Memento, dal 26 gennaio il Torrione Angioino è il luogo della memoria

Seconda edizione della manifestazione sui totalitarismi e i genocidi del Novecento che prevede alcuni appuntamenti anche al Teatro Traetta

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Memento, dal 26 gennaio il Torrione Angioino è il luogo della memoria Cinelli&Di Liddo Fotografia

“Memento”: ricordo. Un verbo che non comporta alcuna azione, alcun movimento. Ma che troppo spesso costa fatica. Talmente tanta fatica che nel corso degli anni si avverte ancora forte la tendenza a non riuscire, o a non volere ricordare le cose come accaddero davvero, a trovare una giustificazione anche alla forma più banale e allo stesso tempo più feroce del male: l’eliminazione fisica del diverso, dell’altro da me, del riconosciuto come inferiore in base a criteri artefatti o del condannato per la sua diversità di idee e la sua voglia di libertà. Tutto ciò si è concretizzato nei totalitarismi e nei genocidi del Novecento.

“Memento”: ricordo! Come una sorta di ordine dato a se stessi. Un ordine che dovremmo impartirci tutti, per evitare di non cogliere il senso di ciò che avvenne in un passato con cui ancora facciamo i conti, perché ha rappresentato la più vergognosa pagina della storia contemporanea.

“Memento” è il titolo della manifestazione inaugurata domenica sera, vigilia della Giornata della Memoria, al Torrione Angioino, organizzata dal Comune di Bitonto in collaborazione con l’European Language School, gli istituti comprensivi “Modugno – Rutigliano”, “Caiati – Rogadeo”, “Cassano – De Renzio”, il Liceo Classico Linguistico “Carmine Sylos”e l’istituto professionale “De Gemmis”.

Dal 26 gennaio al 9 febbraio, il Torrione sarà, per il secondo anno consecutivo, la location di mostre, reading, incontri, proiezioni cinematografiche ed eventi artistici e musicali che inviteranno a riflettere sui totalitarismi e i genocidi del Novecento.  Quest’anno l’iniziativa è inserita in un progetto più ampio: il concorso “Le libertà negate, conquistate, cercate” che, fino al 10 marzo, vedrà impegnati gli studenti dell’European Language School, coordinati dalla professoressa Angela Abbatantuono, con altre 60 scuole italiane.

Ad aprire i battenti della mostra, nella giornata di domenica, è stata Fiorella Carbone dell’European Language School che ha spiegato il senso del titolo del concorso. “Libertà negate perché i genocidi non hanno colore – ha detto –, conquistate da noi italiani grazie alla Costituzione, cercate da tante persone che affrontano viaggi spesso tragici per trovare condizioni di vita migliori”. Insieme ai giovani, principali artefici della mostra che ripercorre le fasi e le caratteristiche più importanti della Shoah, dei massacri delle foibe e dei genocidi perpetuati nei gulag sovietici, tutta la cittadinanza è stata invitata a riflettere. “Ringrazio i cittadini che insistono nel credere che la città ha un futuro da costruire a partire dalla coscienza civile” ha detto il sindaco Michele Abbaticchio nel suo intervento di apertura della manifestazione.

Dopo Bernaldo Kelz, testimone dell’Olocausto intervenuto nel convegno di apertura di domenica, altre prestigiose voci si confronteranno, nel corso delle prossime settimane, sul tema del totalitarismo. Tra gli loro padre Andrey Boytsov, rettore della Chiesa russo-ortodossa di Bari, Pino Arlacchi, parlamentare europeo, sociologo e criminologo, e Yehudà Pagliara, delegato della comunità ebraica di Napoli per la Puglia e la Basilicata.

Indispensabile per la realizzazione di un evento così lungo e articolato la collaborazione di molti soggetti: gli assessori all’Istruzione e al Marketing territoriale Vito Masciale e Rocco Mangini, le Ferrovie del Nord Barese, la ditta Abbatantuono Arcangelo Costruzioni e Restauri, Pierfrancesco Uva per il progetto grafico e le installazioni.