con la quale tutti la scambiavano, per poi ritrovare se stessa.

Presa coscienza del viaggio che avrebbe dovuto affrontare, si è ritrovata, allora, nel mondo delle meraviglie. Qui qualcosa, dopo la sua assenza, è cambiato. La regina dei cuori -interpretata da Piergiorgio Meola- ha preso le redini di questo mondo e lo ha governato in maniera più austera.

Al trono hanno aspirato, anche, la regina Bianca (Ines Froio) e Rossa (Angela Lisi), due sorelle per nulla gemelle che hanno approfittato della presenza di Marianna per poter aumentare il loro potere in quel mondo.

Nella sua strenua ricerca di una strada per tornare indietro, per capire chi fosse la vera Alice (Alessia Ricciardi), ha incontrato diversi personaggi che le hanno un po’ confuso le idee: la finta Alice (Angela Ubaldino), il fante (Marco Sabella), i fiorellini (Alex Giannone, Giulia Rucci e Francesca di Coste), una pecora (Terry La Tegola).

Gli unici che l’hanno saputa aiutare sono stati il Cappellaio Matto (Giuseppe Visaggi) e lo specchio (impersonificato da Manu Licinio).

Ritrovato il suo cuore e ricordata la sua identità, Marianna ha sconfitto la Regina di Cuori, nuova paziente di quel dottore che, alla fine di tutto, ha ritrovato in quel mondo folle.

Il gioco di luci ha favorito la creazione di un’atmosfera confusa, misteriosa, grottesca, cangiante e fiabesca al punto giusto. Quest’ultimo carattere è stato accentuato, soprattutto, dai bei costumi ed anche dal trucco e dalle acconciature di cui si é occupato Saverio Maggio.

Il tocco di comicità è stato affidato alla musica, nonché un revival anni ’80 e pezzi più moderni dal rock al pop, e all’atteggiamento assunto da alcuni personaggi.

Inoltre, ciascun attore all’interno del mondo delle meraviglie ha interpretato una sfumatura del carattere di Marianna, compresa la vera Alice che si è rivelata essere il suo alter ego e colei che scombussolava un po’ tutti quando la si nominava.

Il vero scopo è stato quello di suggerire di ridere delle proprie paure, aver la forza di saperle sconfiggere affinché si sia padroni della propria realtà e la si affronti con la capacità di sapersi meravigliare e la leggerezza dei bambini.